Tumore al seno: 6 falsi miti da sfatare

Il cancro al seno è purtroppo una delle neoplasie più insidiose che possono essere diagnosticate a una donna. Tuttavia negli anni la ricerca ha fatto notevoli passi avanti, così come l’attenzione rivolta alla prevenzione e diagnosi precoce, con campagne informative realizzate anche con il sostegno di personalità del mondo dello spettacolo.

Nonostante ciò persistono ancora diversi falsi miti su questa malattia, che in alcuni casi possono portare a trascurare importanti campanelli d’allarme. Analizziamo quali sono i 6 più diffusi e per quali motivi è bene non credere a tali informazioni.

1) Il cancro al seno si manifesta solo con un nodulo

I noduli che compaiono al seno sono sempre gli osservati speciali per una diagnosi di tumore della mammella. Tuttavia non è vero che questa neoplasia si manifesta solamente in questa maniera. Infatti è bene tenere a mente che in determinati casi la massa tumorale potrebbe non essere palpabile al tatto, specialmente se il tumore è ai primi stadi. Proprio per questo motivo è necessario eseguire una mammografia a cadenza regolare se superati i 50 anni (prima se ci sono predisposizioni genetiche), oltre all’autopalpazione e all’osservazione del seno per individuare:

  • eventuali modifiche nella forma e nella dimensione dei seni,
  • presenza di affossamenti o rigonfiamenti,
  • modifiche nel colore della pelle (arrossamenti, infiammazioni, presenza di buccia d’arancia, ecc)
  • la presenza di secrezioni (siero o sangue) dal capezzolo
  • retrazione del capezzolo
  • linfonodi palpabili nell’ascella
  • dolore o tensione al seno diversi da quella della sindrome premestruale o che si presenta durante il ciclo mestruale

Non tutti sanno che il Ministero della Salute italiano ha previsto un programma di screening gratuito del tumore al seno tramite mammografia da eseguire ogni due anni per le donne di età compresa tra i 50 e i 69 anni. La legge Veronesi ha esteso il diritto alla mammografia gratuita ogni 2 anni anche alle donne tra i 45 e 49 anni.

La mammografia permette di rilevare eventuali masse tumorali non ancora palpabili. Ovviamente è falsa anche l’affermazione contraria, vale a dire che ogni nodulo che compare al seno sia necessariamente una neoplasia. I noduli possono anche avere natura benigna. Se si dovesse trovare un nodulo a seguito di autopalpazione si raccomanda di non andare nel panico e di rivolgersi a un medico. Per una diagnosi definitiva sono necessarie altre analisi.

2) Le protesi mammarie sono cancerogene

Un falso mito ancora duro a morire identifica nelle protesi mammarie una possibile causa del carcinoma mammario. Si tratta di un’affermazione falsa, anche se è bene precisare che queste protesi potrebbero coprire alcune masse tumorali che solitamente sarebbero visibili nel corso di una mammografia. In conclusione, il silicone non causa la malattia, ma potrebbe tardarne la diagnosi.

3) Solo le donne in età matura si ammalano

Questo tumore è molto più diffuso tra le donne in età matura, ma non si deve pensare che una donna giovane non possa ammalarsi. Una recente ricerca disponibile su JCO oncology practice (una pubblicazione a cura dell’American Society of Clinical Oncology) ha evidenziato che dal 2004 a oggi sono aumentati i casi di tumore del seno tra le giovani donne di età compresa tra i 15 e i 39 anni (AYA). Negli USA al momento il cancro al seno è il tipo di cancro più comune nelle donne di questa fascia d’età, rappresentando il 30% dei tumori tra le donne AYA. Il 5,6% di tutti i tumori al seno invasivi si verifica nelle donne di età tra i 15 e i 39 anni.

La ricerca ha anche sottolineato che tra le giovani donne sia maggiormente diffuso il cancro al seno triplo negativo, vale a dire una delle forme più aggressive e difficili da curare della malattia. Oltretutto spesso nelle donne con meno di 40 anni la malattia è diagnosticata quando già sono presenti metastasi a distanza. In virtù di quanto detto, anche le giovani donne dovrebbero sottoporsi a visite frequenti e auto palpazione al fine d’individuare possibili segnali d’allarme.

4) Anche il reggiseno e il cellulare causano il cancro al seno

Questa affermazione non ha alcuna base scientifica. Per quanto riguarda il reggiseno, la credenza che lo vede come un fattore cancerogeno deriva dal fatto che alcuni modelli possono irritare la cute per via del ferretto. In effetti questo tipo di reggiseno potrebbe in determinate circostanze causare ferite soggette a infezioni batteriche, ma non c’è alcune evidenza scientifica che lo collega al tumore della mammella (fonte). In generale i traumi o le infezioni al seno non possono dare il via alla carcinogenesi. Lo stesso discorso vale per il cellulare, identificato da alcuni come responsabile del tumore al seno per via di alcune ricerche che hanno ipotizzato una correlazione con alcuni tumori cerebrali. Tali studi non hanno però trovato alcun legame tra la neoplasia del seno e il cellulare.

5) Le donne con un seno piccolo hanno meno probabilità di ammalarsi

Negli anni si è diffusa sempre più la credenza che vede le donne con un seno di piccole dimensioni meno interessate dalla malattia. Si tratta ovviamente di un’affermazione falsa. Non esistono infatti studi che abbiano trovato una correlazione tra la dimensione del seno della donna e le probabilità di ammalarsi di cancro al seno. Di conseguenza è falsa anche l’affermazione contraria, vale a dire che le donne con un seno molto grande sono più interessate dal fenomeno.

Occorre però precisare che alcuni noduli maligni potrebbero essere più facilmente identificabili se si esegue l’auto palpazione su seni di piccole dimensioni. In questo caso però si parla di elevate probabilità di accorgersi in maniera tempestiva dei sintomi della malattia, che è ben diverso dall’affermare che un seno piccolo sia meno a rischio di carcinoma mammario.

6) Il tumore al seno colpisce solo le donne

Il tumore al seno rappresenta quasi un terzo delle diagnosi di tumore nelle donne, eppure non è un tumore esclusivamente femminile. Anche se con incidenza molto bassa, pari a meno dell’1%, il tumore al seno può colpire anche l’uomo (fonte).

Sono maggiormente a rischio gli uomini

  • con mutazioni nel gene BRCA2, che causa il 4-14 per cento circa dei tumori mammari maschili
  • affetti da sindrome di Klinefelter, un disordine cromosomico causato da un  cromosoma X in più nei maschi.
  • sottoposti a grandi quantità di raggi X al torace, per esempio chi si è sottoposto a radioterapia per pregressi tumori ai polmoni o linfomi al mediastino
  • in terapia ormonale per tumore della prostata,
  • obesi, a causa del conseguente aumento della produzione di estrogeni che mettono maggiormente a rischio di sviluppo di tumore alla mammella.
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