Afasia: sintomi e caratteristiche del disturbo di Bruce Willis

È di poche ore fa l’annuncio che Bruce Willis, noto attore di Hollywood ed ex marito di Demi Moore, abbandonerà la recitazione a causa dell’insorgenza di un disturbo: l’afasia. In un post apparso sui social dell’attore e dell’ex moglie, la famiglia ha annunciato che

“Bruce ha avuto problemi di salute e gli è stata recentemente diagnosticata l’afasia, che sta influenzando le sue capacità cognitive. Di conseguenza e con molta considerazione Bruce si sta allontanando dalla carriera che ha significato così tanto per lui.”

bruce willisAndiamo ad approfondire cos’è l’afasia e le diverse forme che possono interessare la salute del paziente, per meglio comprendere le differenze, le caratteristiche e la sintomatologia.

Che cos’è l’afasia

Per afasia si intende un disturbo del linguaggio caratterizzato dalla perdita totale o parziale della capacità di comprendere o esprimere le parole, sia in forma scritta che parlata, in soggetti che avevano già acquisito precedentemente il linguaggio.

Si tratta di una condizione che può avere numerose ripercussioni negative sulla qualità di vita di chi ne è colpito, in quanto con l’afasia viene persa una o più di una di queste capacità:

  • parlare
  • comprendere gli altri quando parlano,
  • scrivere,
  • leggere ad alta voce,
  • comprendere quello che viene letto.

L’afasia rappresenta la conseguenza di una lesione a carico dei centri del sistema nervoso centrale che presiedono alla comprensione e/o alla produzione del linguaggio. Questi centri sono posizionati nell’emisfero sinistro nel 96% dei destrorsi e nel 70% dei sinistrorsi.

In base alla sede della lesione, l’afasia può essere distinta in due principali tipologie:

  • afasia di Broca o espressiva (chiamata anche afasia non fluente)
  • afasia di Wernicke o recettiva (chiamata anche afasia fluente)

a cui si aggiungono differenti tipologie di afasia che coinvolgono entrambi i settori.

Afasia di Broca o afasia espressiva

L’afasia di Broca deve il suo nome a Paul Broca (pronuncia: Brocà), il neurologo francese che per primo trovò un nesso tra una lesione del cervello e un deficit linguistico. L’area interessata dalla lesione del cervello del suo paziente Louis Victor Leborgne, che era in grado di pronunciare esclusivamente la parola “tan”, si trova nella zona frontale del cervello situata nell’emisfero cerebrale dominante, solitamente il sinistro, oggi nota come area di Broca. Lesioni in quest’area causano nel paziente difficoltà a produrre parole, pur mantenendo la capacità di comprendere ciò che sentono o leggono.

L’afasia di Broca quindi è un’afasia di tipo “espressiva” e “non fluente“, per cui il soggetto riesce a comprendere il significato delle parole che ascolta o legge, ma non riesce a produrre lui stesso risposte coerenti e con significato.

Il paziente affetto da afasia di Broca si rende conto della sua condizione e questa consapevolezza lo porta quindi ad uno stato di forte sconforto, frustrazione, insicurezza e in alcuni casi rabbia, che impattano sulla qualità della vita.

Le persone colpite non riescono ad esprimersi in maniera fluente o non riescono ad esprimersi affatto sia nel linguaggio parlato che scritto. Spesso si associano a questa condizione anche altri disturbi neurologici quali l’emiplegia, condizione per cui si ha difficoltà a coordinare movimenti complessi e a muovere la muscolatura del viso per articolare le parole (afasia motoria), da non confondere con l’afasia sensoriale con cui si indica l’incapacità ad intendere le parole.

Nei casi più gravi, l’unico suono che il soggetto riesce a produrre si limita a una sola sillaba o soltanto a una vocale. I pazienti presentano difficoltà anche nello scrivere pensieri lunghi e senza errori (grafia non fluente e disgrafia).

Afasia di Wernicke o afasia recettiva

L’afasia di Wernicke è causata da lesioni che colpiscono una zona più posteriore del cervello rispetto all’area di Broca, situata a livello della giunzione temporoparietale. Lesioni nell’area di Wernicke causano una sintomatologia speculare rispetto a quelle localizzate nell’area di Broca. L’afasia di Wernicke infatti è un’afasia di tipo “recettiva” e “fluente”, per cui il soggetto ha una perdita parziale o totale della capacità di comprendere le parole ascoltando la voce di altre persone, mentre invece la sua capacità di produrre linguaggio parlato rimane integra.

Spesso il soggetto, che ha capacità di pronunciare le parole ma senza comprenderne a pieno il significato, non ha coscienza della sua problematica e questo può causare paranoia o episodi di collera.

Il paziente può presentare allo stesso tempo:

  • compromissione della comprensione scritta e parlata
  • difficoltà nella lettura (alexia)
  • difficoltà nell’eseguire calcoli (acalculia)
  • capacità di scrivere fluentemente, ma con molti errori (agrafia fluente)

Afasia amnestica

I pazienti colpiti da afasia amnestica” hanno difficoltà a trovare il termine corretto (nomi, verbi, avverbi). Questa condizione, detta “anomia”, li costringe a trovare termini sostitutivi generici da un vocabolario molto ristretto (frequente l’uso di parole come “cosa”, “roba”).

Talvolta invece il soggetto inventa parole a caso e frasi senza senso o ancora effettua numerose pause durante la conversazione e trova il termine giusto dopo numerosi tentativi. In questo caso però, a parte le difficoltà legate al recupero lessicale, non ci sono deficit di comprensione né di pronuncia delle parole.

Afasia globale

L’afasia globale è causata da lesioni estese che interessano i lobi frontali e temporali dell’emisfero dominante, pertanto si ha la somma delle manifestazioni di entrambe le tipologie di afasia, con difficoltà sia nel comprendere che nel produrre il linguaggio.

Quali sono le cause dell’afasia?

L’afasia è causata da una lesione focale cerebrale a livello dei centri deputati alla comprensione, elaborazione e produzione del linguaggio, solitamente situati nell’emisfero sinistro. La causa di questo danno cerebrale è spesso di natura cerebrovascolare ed in particolar modo a carico dell’arteria cerebrale media (detta anche arteria silviana), la quale costituisce una diramazione dell’arteria carotide interna e decorre nella scissura di Silvio che separa il lobo frontale, il lobo temporale e il lobo parietale.

Queste lesioni possono determinare tanti piccoli infarti a livello cerebrale che si traducono poi nella comparsa del sintomo in questione.

Si distinguono 3 tipologie di lesioni principali:

  • emorragiche, che si manifestano in seguito a traumi cranici o di ipertensione a livello cerebrale;
  • trombotiche/aterosclerotiche, dovute al deteriorarsi degli ateromi (placche) nelle arterie;
  • emboliche, frequenti nei soggetti cardiopatici.

L’afasia può essere la conseguenza di traumi cranici, di ictus cerebrale o della rottura di un aneurisma.

In una percentuale più ristretta di casi, il danno cerebrale è dovuto alla presenza di un tumore di tipo espansivo che crescendo va a comprimere le aree adibite al linguaggio, oppure a processi di atrofia che portano il soggetto ad un deterioramento cognitivo, rendendo difficoltosa la comprensione e l’articolazione delle parole. L’afasia può avere un’origine degenerativa ed essere uno dei primi campanelli d’allarme di una demenza, così come può essere tra i sintomi di sclerosi multipla.

Un altro fattore che può causare l’afasia è un attacco epilettico, evento in grado di indurre temporaneamente, per una durata che si estende al massimo per qualche minuto, il soggetto in uno stato di confusione e difficoltà nella produzione del linguaggio.

Talvolta può presentarsi afasia temporanea nei soggetti che soffrono di emicrania con aura, ma anche in questo caso il disturbo si protrae per qualche minuto per poi svanire quando la fase acuta si attenua.

Si riconoscono infine forme di afasia collegate a processi infettivi a carico dell’encefalo, come nel caso delle encefaliti (infiammazione dell’encefalo).

Come diagnosticare l’afasia?

L’afasia è un disturbo complesso che può andare ad influire negativamente sulla vita di chi ne è colpito, determinando isolamento sociale, pertanto la diagnosi deve essere necessariamente effettuata da un medico specialista che provvederà inoltre ad escludere mediante diagnosi differenziale altri disturbi che hanno simili sintomi, ma diverse modalità e progressione.

Inoltre, in molti casi si tratta di un disturbo che fa seguito ad eventi vascolari, traumi o alla presenza di tumori cerebrali, dunque è quanto più necessario accertarsi che non vi siano ulteriori complicanze in grado di mettere in pericolo la vita del soggetto colpito.

Trattandosi di un problema che può fare seguito a quadri clinici gravi, i mezzi utilizzati per valutare le aree colpite sono sofisticati e complessi. Si usano strumentazioni quali la Risonanza Magnetica, la PET e la TAC, che permettono di individuare con precisione le aree del sistema nervoso colpite da lesione e se queste determinano danni con conseguenze temporanee o permanenti.

I test utilizzati per individuare l’entità del problema dal punto di vista del singolo soggetto vanno ad indagare su tutte le sfere del linguaggio. Per quanto riguarda la comprensione del linguaggio, il soggetto viene sottoposto a domande e piccoli esercizi via via più complessi, se la risposta è positiva, andando a valutare la coerenza delle risposte rispetto a ciò che è stato richiesto. Questo tipo di prova richiede la collaborazione del soggetto.

Per quanto riguarda la produzione del linguaggio, vengono effettuati dei test analoghi, richiedendo al paziente di esprimere il nome di oggetti indicati, elenchi dei giorni della settimana e dei mesi e la ripetizione di alcune parole o frasi. Si andranno poi a valutare le performance mostrate dal soggetto, che anche in questo caso dovrà mostrarsi collaborativo.

Nei soggetti che invece hanno subito danni sul piano del linguaggio scritto, vengono somministrati allo stesso modo test che vanno ad indagare sulla capacità di lettura (lettura di frasi e parole) e di scrittura (dettando parole e frasi), così come la capacità di calcolo (esecuzione di calcoli semplici e via via più complessi se le risposte sono corrette).

L’afasia può essere un sintomo guida nella diagnosi di altri importanti patologie che si manifestano con alterazioni del linguaggio ad insorgenza improvvisa o graduale.

Le seguenti patologie sono caratterizzate da un’alterazione nel linguaggio ad insorgenza graduale:

  • Morbo di Alzheimer e demenza di tipo vascolare che si manifestano con afasia anomica, cioè difficoltà a trovare le parole;
  • Morbo di Parkinson, a causa della ridotta mimica facciale che riduce la capacità del soggetto ad esprimersi;
  • Sclerosi multipla.

Invece, patologie che hanno come caratteristica principale quella di avere disturbi del linguaggio ad insorgenza improvvisa sono:

  • L’ictus che può causare sia afasia di Broca che afasia di Wernike;
  • TIA (Attacco ischemico transiente) in cui l’afasia compare improvvisamente, ma si risolve entro 24 ore.

Quali terapie sono a disposizione per l’afasia? 

La terapia più utile e indicata per l’afasia è la logopedia, che si occupa di migliorare e potenziare la qualità e la quantità delle parole a disposizione del paziente.

Negli ultimi anni si è introdotta l’associazione tra la pragmatica e la logopedia, in una tecnica che prende il nome di Promoting Aphasic’s Communicative Effectiveness (PACE) che promuove e facilita la comunicazione del soggetto, insegnandogli ad avvalersi di qualsiasi strumento a disposizione (gesti, oggetti, elementi presenti nel contesto ambientale) per arricchire la sua capacità di espressione, mostrando fino ad ora buoni risultati.

Prognosi dell’afasia

La prognosi dipende dalla causa che ha portato all’afasia e risulta tanto più favorevole tanto più il paziente è giovane: se la lesione ai centri del linguaggio colpisce un soggetto al di sotto dell’anno di età, la capacità plastica del cervello di un bambino così piccolo è in grado di sopperire in buona parte al danno subito.

Si mantiene una buona possibilità di recupero nei soggetti fino alla fascia di età al di sotto dei 16 anni.

In età adulta invece il recupero è un evento piuttosto raro e il supporto delle terapie di logopedia mirano a far sì che il soggetto sfrutti tutte le risorse a disposizione per migliorare la sua capacità di esprimersi.

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