Inchiostro Tatuaggi: Composizione e Allergia

Sempre più persone decidono di decorare la propria pelle con un tatuaggio sia perché di moda sia per ricordare un evento questo simbolo sembra ormai intramontabile.

Quella di tatuarsi il corpo è una pratica sempre più diffusa e comune, tanto che in molti sono tentati di ornare una zona del proprio corpo con uno di questi disegni permanenti.

Inchiostro tatuaggi

Prima di procedere all’operazione vera e propria, però, sono molti i dubbi che possono insorgere: qual è la composizione dell’inchiostro dei tatuaggi? È possibile sviluppare un’allergia all’inchiostro che verrà iniettato sotto la propria pelle in maniera indelebile?

In questo articolo abbiamo cercato di chiarire proprio i dubbi relativi a questi due quesiti.

Composizione dell’inchiostro per tatuaggi

Come sono composti gli inchiostri utilizzati per i tatuaggi?

I produttori di queste sostanze non sono obbligati a riportare quali sono i materiali e gli elementi di cui sono costituiti i colori che si utilizzano per ornare la pelle, ma in linea di massimo si tratta di miscele di inchiostro contenenti tinture a base vegetali, sali metallici e materie plastiche.

Dunque tali inchiostri non hanno una composizione chimica precisa e descrivibile, anche se sono tutti costituiti da due componenti standard: il pigmento e il veicolo.

Il veicolo ha la funzione di distribuire in maniera uniforme il pigmento in una matrice liquida, così da evitare l’insorgenza di agglomerati di pigmenti e rendere più scorrevole l’iniezione sottocute.

Tra i veicoli più adoperati troviamo l’acqua purificata, l’alcol etilico, la listerina, la glicerina, l’amamelide di origine vegetale e il glicole propilenico.

Alcune di queste sostanze non sono proprio innocue per il nostro organismo e se adoperate male possono essere anche tossiche. Tra di esse sicuramente ci sono l’alcool denaturato e altri tipi di alcool come il metanolo, il glicole propilenico e la formaldeide.

Per quanto riguarda la colorazione, sono i pigmenti a conferire il colore desiderato alla pelle. Alcuni pigmenti hanno origine vegetale e dunque si ottengono per estrazione diretta dalle piante.

Tuttavia questo non vuol dire che il pigmento sia innocuo perché anche una sostanza di origine vegetale può provocare allergia. E’ più frequente trovare inchiostri ottenuti sinteticamente, attraverso processi a umido e a secco che includono dissoluzioni, reazioni più o meno complesse, precipitazioni, filtrazioni, lavaggi, essiccamenti, calcinazioni.

Sebbene la composizione, come accennato, vari a seconda del colore, le analisi di laboratorio, condotte con strumentazioni specifiche, hanno dimostrato che le sostanze più frequentemente presenti sono alluminio, titanio, ossigeno e carbonio.

Attualmente sono molto pochi gli studi di tossicità e cancerogenicità condotti sull’uomo volti a dimostrare la totale assenza di tossicità di queste sostanze.

Poiché i tatuaggi comportano l’infiltrazione di pigmenti ed altri materiali sottocute si spera che nel prossimo futuro venga creata una regolamentazione ad hoc per tutelare la salute di coloro che si sottopongono a questa pratica, onde evitare l’uso di sostanze tossiche ed allergizzanti.

Infatti, come molti sapranno, farsi tatuare la pelle implica l’iniezione di piccole gocce di inchiostro sottopelle, attraverso l’uso di apparecchiature manuali che prevedono punture con aghi che forano ripetutamente l’epidermide.

Tale processo, oltre a prevedere l’infiltrazione di queste sostanze, viene effettuato senza anestesia e può durare anche diverse ore. È normale essere soggetti ad un leggero sanguinamento e dolore di entità variabile.

Tutto questo fa sorgere dunque dei dubbi circa la salubrità che una cosa apparentemente innocua come un tatuaggio possa comportare: l’inchiostro è tossico? Vi è il rischio di allergia?

Rischi dei tatuaggi: l’allergia all’inchiostro

Questa operazione causa una lesione della pelle, quindi esiste il rischio di infezioni cutanee batteriche localizzate che si caratterizzano per la presenza di rossore, gonfiore e pus. Una seconda problematica è legata proprio alle eventuali reazioni allergiche, che si manifestano come violente eruzioni cutanee pruriginose.

Le allergie che possono manifestarsi nelle sede del tatuaggio sono sia legate agli inchiostri utilizzati sia ai guanti in lattice adoperati dai tatuatori.

Per sottrarsi a questo rischio  è possibile effettuare dei test allergici preliminari presso strutture specializzate: queste analisi eviteranno che si scatenino spiacevoli reazioni.

Sappiate, inoltre, che le reazioni più frequenti sono legate al colore rosso, mentre il nero/blu sembra essere inerte.

La reazione al lattice, invece, causa arrossamenti nella zona dove il contatto con le mani del tatuatore è stato più frequente. Anche per ovviare questo inconveniente potete effettuare i test allergici.

Allergia inchiostro tatuaggio

Fonte foto: farmacovigilanza.org

Le manifestazioni allergiche possono insorgere anche a distanza di anni.

Tatuarsi può comportare altri problemi come i granulomi (ossia un ispessimento della pelle, causato dalla proliferazione del tessuto cicatriziale), oppure complicazioni nell’esecuzione di una risonanza magnetica in quanto molti pigmenti sono magneticamente attivi.

Nei casi più gravi è possibile contrarre patologie infettive, qualora l’attrezzatura usata fosse contaminata da sangue infetto.

I rischi sono molto ancora più alti se si pensa che l’utilizzo di una strumentazione non idonea può trasmettere gravi malattie come epatite, tetano e HIV.

Per questo è molto importante informarsi bene circa il modo di lavorare del tatuatore a cui si vuole affidare la propria pelle e la propria salute.

Curare il tatuaggio: norme di buona pratica

Come comportarsi quando si ha un tatuaggio appena fatto? Ci sono delle precauzioni da seguire pedissequamente se si vogliono evitare spiacevoli inconvenienti.

Innanzitutto dobbiamo pensare al tatuaggio come una vera e propria ferita quindi la medicazione che viene posta non deve essere rimossa prima che siano passate 24 ore.

Successivamente, è consigliato applicare una crema antibiotica sulla zona in modo da evitare una possibile proliferazione batterica.

Quando si lava la zona lesa bisogna evitare di usare prodotti aggressivi e di strofinare la pelle energicamente, ricordando di applicare una buona crema idratante dopo la detersione.

Anche l’esposizione al sole va evitata per i primi periodi, almeno per qualche settimana, ossia il tempo di far sparire le eventuali croste. I

noltre, è sempre una buona abitudine quella di applicare sulla zona una crema protettiva al elevato filtro non solo quando ci si reca al mare ma anche quando si espone semplicemente quella parte al sole.

Nel caso in cui temeste di aver contratto qualche infezione vi consigliamo di rivolgervi al vostro medico, che saprà come aiutarvi.

In caso di allergia all’inchiostro è bene rivolgersi ad un dermatologo, che potrà quantificarvi la gravità della cosa ed indirizzarvi verso uno specialista allergologo.

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