Emazie Ipocromiche: cosa sono? perché possono essere alte?

Cosa sono le emazie ipocromiche? Come si valuta la concentrazione delle emazie? Quali sono i valori generalmente considerati normali per questo parametro? Quali, invece, i valori che suscitano preoccupazione? Quali sono i rischi delle emazie ipocromiche?

In questo articolo cercheremo proprio di rispondere a tutte queste domande, cercando di fornirvi un quadro completo per la comprensione del significato di questa espressione, in particolare le ipocromiche, e del loro funzionamento.

Che cosa sono le emazie? Cosa vuol dire ipocromiche?

Le emazie sono comunemente conosciute con il nome di globuli rossi, o eritrociti. Più precisamente sono delle cellule che si trovano nel sangue e sono deputate principalmente al trasporto di ossigeno. La particolarità di queste cellule è quella di non possedere un nucleo.

Vista l’assenza di nucleo, le emazie appaiono come dei piccolissimi dischi schiacciati al centro, e proprio questa forma gli permette di infilarsi anche nei vasi sanguigni più piccoli e scomodi come i capillari.

Oltre a dover trasportare l’ossigeno dai polmoni ai vari tessuti, l’emoglobina presente nelle emazie è responsabile anche del trasporto di anidride carbonica. Per questo motivo l’emoglobina è la parte più importante dei globuli rossi.

L’emoglobina è formata da quattro atomi di ferro che si legano all’ossigeno, assumendo, così, il tipico colore rossastro. Quando parliamo di “emazie ipocromiche” ci riferiamo proprio a una specifica condizione delle emazie, di cui parleremo meglio in seguito.

Quando si verifica la condizione di emazie ipocromiche?

Con la dicitura emazie ipocromiche facciamo riferimento ad una condizione in cui nell’organismo del paziente risulta una quantità di emoglobina inferiore rispetto alla norma.

Come abbiamo visto l’emoglobina assolve dei compiti molto importanti per il corretto funzionamento del corpo umano. Per cui una diminuzione quantitativa di essa potrebbe comportare delle difficoltà molto serie per l’individuo.

Di solito la condizione di emazie ipocromiche è connessa a delle patologie, spesso collegate tra loro, come le seguenti:

In generale l’anemia è conosciuta come quella patologia dovuta da una mancanza di ferro; mentre la talassemia come una patologia causata dall’alterazione della sintesi dell’emoglobina. Per cui si può dire che le due malattie sono collegate tra loro anche perché spesso una può essere causata dall’altra.

Nei prossimi paragrafi cercheremo di illustrarvi le cause e le conseguenze dell’anemia, in modo tale da rendere più comprensibile il meccanismo delle emazie ipocromiche.

Anemia ed emazie ipocromiche: quali analisi fare?

Visto che l’emoglobina è la molecola responsabile del colore rossastro degli eritrociti, una condizione in cui il numero di queste molecole diminuisce, comporterà anche un cambiamento nel colore e nelle dimensioni dei globuli rossi, i quali diventeranno più chiari e più piccoli.

L’ipocromia, quindi, è alla base dell’anemia, e può essere causata e peggiorata da altri fattori molto importanti, ad esempio i seguenti:

  • Carenza e/o perdita di ferro (a causa di emorragie);
  • Infezioni di varia natura;
  • Malnutrizione;
  • Disfunzione nell’assorbimento del ferro;
  • Scarsa assunzione di carne;
  • Mancanza di vitamina B6;
  • Malattie di varia natura, anche renali;
  • Assunzione di alcuni farmaci.

Infine tra le cause dell’anemia, come abbiamo accennato nel paragrafo precedente, potrebbe esserci anche la talassemia o la presenza di particolari disturbi dello sviluppo.

Trattandosi di un valore del sangue sarà possibile valutare i livelli dell’emoglobina attraverso un semplice prelievo ematico, con il quale si effettuerà un esame emocromocitometrico completo (o emocromo) che ci darà come responso la presenza di emazie ipocromiche o meno.

Come facciamo ad accorgerci se siamo affetti da anemia?

Per far si che l’anemia e dunque la presenza di emazie ipocromiche venga diagnosticata in tempo, è opportuno che l’individuo sia a conoscenza dei sintomi di questa condizione patologica, in modo tale da riferirli al medico, il quale, appunto, ci prescriverà di effettuare un emocromo per valutare meglio la situazione.

I sintomi più frequenti dell’anemia da carenza di ferro sono i seguenti:

  • Sensazione di affaticamento durante le semplici attività giornaliere;
  • Aumento eccessivo della frequenza cardiaca durante l’attività fisica;
  • Pallore cutaneo;
  • Le gengive assumono un aspetto più chiaro del normale;
  • Sensazione di avere sempre il “fiato corto”;
  • Capogiri;
  • Polso debole.

Quali sono i valori normali per l’emoglobina che si trova nelle emazie?

Nonostante i valori di riferimento possano variare di laboratorio in laboratorio, quelli che di solito vengono considerati normali sono i seguenti:

  • Donne: 12.3-15.3 g/dL;
  • Uomini: 14.0-17.5 g/dL.

Nel momento in cui risulterà, nei globuli rossi, una concentrazione di emoglobina inferiore rispetto ai valori normali, allora sarà presente la condizione di ipocromia.

Cosa succede quando i valori sono troppo bassi?

Abbiamo già detto che bassi livelli di emoglobina nel sangue possono causare una condizione di anemia. Tuttavia le condizioni, patologiche e non, che derivano da un abbassamento di questi valori, possono essere diverse, tra cui:

  • Forte emorragia;
  • Carenza di vitamina B6;
  • Presenza di un’infezione;
  • Ipotiroidismo;
  • Tumore di Hodgkin;
  • Morbo di Addison;
  • Lupus eritematoso sistemico;
  • Malattie dei reni;
  • Cirrosi epatica;
  • Malnutrizione;
  • Leucemia;
  • Febbre reumatica;
  • Endocardite;
  • Mieloma multiplo;
  • Soppressione del midollo osseo.

Infine, bassi livelli di emoglobina nei globuli rossi, potrebbero essere determinati anche dalla presenza di una gravidanza, in quanto, durante il periodo di gestazione, si può assistere a una sorta di “diluizione” del sangue che può comportare alla comparsa di emazie ipocromiche.

Quando viene richiesto l’esame?

Generalmente il medico riterrà opportuno prescriverci questo esame per diversi motivi. Di solito, però, ci si sottopone a un emocromo anche per fare un semplice controllo di routine.

Tuttavia può essere richiesto anche in relazione a condizioni patologiche, ad esempio:

  • Per monitorare l’andamento di una determinata patologia che coinvolge questi valori;
  • Per effettuare una diagnosi precisa di patologie che prevedono uno squilibrio dei valori delle emoglobine (ad esempio quelle che abbiamo citato parlando di bassi valori).

Come si può porre rimedio a una condizione di emazie ipocromiche?

Visto che la comparsa di emazie ipocromiche è causata da una mancanza di ferro più o meno grave, la soluzione più ovvia per questo problema sarà quella di reintegrare questo minerale nel nostro organismo.

Il medico potrebbe consigliarci di assumere specifici integratori, tuttavia, nella maggior parte dei casi, è sufficiente seguire una corretta alimentazione ricca di alimenti contenenti ferro. 

Tra i cibi più frequenti e più facilmente reperibili che ci permettono di integrare il ferro nel nostro organismo, abbiamo i seguenti:

  • Legumi;
  • Pesce (soprattutto il pesce azzurro);
  • Carne;
  • Frutta secca;
  • Agrumi;
  • Broccoli;
  • Spinaci.

Come vedete tra gli alimenti che abbiamo citato ci sono anche alcuni ricchi di vitamina C (come gli agrumi). Questa vitamina, infatti, è indispensabile per favorire l’assorbimento del ferro.

E’ ovvio che, se alla base della condizione di emazie ipocromiche c’è una malattia o un’infezione, occorrerà trattare questa malattia/infezione nel modo migliore che ci verrà consigliato dal nostro medico.

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