HCV Ab è una sigla che sta ad indicare gli specifici anticorpi prodotti dal nostro organismo per l’epatite virale di tipo C.
Il virus dell’epatite C si trasmette in genere per via parenterale ovvero per contatto diretto con il sangue infetto che viene a contatto con mucose. Il contagio può avvenire anche per mezzo di rapporti sessuali non protetti, presenza di piccole lesioni e per trasmissione verticale dalla madre al feto.
Recentemente si è assistito ad un brusco aumento dei contagiati da parte di questo virus ed il tutto è da mettere in relazione a comportamenti non proprio salubri legati alla moda e ai costumi del momento. Stiamo parlando della pratica dei tatuaggi e dei piercing che se non effettuati con le massime precauzioni di sterilità possono rappresentare un veicolo per la diffusione dell’epatite C.
La diagnosi dell’infezione di epatite C si effettua inizialmente attraverso un semplice esame del sangue per ricercare la presenza o meno di anticorpi anti-HCV (HCV-Ab). Si tratta di un primo screening che sarà seguito da ulteriori esami più specifici e approfonditi essendo molto alta la percentuale di falsi positivi.
Nel corso di questa guida individueremo quali possono essere le eventuali problematiche e patologie collegate con la presenza degli HCV-Ab nel sangue.
In questo articolo parliamo di:
- Che cos’è l’epatite?
- Che ruolo hanno gli anticorpi HCV (HCV Ab) nella diagnosi dell’epatite C?
- Come viene trasmessa l’epatite C?
- Quali sono i sintomi dell’epatite C?
- Come si può prevenire l’epatite C?
- Quali sono i trattamenti farmacologici per curare questa malattia?
- Si può guarire totalmente dall’epatite C?
Che cos’è l’epatite?
L’epatite è una malattia che colpisce il fegato e ne provoca la necrosi delle cellule. La causa dell’epatite può risiedere in diversi tipi di virus, per questo motivo abbiamo diverse classificazioni della patologia, in base al virus da cui si è generata.
Le varie classificazioni sono le seguenti:
- Epatite A: causata dal virus HAV che solitamente ha un decorso benigno;
- Epatite B: causata dal virus HBV che può degenerare in una forma cronica e talvolta portare a cirrosi epatica;
- Epatite C: causata dal virus HCV che ha alte probabilità di cronicizzare e sviluppare cirrosi epatica nel giro di 15 anni;
- Epatite D: causata dal virus HDV in congiunzione con il virus dell’epatite B che contribuisce alla cronicizzazione;
- Epatite E: Causata dal virus HEV che non porta alla cronicizzazione dell’infezione, tuttavia ha un alto tasso di mortalità.
Esistono dunque diversi tipi di epatite, con gli anticorpi HCV che sono una risposta del terzo tipo di epatite, la C.
Che ruolo hanno gli anticorpi HCV (HCV Ab) nella diagnosi dell’epatite C?
Il test in questione può offrire due tipi di risultati:
- negativo: nel caso in cui appunto gli anticorpi HCV Ab nel sangue sono assenti. Si tratta però di una diagnosi, come vedremo più avanti, che non è necessariamente definitiva;
- positivo: nel caso in cui invece l’anticorpo sia presente. In questo caso è diagnosticata l’epatite C.
Il test, tuttavia, non può essere ritenuto attendibile fino all’undicesima settimana dall’avvenuta infezione. In caso dunque di infezione che risale ad un periodo che va dal momento del prelievo fino a 3 mesi prima, il risultato negativo non può essere ritenuto attendibile.
Come viene trasmessa l’epatite C?
L’epatite C si trasmette prevalentemente attraverso le trasfusioni di sangue, di seguito elenchiamo alcuni fattori che hanno un ruolo fondamentale nella trasmissione di questo virus:
- aghi infetti (come nel caso di tossicodipendenti che usano la stessa siringa);
- tagli con rasoi;
- tatuatori e piercing che non rispettano le norme igieniche;
- rapporti sessuali non protetti;
- trasfusioni di sangue infetto.
La causa della trasmissione del virus dell’epatite C sono dunque sempre di carattere ematico e non sembrerebbe possibile, almeno allo stadio degli studi più recenti,
La trasmissibilità dell’epatite C da madre a feto
Per quanto riguarda invece la possibilità di trasmettere il virus da gestante a feto, le statistiche mediche registrate in Italia riportano un 6% dei casi nei quali il virus si trasmette dalla futura madre al bambino.
A determinare la trasmissione o meno del virus contribuiscono:
- la virulenza della madre, ovvero la presenza durante la gestazione del virus nel sangue;
- la tossicodipendenza della madre, che si tratti di problematica in corso, oppure pregressa, sembrerebbe aumentare la possibilità che si verifichi la trasmissione del virus;
- la co-presenza di infezione da HIV, causando immunodeficienza, sembrerebbe avere delle relazioni con la trasmissibilità del virus dalla madre al figlio.
Quali sono i sintomi dell’epatite C?
L’epatite C è spesso asintomatica, almeno nelle sue manifestazioni più lievi. In altri casi invece si tratta di una patologia che può presentarsi con un novero di sintomi particolarmente eterogeneo:
- dolore alle articolazioni;
- prurito della cute;
- problemi alla vista;
- vertigini;
- stanchezza;
- febbre;
- mal di testa e mal di gola;
- vomito;
- nausea;
- perdita della libido;
- arrossamento delle mani;
- dolore sotto al costato destro;
- perdita di appetito;
- ittero.
Le problematiche sopra elencate possono comparire anche in concorso. Sono facilmente però confondibili con i sintomi di molte altre malattie, motivo per il quale l’unico riscontro effettivamente affidabile che si ha per rilevare la presenza di epatite C nel paziente è il ricorso al test HCV Ab.
Come si può prevenire l’epatite C?
Per prevenire questa malattia virale che coinvolge la funzionalità epatica, i medici consigliano di seguire alcuni di questi consigli:
- non recarsi in strutture che non rispettano le norme igieniche per piercing e tatuaggi (l’utilizzo di aghi non sterilizzati costituisce un grande rischio di contrarre questa malattia);
- lavarsi le mani prima di mangiare;
- evitare l’abuso di sostanze stupefacenti, soprattutto per via endovenosa;
- non fidarsi di trasfusioni dalla dubbia provenienza, nonostante, almeno a rigor di logica e comunque per legge le trasfusioni sono riservate ovviamente a strutture mediche avanzate, che dovrebbero effettuare controlli anche particolarmente rigidi sul sangue da utilizzarsi per la trasfusione stessa.
Il fattore comportamentale diventa dunque di fondamentale importanza per evitare le possibilità di contagio.
Quali sono i trattamenti farmacologici per curare questa malattia?
La medicina attuale ha sviluppato diversi farmaci per il trattamento dell’epatite C, i più diffusi sono:
- Antivirali: come Ribavirina;
- L’interferone (che può usare molti effetti collaterali tra cui nausea, vomito, alopecia, stanchezza amplificata, diminuzione dei globuli bianchi, secchezza orale. Tuttavia questi effetti possono essere controllati con rimedi naturali);
- Una combinazione di Ribavirina e Interferone;
- L’integrazione di una proteina già prodotta dal corpo umano: la Timosina;
- Terapia a base di enzimi che provocano la scissione catalitica di RNA;
- Una terapia a base di Amantadina (un farmaco diffuso per la cura del Morbo di Parkinson);
- Una cura con un acido biliare, l’acido Ursodesossicolico;
- Terapia con Ipericina;
- Terapia a base di inibitori della proteasi;
- Terapie a base di Ciclosporine;
- Antivirali di nuova scoperta: Sofosbuvir;
- Trapianto del fegato.
Questi trattamenti vengono applicati anche per le altre epatiti, tuttavia la combinazione di interferone alfa e ribavirina risulta il più efficace per la cura dell’epatite C cronica.
L’epatite C acuta non ha bisogno di essere necessariamente trattata con dei farmaci, può essere contenuta con una giusta alimentazione che non sovraccarichi il fegato (verdura, frutta e antiossidanti), ed è consigliata l’astensione totale dalle bevande alcoliche.
Si può guarire totalmente dall’epatite C?
Se trattata nel modo più adeguato si può guarire dall’epatite C. Tuttavia, in alcuni casi, il virus può ripresentarsi nell’organismo. Anche se è una malattia a lungo termine che può avere gravi conseguenze epatiche (come la cirrosi e il tumore al fegato), la si può gestire in modo da poterci convivere.
I consigli dei medici per condurre uno stile di vita relativamente normale in presenza del virus HCV sono i seguenti:
- seguire un’alimentazione equilibrata che non mette sotto sforzo il fegato;
- fare una giusta attività fisica senza esagerare;
- seguire regolarmente i trattamenti farmacologici che ha prescritto il medico;
- evitare l’assunzione di alcol;
- evitare l’assunzione di sostanze stupefacenti.
La cosa più importante nel caso in cui si contrae il virus HCV è farsi seguire da un epatologo, ossia un medico specializzato nelle malattie del fegato.
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