Piastrine Basse nel Sangue: Cause, Sintomi e Valori Normali

Attraverso le analisi del sangue è possibile valutare diversi parametri del nostro organismo, così da andare ad indagare anche il nostro stato di salute, avendo la possibilità di monitorare la percentuale di diverse sostanze presenti nel sangue. Tra queste sostanze abbiamo anche le piastrine.

In questo articolo ci occuperemo di una condizione in cui, dalle nostre analisi, riulta la presenza di piastrine basse. Andremo a vedere insieme quali sono i valori normali di questo parametro e quali sono i rischi di una carenza di piastrine.

Che cosa sono le piastrine? A cosa servono?

Come abbiamo accennato nella breve introduzione, le piastrine sono una delle tante sostanze che possono essere dosate nel sangue attraverso un semplice prelievo in laboratorio.

Più specificamente si tratta di frammenti di cellule molto leggere e molto piccole, prive di nucleo, conosciute anche con il nome di trombociti. Anche se le piastrine sono minuscole e leggerissime, però, non significa che non svolgano funzioni importanti.

Infatti, la funzione principale delle piastrine è quella di intervenire nel caso in cui si stia verificando un sanguinamento, ad esempio a causa di una ferita. Lo scopo di queste cellule è, appunto, quello di arrestare il sanguinamento svolgendo i seguenti compiti:

  • Le piastrine si aggregano tra di loro;
  • Aderiscono alla lesione del tessuto o del vaso sanguigno in cui si sta verificando il sanguinamento;
  • Rilasciano dei particolari composti chimici che andranno a stimolare l’aggregazione di altre piastrine sulla zona di interesse.

Emostasi è invece il nome con cui ci si riferisce al meccanismo che il nostro organismo mette in atto per riparare i danni che ha subito, continuando a mantenere una certa fluidità ematica.

In questo modo le lesioni vengono tenute sotto controllo dalle piastrine e il sangue continua a svolgere la sua funzione di trasporto per tutto il resto del corpo, assicurandosi che non si verifichino, ad esempio, carenze di ossigeno.

La produzione delle piastrine avviene nel midollo osseo, grazie all’azione di un ormone fondamentale che viene prodotto a sua volta dai reni e dal fegato: la trombopoietina.

Il midollo osseo produce le piastrine continuamente perché queste non sopravvivono più di dieci giorni nel flusso ematico e quindi l’organismo ha bisogno di sostituirle costantemente.

Detto con parole più semplici, quando si verifica una lesione, le piastrine, dopo aver individuato tale rottura, vanno letteralmente ad aderirvi, accumulandosi ed ammassandosi su di essa, creando una sorta di “tappo”.

Allo stesso tempo, si verificano tutti i processi della coagulazione sanguigna attraverso i quali si ricominciano a formare i tessuti e le fibre che andranno ad inspessire anche questo tappo.

Fare l’esame per il dosaggio delle piastrine, come vedremo meglio in seguito, è importantissimo per andare a diagnosticare alcune condizioni patologiche, compresi i disturbi della coagulazione del sangue che, spesso, possono essere molto pericolosi per il nostro organismo.

Come funziona l’esame delle piastrine?

Avrai sicuramente intuito che, per sottoporti alla conta piastrinica (cioè per individuare se il nostro organismo è soggetto ad una carenza o ad una produzione eccessiva di piastrine), dovrai fare un prelievo ematico.

Generalmente il prelievo di sangue verrà effettuato su una vena dell’avambraccio e le provette di sangue che ti saranno state prelevate verranno consegnate direttamente al laboratorio di analisi. Non ci sono particolari norme di preparazione da seguire per questo esame.

Quando viene prescritto l’esame delle piastrine?

L’esame delle piastrine, tra le altre cose, fa parte degli esami del sangue di routine, ossia quegli esami a cui dobbiamo sottoporci una volta ogni tanto per monitorare il nostro stato di salute (emocromo).

Inoltre il medico ci prescriverà questo esame quando sospetta la presenza di disturbi della coagulazione, una carenza di piastrine oppure malattie che interessano il midollo osseo.

Questi sospetti, generalmente, insorgono quando si manifestano alcuni dei seguenti sintomi:

  • Sanguinamento prolungato in presenza di ferite e/o lezioni molto piccole;
  • I lividi si formano con estrema facilità;
  • Sanguinamento sottocutaneo che formano delle macchie violacee sulla pelle;
  • Le mestruazioni sono più abbondanti del solito;
  • Epitassi piuttosto frequenti, ossia il sanguinamento dal naso;
  • Tracce di sangue nelle feci;
  • Si formano delle petecchie, ossia delle macchie rosse sulla pelle molto piccole.

Infine il medico prescrive la conta delle piastrine quando sospetta che ci sia una condizione di trombocitosi, ossia un eccessiva produzione di piastrine, anche se, generalmente, questa condizione non è accompagnata da sintomi ben precisi.

Quali sono i valori di riferimento?

Prima di parlare dei valori normali delle piastrine, è importante ricordare che, i valori, possono essere diversi in base al laboratorio in cui abbiamo fatto l’esame. Di conseguenza ti consigliamo di tener conto solo dei valori che sono riportati sul tuo referto delle analisi.

Detto questo, i valori generalmente ritenuti normali per le piastrine nel sangue sono i seguenti:

  • Valori compresi tra 150000-400000 per μL. 

Che cosa succede se i valori delle piastrine sono troppo bassi?

Quando dalle nostre analisi emerge che il livello di piastrine è eccessivamente basso, allora ci troviamo in una condizione di piastrinopenia, anche conosciuta come trombocitopenia.

Questa condizione può avere diverse cause e può essere dovuta a diverse condizioni patologiche che spaziano dai disturbi in cui le piastrine vengono distrutte continuamente, a disturbi del midollo osseo, oppure disturbi che riguardano proprio la produzione delle stesse piastrine.

Tra le cause più comuni di piastrine basse ricordiamo soprattutto quelle citate in seguito:

  • Alcune forme di anemia, come l’anemia aplastica, l’anemia perniciosa o l’anemia emolitica;
  • Presenza di una malattia autoimmune, come il Lupus Eritematoso Sistemico;
  • Presenza di alcune infezioni virali, ad esempio la mononucleosi, l’HIV oppure l’epatite C;
  • Presenza delle mestruazioni nel momento del prelievo;
  • La presenza di alcuni tumori, ad esempio il linfoma o la leucemia che interessano il midollo osseo;
  • Una coagulazione intravascolare disseminata;
  • L’abuso di bevande alcoliche da parte del paziente;
  • Presenza di una grave infezione batterica, ad esempio la sepsi;
  • Terapie antitumorali in corso, come la radioterapia o la chemioterapia;
  • La presenza di una cirrosi epatica;
  • Problemi di sanguinamento cronico ad esempio in presenza di una ulcera gastrica;
  • Valvola cardiaca protesica;
  • Presenza di malattie linfoproliferative.

Ovviamente, per individuare la causa precisa della tua carenza di piastrine, il medico ti sottoporrà ad ulteriori esami di controllo, in modo tale da arrivare al fulcro centrale del problema e trovare, quindi, anche la soluzione più adatta.

Ci sono dei fattori che possono influenzare l’esito dell’esame?

Così come accade per tanti altri esami del sangue, anche nel caso della conta delle piastrine possono subentrare dei fattori che influenzano l’esito dell’esame.

Tra questi fattori ricordiamo soprattutto i seguenti:

  • L’assunzione di alcuni farmaci, ad esempio la comunissima aspirina, oppure l’assunzione di estrogeni o dei contraccettivi orali;
  • Uno sforzo fisico intenso piuttosto recente;
  • La presenza di una gravidanza incide sui valori delle piastrine che circolano nel flusso ematico del paziente. Anche dopo il parto le piastrine risulteranno particolarmente basse;
  • Il fatto che la persona viva ad alta quota potrebbe aumentare il livello delle piastrine;
  • Nel periodo che precede la comparsa del ciclo mestruale le piastrine potrebbero essere più basse del normale;
  • L’assunzione di bevande alcoliche;
  • Il fatto che il paziente si stia sottoponendo a terapie antitumorali, come la chemioterapia o la radioterapia.

Ne deriva che, per ottenere dei risultati più veritieri possibile, sarebbe meglio informare il personale specializzato di qualsiasi fattore presente che possa lontanamente influenzare l’esito dell’esame. Solo in questo modo si possono adottare le giuste precauzioni ed ottenere i risultati corretti.

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