Bere alcolici in gravidanza fa male: rischi e segni della sindrome feto-alcolica

Patologia rara ma estremamente seria, la sindrome feto-alcolica, anche detta FADS, è una malattia che interessa il feto qualora esposto ad alcol per assunzione della madre in gravidanza. Nel mondo la sindrome colpisce 15 bambini ogni 10mila nati e rappresenta la prima causa di ritardo mentale nei bambini e poi negli adulti (fonte). Secondo i dati di un report OMS del 2018, in Europa in media il 25% delle donne in gravidanza beve alcolici. Bere alcolici in gravidanza fa male e le conseguenze possono essere decisamente gravi. È stato dimostrato come l’alcol sia in grado di superare la barriera della placenta e costituire un teratogeno, ossia una sostanza capace di indurre malformazioni fetali. Il feto non è infatti in grado di metabolizzare l’alcool che raggiunge il suo circolo, portando a danni nello sviluppo sia degli organi in formazione che del tessuto cerebrale. L’azione teratogena sul feto si può manifestare anche con l’assunzione di piccole quantità e portare ad effetti come disturbi neurologici, cardiaci, renali, scheletrici, uditivi e dismorfismo del volto. Si tratta di complicazioni nella stragrande maggioranza dei casi irreversibili e non curabili, che possono essere scongiurate solo con la completa astinenza dall’alcol durante tutta la gestazione.

Per non incorrere in rischi, l’Istituto Superiore di Sanità raccomanda zero alcol in gravidanza (fonte).

Segni e rischi della sindrome feto-alcolica

Come anticipato, molteplici sono gli effetti che l’assunzione di alcol durante la gravidanza può determinare sul neonato. Oltre ad un probabile ritardo di crescita già durante la gestazione, è tuttavia alla nascita che le maggiori complicazioni diventano evidenti. Tra i segni tipici della sindrome feto-alcolica si riscontrano infatti:

Problemi scheletrici

  • Petto escavato;
  • Torace a petto di piccione (ovverosia con un’anomala curvatura verso l’esterno);
  • Curvatura permanente del mignolo;
  • Deformità perenne delle dita in flessione;
  • Unghie scarsamente sviluppate;
  • Fusione di radio e ulna nell’avambraccio con conseguente gomito anomalo;
  • Sindrome di Klippel-Feil con fusione delle vertebre cervicali;
  • Contratture delle articolazioni flesse;
  • Scoliosi;
  • Incompleto sviluppo vertebrale

Problemi renali

  • Reni malformati;
  • Assenza di uno o entrambi i reni;
  • Rene a ferro di cavallo;
  • Idronefrosi ovverosia accumulo di urine nei reni;
  • Duplicazioni uretrali

Problemi cardiaci

  • Difetti cardiaci cono-troncali come la trasposizione dei grossi vasi;
  • Anomalie congenite quali difetti del setto inter-atriale ed inter-ventricolare

Problemi oculari

  • Microftalmia (occhi eccessivamente piccoli);
  • Ptosi palpebrale;
  • Strabismo;
  • Nervo ottico ipoplastico;
  • Anomalie vascolari della retina

Problemi uditivi

  • Ipoacusia neurosensoriale
  • Ipoacusia conduttiva

Dismorfismi del volto

  • Incompleto sviluppo di mascella e mandibola;
  • Naso corto e piatto;
  • Fessure palpebrali strette;
  • Labbro superiore molto sottile e rossastro

Discorso a parte meritano i disturbi neuro-comportamentali, riscontrati in circa il 70% dei pazienti esposti ad alcol prima della nascita. Alcuni di questi deficit iniziano ad essere evidenti soprattutto in età scolastica e possono variare sensibilmente a seconda dell’età del bambino. Nella prima infanzia sono più probabili facile irritabilità, pressione arteriosa irregolare, alterazione dei ritmi sonno-veglia ed ipereccitabilità. Nel periodo successivo, in età scolare, sono di facile riscontro difficoltà di apprendimento, deficit di ragionamento e di memorizzazione, disattenzione e iperattività.

Durante l’adolescenza, i ragazzi affetti da sindrome feto-alcolica tendono ad avere comportamenti sessuali inappropriati, ad essere incapaci di mantenere un impegno di qualsiasi tipo e ad adattarsi a contesti di condivisione sociale.

Esiste una cura per la sindrome feto-alcolica?

Trattandosi di una sindrome alla quale possono corrispondere più sintomi, anche particolarmente diversi tra loro, la terapia per un soggetto affetto da sindrome feto-alcolica prevede quasi sempre un lavoro di equipe multidisciplinari composte solitamente da psicologi, genetisti, pediatri, terapisti occupazionali, logopedisti, psichiatri, neurologici e assistenti sociali. La valutazione iniziale sull’effettivo riscontro della sindrome feto-alcolica in un bambino, laddove non fosse disponibile un team multidisciplinare specializzato in questo settore, deve essere affidata a un genetista clinico o un pediatra che potrà indirizzare successivamente i genitori verso altri specialisti. Nel caso di bambini nati da madri che hanno assunto alcol durante la gravidanza ma che non presentano dismorfismi del volto, la valutazione clinica dovrà essere costante nel tempo per intercettare eventuali segni che potrebbero manifestarsi più avanti con gli anni. Indagini su una probabile sindrome feto-alcolica andranno altresì condotte in caso di bambini che presentino sintomatologia riscontrabile nella sindrome feto-alcolica ma per i quali non sia possibile accertare l’assunzione di alcol materno durante la gravidanza.

Come prevenire la sindrome feto-alcolica

Conoscere i rischi legati all’assunzione di alcol in gravidanza è fondamentale per comprendere l’importanza di una completa astinenza da ogni tipo di bevanda alcolica in ogni fase della gestazione. Non è infatti definibile un momento della gravidanza nel quale l’assunzione di alcol materno possa influire più o meno sulla crescita e il corretto sviluppo del feto né di quale sia la percentuale di alcol che l’organismo della madre riesce ad eliminare senza ledere al bambino.

Solo evitare completamente l’alcol, anche se a piccole dosi, può scongiurare il rischio di deficit neurologici e fisici del nascituro associabili alla sindrome feto-alcolica.

Per prevenire la sindrome feto alcolica i consigli sono:

  • astenersi totalmente dal bere alcolici in gravidanza, indipendentemente dalla quantità e dalla gradazione della bevanda
  • astenersi in qualsiasi periodo della gravidanza, in quanto non ci sono periodi in cui l’alcool può essere considerato innocuo
  • non bere alcolici anche se si programma una gravidanza o si sospetta che possa essere insorta, per evitare rischi anche nelle primissime fasi della gestazione
  • non bere alcolici anche in allattamento, in particolare nei primi mesi

Fonti:

Condividi su: