RDW Alto e Basso: Valori, Sintomi e Cause

La sigla RDW deriva dall’inglese “red blood cell distribution width” e indica l’ampiezza della distribuzione degli eritrociti cioè dei globuli rossi. Sostanzialmente si tratta di un parametro che consente di determinare la distribuzione sia della dimensione che del volume dei globuli rossi e valutare la presenza o meno di qualche forma di anemia.

L’RDW è un parametro che viene fornito dall’emocromo e che consente di valutare la variabilità dei nostri eritrociti.

Tuttavia, è bene sapere già in prima battuta che il solo valore di RDW non è sufficiente per stilare una diagnosi certa, ma il medico dovrà avere a disposizione tutti i dati forniti dall’emocromo ed eventualmente chiedervi di sottoporvi ad analisi più specifiche.

Infatti, può accadere che abbiate una distribuzione disomogenea dei globuli rossi ma non possedere alcuna patologia.

Il valore di RDW che leggiamo sulle nostre analisi del sangue dipende da come esso viene calcolato. Se si sceglie di utilizzare la deviazione standard abbiamo l’RDW-SD se invece il parametro che si utilizza è il coefficiente di variazione allora si ha l’RDW-CV.

La scelta dell’uno o dell’altro parametro dipendono dal laboratorio in cui si eseguono le analisi e tale valore non condiziona la diagnosi del medico. I sintomi di questo disturbo sono molto disparati e talvolta l’alterazione di questi valori è completamente asintomatica.

Se hai un valore di RDW-SD o RDW-CV alterati ti consiglio di leggere i nostri articoli dedicati proprio a questi parametri!

I valori normali di entrambi i parametri possono variare a seconda dell’età del paziente e anche dal laboratorio in cui si eseguono le analisi, come accade anche per altri valori.

I valori normali medi dell’RDW-SD sono compresi tra 39-46 fL (femtolitri), mentre quelli dell’RDW-CV, per essere più precisi, vengono distinti in base al sesso e all’età del paziente nel modo seguente.

Nelle donne sono i seguenti:

  • a 2 anni sono compresi tra 12,0-14,5%;
  • dai 3 ai 5 anni sono compresi tra 12,0-14,0%;
  • dai 6 agli 11 anni sono compresi tra 11,6-13,4%;
  • dai 12 ai 15 anni sono compresi tra 11,2-13,5%;
  • nell’età adulta sono compresi tra 11,9-15,5%

Nell’uomo invece sono:

  • a 2 anni d’età sono compresi tra 12,0-14,5%;
  • dai 3 ai 5 anni sono compresi tra 12,0-14,0%;
  • dai 6 agli 11 anni d’età sono compresi tra 12,0–14,0%;
  • dai 12 anni ai 15 anni sono compresi tra 11,6 – 13,8%;
  • nell’età adulta sono compresi tra: 11,8-15,6%.

A cosa serve conoscere questi valori?

Conoscere il proprio valore di RDW ci aiuta a diagnosticare la possibile presenza di una alterazione a carico dei nostri globuli rossi che può influire sul trasporto dell’ossigeno ed inficiare così l’ossigenazione delle nostre cellule e dei nostri tessuti.

Il valore dell’RDW, sia RDW-SD che RDW-CV, è molto utile delle in diverse situazioni, ad esempio: un valore elevato di RDW può fornirci un importante indizio per diagnosticare una carenza nutrizionale precoce di ferro, acido folico oppure vitamina B12, in quanto esso è il primo valore che viene ad alterarsi in questi casi.

Questo parametro può essere utile per distinguere un’anemia megaloblastica causata da carenza di folati e vitamina B12 e caratterizzata da un valore elevato di RDW da una macrocitosi che presenta invece un valore normale di RDW.

Conoscendo il valore di MCV (volume corpuscolare medio) è possibile distinguere una semplice anemia da carenza di ferro che si caratterizza per un valore elevato di RDW e uno normale o basso di MCV da una talassemia di tipo eterozigotico in cui l’RDW è normale mentre l’MCV è basso.

Tuttavia questi valori da soli non sono necessari per emettere una diagnosi certa, ma è necessario sottoporsi ad altri accertamenti.

In ultima istanza, il valore di RDW può essere utilizzato come spia per la segnalazione di quei campioni di sangue che necessitano di essere analizzati con la tecnica dello striscio di sangue periferico, in quanto l’alterazione di questo valore può indicare una frammentazione, un’agglutinazione o un’alterazione della forma dei globuli rossi (globuli rossi dismorfici).

RDW basso: cosa indica? 

Quando si parla di RDW basso in realtà si sta confondendo il senso del valore stesso. Infatti, in clinica medica un valore basso di questo parametro coincide con la normalità ed esso ha significato solo se paragonato con l’MCV.

In sostanza, un RDW basso (cioè normale) indica che le cellule del vostro sangue hanno tutte pressoché la stessa dimensione e questo vuol dire che esso non ha alcun significato patologico se preso singolarmente. È possibile, tuttavia, distinguere tre casi:

  • RDW e MCV normali: condizione di anemia provocata da malattie croniche, perdita copiosa di sangue acuta oppure emolisi (rottura dei globuli rossi), anemia causata da una patologia a carico dei reni;
  • RDW normale e MCV basso: talassemia in forma eterozigotica, anemia causata da una malattia di natura cronica, beta-talassemia caratterizzata da un’alterazione nella sintesi delle catene proteiche beta dell’emoglobina;
  • RDW normale e MCV alto: anemia aplastica, epatopatia cronica, uso di farmaci chemioterapici e antivirali, abuso di bevande alcoliche.

RDW alto: quali sono le cause?

La condizione di RDW alto è sicuramente più frequente ed essa è segno di una patologia a carico dei globuli rossi. Se questo valore è alterato vuol dire che la popolazione dei nostri eritrociti non è ben distribuita ma è molto eterogenea.

Inoltre, un suo valore alterato può indicare la presenza di due popolazioni di eritrociti presenti nel nostro sangue che possono essere rivelati solo eseguendo queste analisi dal momento che gli altri valori dell’emocromo come MCH, MCHC e l’MCV rappresentano valori medi calcolati che non tengono conto delle differenze singole di queste cellule.

Infatti, solo comparando il valore di RDW con quelli di MCV ed MCH è possibile distinguere tra un’anemia sideroblastica associata o meno da una carenza di ferro da un’anemia megaloblastica. Vediamo nel dettaglio le casistiche possibili:

  • RDW alto ed MCV alto: anemia emolitica di natura autoimmune (il nostro organismo produce anticorpi contro i nostri stessi eritrociti), carenza di acido folico o di vitamina B12, sindrome mielodisplastica, uso di farmaci chemioterapici citotossici, epatopatia cronica;
  • RDW alto ed MCV basso: carenza di ferro, alterazione della forma degli eritrociti per β-talassemia;
  • RDW alto ed MCV normale: inizio di una carenza precoce di ferro, folati e vitamina B12 che può provocare un’anemia dimofica, anemia falciforme (i globuli rossi hanno la forma di una falce e non trasportano l’ossigeno), epatopatia cronica.

Questo articolo ha solo uno scopo divulgativo e le informazioni qui riportate non vogliono minimamente sostituirsi al parere di un medico esperto né formulare una diagnosi al suo posto.

Hai un valore alterato dell’MCH?
Scopri le cause e i motivi: MCH altoMCH basso

Condividi su: