Ecocardiografia: Come si Effettua? A Cosa Serve?

In questa guida ci occuperemo di un argomento che ricorre spesso in sede di esami medici. Stiamo parlando dell’ecocardiografia, ossia dell’esame ecografico che coinvolge il cuore.

Ma come funziona questo esame? Quali sono i rischi ad esso connessi? Quando viene richiesto? Quali sono le procedure necessarie?

In modo più specifico inoltre andremo a focalizzarci su particolari varianti dell’ecocardiografia, ossia l’ecocardiografia fetale, la transesofagea, la transtoracica e l’ecocardiografia a riposo.

Nella guida di oggi vedremo nel dettaglio in cosa consiste l’esame e quando è utile eseguirlo.

Che cos’è l’ecocardiografia? A cosa serve?

Visto che, come abbiamo detto nella breve introduzione, in questo caso abbiamo a che fare con una variante dell’ecografia, prima di concentrarci sull’argomento del nostro articolo, è necessario fare un breve discorso su questa procedura.

L’ecografia è una tecnica diagnostica ampiamente diffusa in ambito medico che ci permette di ottenere le immagini di alcune sezioni del corpo grazie all’utilizzo degli ultrasuoni.

L’ecocardiografia transtoracica, come è deducibile dal nome, ci consente di avere informazioni importantissime sulla contrattilità dell’organo cardiaco, sullo stato delle valvole che lo costituiscono e sul flusso ematico che circola al suo interno. In pratica, ci fornisce un quadro completo della sua funzionalità.

E’ possibile sottoporsi all’ecocardiografia sia a riposo, sia dopo aver assunto determinati farmaci oppure dopo aver praticato un certo tipo di attività fisica consigliata dal medico per valutare la funzione del cuore sotto sforzo.

Esistono diversi tipi di ecocardiografia, tra i più importanti ricordiamo soprattutto i seguenti:

  • Ecocardiografia fetale (che ci permette di valutare lo stato di salute del cuore del bambino durante la gravidanza);
  • Ecocardiografia a riposo;
  • Ecocardiografia tridimensionale (per ottenere delle immagini a tre dimensioni);
  • Ecocardiografia transesofagea (ossia per via endoscopica).

Questa tecnica diagnostica, generalmente, non è invasiva in quanto gli ultrasuoni riescono a penetrare i tessuti senza procurare fastidi o dolori al paziente. Fatta eccezione per l’ecocardiografia transesofagea che avviene per via endoscopica.

L’intervallo di frequenza dell’emissione di questi ultrasuoni, inoltre, può andare da due a dieci MHz.

Voltiamo pagina per analizzare come si effettua un esame di questo tipo. 

1
2
3
4
Condividi su: