Colesterolo Cattivo (LDL): quali sono i valori preoccupanti?

Colesterolo cattivo” è un termine popolare che si riferisce al colesterolo trasportato dalle lipoproteine a bassa densità (LDL), più problematiche per il corpo degli esseri umani rispetto alla controparte definita buona, ovvero quella costituita da lipoproteine ad alta densità (HDL).

È una divisione che è relativamente recente nel dominio delle conoscenze pubbliche non specialistiche e che ha finalmente messo in chiaro quello che era evidente alla medicina e alla scienza da tempo. Non tutto il colesterolo vien per nuocere e i valori che vengono riportati dalle analisi del sangue devono essere valutati non solo paragonandoli ai massimali, ma anche in relazione alla tipologia stessa del colesterolo che viene registrata.

Perché il colesterolo cattivo è pericoloso?

Il colesterolo cattivo o LDL viene così chiamato in quanto una sua presenza troppo elevata può andare a causare tutta una serie di problemi di carattere cardiovascolare. Se i suoi livelli sono alti, in genere, aumenta la possibilità di sviluppare le seguenti condizioni:

  • placche aterosclerotiche: si tratta di placche che si creano sulle pareti dei vasi sanguigni a causa dell’ossidazione delle lipoproteine a bassa densità (LDL) e alla conseguente fagocitosi da parte dei macrofagi. La placca cresce e con il passare del tempo va a ridurre la portata del vaso stesso: il sangue si troverà, per motivi di restringimento del lume vascolare, a ad aumentare la sua pressione e questo porterà nel lungo periodo di tempo ad un danneggiamento del vaso stesso;
  • la ridotta elasticità delle pareti: si tratta di un problema di grave entità in quanto la contrazione delle arterie è una delle azioni propulsive sulle quali si basa il sistema cardiocircolatorio per distribuire il sangue in tutte le aree del corpo. In seguito alla presenza delle placche di cui abbiamo parlato poco sopra, ci si può trovare davanti ad una situazione nella quale l’elasticità e la capacità di contrazione delle arterie è fortemente compromessa, costituendo altro tipo di problematica per il corretto flusso del sangue
  • la presenza di placche è inoltre pericolosa in quanto le stesse placche possono staccarsi dalle pareti ed entrare in circolo, potendo andare anche a bloccare determinati capillari e ostacolando dunque il flusso di sangue verso una determinata area del sangue.

Il pericolo esiste però soltanto quando il colesterolo cattivo è in eccesso

Si può però parlare di LDL in qualità di colesterolo cattivo soltanto quando la presenza di questa specifica categoria di colesterolo sia in misura maggiore rispetto al normale.

Negli altri casi infatti anche il colesterolo cattivo svolge un ruolo fondamentale per la salute e il funzionamento del nostro corpo ed è necessario che i suoi valori siano costanti nell’organismo senza per forza dice rendere questo valore il più basso possibile.Colesterolo Cattivo LDL alto

Quali sono i valori di colesterolo cattivo ritenuti massimi?

I valori che non dovrebbero essere mai superati per quanto riguarda il colesterolo LDL sono di 160 mg/dL di sangue. Si può controllare il valore tramite un comunissimo esame del sangue, che nel caso in cui dovesse far registrare valori superiori o comunque vicini al limite riportato dovrebbero essere ripetuto con una certa frequenza.

Di interesse sono anche i valori di colesterolo totale (che dovrebbe mantenersi al di sotto dei 200 mg/dL) e di colesterolo HDL (o buono, che deve mantenersi sopra ai 40 mg/dL).

Ad ogni modo bisogna tenere conto del fatto che i valori da tenere sotto controllo sono diversi e che il valore soltanto del colesterolo cattivo può dire poco sull’effettivo stato di salute del soggetto, che non solo dovrebbe far registrare, se in buone condizioni di salute, bassi livelli di LDL, ma anche livelli di HDL alti.

Perché i valori possono essere alti?

In realtà la quantità di colesterolo esogeno, ovvero quello che proviene dall’esterno (tipicamente attraverso l’alimentazione) è solo del 20% al massimo, con l’80% delle LDL che vengono invece prodotte internamente dalle cellule.

Ad operare nel corpo umano vi è un meccanismo relativamente semplice da comprendere:

  • la cellula, quando ha bisogno di colesterolo, controlla se sia disponibile sotto forma di LDL;
  • nel caso in cui non sia disponibile, procedere alla sintesi autonoma.

Questo vuol dire che la produzione del colesterolo LDL in buono stato di salute è modulabile, nel senso che si può ridurre nel caso in cui ne fosse disponibile molto dall’alimentazione, e aumentare invece nel caso in cui non ne fosse disponibile abbastanza.

Questo sistema però può venir compromesso da un cattivo funzionamento dei recettori del colesterolo, che non riuscendo ad individuarlo già disponibile nel corpo, possono procedere con l’aumento della produzione endogena, aumentando anche i valori totali di colesterolo cattivo disponibili nel sangue.

Non basta il valore del colesterolo cattivo per valutare la salute del paziente

Bisognerebbe anche ricordare in questa specifica circostanza che il colesterolo cattivo da solo non può far affermare alcun tipo di diagnosi: i valori vanno infatti messi in relazione sia con quelli di colesterolo totale sia con gli altri indicatori di problematiche correlate.

Oltre a cercare di mantenere bassi i livelli di colesterolo cattivo, come abbiamo detto poco sopra, sarebbe importante anche cercare di aumentare quelli di HDL o colesterolo buono.

Cosa si può fare da soli? La dieta giusta!

Nonostante i casi più gravi di ipercolesteromia dovrebbero essere ovviamente affrontati con l’aiuto del medico, c’è qualcosa che possiamo fare da soli, se non necessariamente per diminuire i livelli di LDL anche per aumentare quelli di HDL.

Secondo gli studi più recenti ad esempio, il consumo di alimenti che contengano fitoestrogeni (su tutti la soia) sembrano avere un ruolo protettivo nei confronti di talune patologie cardiovascolari.

Lo stile di vita è altrettanto importante, in quanto anche attività fisica estremamente moderata può aiutare e di molto il soggetto a ridurre i livelli di colesterolo cattivo e aumentare i livelli di quello buono.

Il fumo dovrebbe essere abbandonato immediatamente, in quanto i composti tossici creati dalla combustione hanno effetti avversi nei confronti del colesterolo buono.

La dieta comunque non può aiutare oltre un certo limite, tenendo conto del fatto che, come abbiamo detto poco sopra, la parte di colesterolo esogeno è in genere inferiore al 20% del totale.

Una dieta ben strutturata riuscirebbe al massimo a garantire un abbassamento di colesterolo cattivo del 10-15% del totale.

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