Elettroliti nel sangue: Sodio, Potassio, Cloro e Magnesio

I livelli di elettroliti nel sangue o sierici sono valori che possono essere misurati semplicemente sottoponendosi ad un’analisi del sangue ed il dosaggio di questi valori si rivela particolarmente importante per seguire determinati percorsi diagnostici in determinate fasce di pazienti.

Quali sono gli elettroliti che dovrebbero essere contenuti normalmente nel plasma (elettroliti plasmatici) e che vengono analizzati dai normali test del sangue?

Vediamolo insieme, cercando di spiegare anche, sostanza per sostanza, quali possono essere le problematiche che portano a registrare valori troppo alti o troppo bassi di queste specifiche sostanze.

Quali sono gli elettroliti che si trovano nel sangue?

Nel sangue si trovano diversi elettroliti, tra i quali vengono in genere misurati:

  • il cloro (anche se si dovrebbe parlare più propriamente di ione cloruro o cloremia);
  • il magnesio (magnesiemia);
  • il sodio (sodiemia o natriemia);
  • il potassio (potassiemia o kaliemia).

I loro valori vengono registrati attraverso il ricorso al pannello o quadro elettrolitico, ovvero un particolare test del sangue che viene utilizzato per individuare, laddove ce ne sia il sospetto, non solo gli squilibri a livello degli elettroliti, ma anche alterazioni a carico del pH del sangue.

Quali sono i sintomi che spingono a dosare questi valori? 

Sono diversi i sintomi che in genere spingono il medico curante a richiedere il quadro elettrolitico, tra i quali:

  • aritmia cardiaca;
  • presenza di edema;
  • presenza di nausea o vomito che non può essere giustificata altrimenti;
  • sensazione di debolezza generale;
  • sensazione di confusione.

In genere è prescritto inoltre nei test di routine di pazienti per i quali si sospettino comunque presenze di patologie tanto acute quanto croniche, nonché quando si sta seguendo una qualunque terapia farmacologica che potrebbe andare a squilibrare l’equilibrio elettrolitico del paziente.

In ultima istanza il pannello elettrolitico è spessissimo richiesto per i casi di ipertensione, di insufficienza cardiaca e anche nel caso di patologie renali o epatiche di ormai lungo corso.Elettroliti sierici

Sodio: i valori normali

I valori normali di sodio nel sangue devono aggirarsi tra:

  • 135 e 146 mmol/L.

Quando i valori di sodio sono troppo bassi 

Quando i valori di sodio che si fanno registrare sono al di sotto, soprattutto se in modo sostanziale, rispetto ai valori ritenuti normali, possiamo essere in presenza di:

  • insufficienza renale di carattere acuto;
  • insufficienza renale di carattere cronico;
  • insufficienza respiratoria;
  • presenza di vomito abbondante;
  • presenza di diarrea che si protrae per periodi medio-lunghi con eccessiva perdita di liquidi;
  • disidratazione.

Abbiamo approfondito meglio questa situazione in un articolo specifico sul sodio basso che ti invito a leggere se soffri di questa condizione.

Quando i valori di sodio sono invece elevati

Quando i valori di sodio che si fanno registrare sono invece superiori a quelli ritenuti normali, potremmo essere in presenza di:

  • malfunzionamenti del fegato a vari livelli;
  • cattivo funzionamento renale.

Si tratta ad ogni modo di un valore decisamente importante e deve essere necessariamente tenuto sotto controllo da parte del medico curante, che deve valutare eventuali anomalie in questo specifico valore nel quadro più ampio del percorso diagnostico.

Potassio: i valori normali

I valori normali di potassio vanno tra 3,4 e 5,0 mmol/L.

Quando i valori di potassio nel sangue sono bassi

Quando i valori di potassio nel sangue registrati sono bassi rispetto a quanto riportato sopra, siamo di fronte in genere ad episodi di disidratazione, che possono essere causati anche in questo caso da episodi di vomito o diarrea che si sono protratti nel tempo.

Inoltre, l’ipokaliemia ovvero la riduzione dei livelli di potassio plasmatici può essere dovuto a:

  • problemi di assorbimento del potassio stesso;
  • presenza di ustioni diffuse;
  • ipertiroidismo.

Per maggiori informazioni riguardo questa condizione ti invito a leggere la nostra guida dedicata al potassio basso.

Quando i valori di potassio sono invece troppo alti

Quando si fanno registrare valori di potassio che sono superiori rispetto a quelli ritenuti normali, è spesso da associarsi a fenomeni che portano alla distruzione e sostituzione di taluni gruppi cellulari, come può essere il caso di alcuni particolari traumi.

In aggiunta si accompagna spesso a valori di potassio alto nel sangue, che scientificamente viene definita iperkaliemia:

  • la nefrite, che sia di carattere acuto o cronico;
  • l’utilizzo di farmaci che sono in grado di andare a ridurre il flusso di sangue ai reni;
  • terapie che utilizzano potassio;
  • acidosi metabolica;
  • Morbo di Addison;
  • Lupus eritematoso sistemico;
  • anemia falciforme;
  • necrosi tissutale.

Si tratta dunque anche in questo caso di un novero di possibili problematiche piuttosto vario che necessita assolutamente di ulteriori approfondimenti da parte del medico, che deve assolutamente tra le altre cose considerare eventuali anomalie dei valori nell’interno contesto diagnostico. Al fine di approfondire questa condizione molto pericolosa abbiamo pensato di dedicare una guida specifica sul potassio alto e sulle sue conseguenze.

Cloruri nel sangue: i valori normali

I valori che devono considerarsi normali per il cloro nel sangue sono compresi tra i 95 e i 107 mmol/L di sangue.

Quando i valori sono troppo bassi

Quando i valori di cloruro nel sangue sono troppo bassi è in possibile essere in presenza di:

  • acidosi diabetica;
  • colite ulcerosa;
  • colpi di calore;
  • diarrea;
  • problemi all’apparato respiratorio come l’enfisema;
  • le infezioni, soprattutto quelle che interessano le vie respiratorie;
  • insufficienza renale.

Quando i valori sono troppo alti

Anche i valori di cloro troppo alti nel sangue può essere collegato a taluni problemi, come:

  • alcolismo: quando l’abuso di alcol è protratto nel tempo tende a far registrare valori più alti di cloro del sangue rispetto al normale;
  • acidosi metabolica;
  • acidosi di carattere renale;
  • diversi tipi di anemia;
  • disidratazione, che può essere causata sia da un’assunzione insufficiente di liquidi, sia da episodi ripetuti di diarrea e vomito;
  • eclampsia;
  • insufficienze renali tanto acute quanto croniche;
  • Sindrome di Cushing.

Cosa fare nel caso di valori di elettroliti al di fuori dello spettro di normalità?

Nel caso in cui si facessero registrare dei valori anomali per quanto riguarda uno qualunque degli elettroliti, sarà il caso di informarne il medico curante, che dovrebbe essere comunque colui il quale vi ha consigliato di dosare il quadro elettrolitico.

È fortemente sconsigliato procedere con autodiagnosi, dato che il novero di condizioni che possono essere collegate a questo tipo di problemi sono delle più varie e devono essere necessariamente valutate dal medico di base e, nel caso dovesse rendersi necessario, anche dallo specialista di riferimento.

Quali sono le conseguenze?

La presenza di valori anomali nella concentrazione di elettroliti deve essere considerata come segnale di qualche problematica che potrebbe essere presente e non come il la causa scatenante di un problema. Non ci sono dunque conseguenze della presenza in eccesso o in difetto di queste sostanze, se non nel caso in cui la presenza eccessiva sia da ricondursi a determinate terapie.

Ci sono rimedi?

È innanzitutto necessario individuare quelle che sono le cause che hanno portato alle alterazioni dei valori degli elettroliti presenti nel sangue e soltanto dopo individuare quali siano le terapie necessarie da seguire non solo per far rientrare i valori di elettroliti nel sangue entro l’alveo di normalità, ma anche per ovviamente liberarsi del problema che ha causato questi scompensi.

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