Sangue di cervo: per cosa è usato il rimedio orientale? Leggende e cosa dice la scienza

Continuano a rimbalzare su media e social notizie non confermate di una malattia del presidente russo Vladimir Putin, insieme a voci su cure e rimedi non convenzionali a cui farebbe ricorso. Tra queste ha suscitato una certa curiosità l’utilizzo di bagni o impacchi con sangue di cervo come cura. Le domande ovviamente sono molte: che proprietà ha il sangue di cervo? Per quali patologie si utilizza? Perché mai un bagno o impacchi in sangue di cervo dovrebbero curare? È solo una credenza o ci sono prove scientifiche sulle proprietà curative del sangue di cervo?

In realtà questo rimedio è conosciuto da tempo nella medicina russa e più in generale in quella orientale. La tradizione popolare sostiene che il sangue di cervo abbia un effetto benefico verso le situazioni più disparate, dalla stanchezza al contrasto della vecchiaia. Proviamo  a capire meglio perché il sangue di cervo venga ritenuto un rimedio e se la scienza ha dato delle risposte.

Sangue di cervo: utilizzi nella medicina tradizionale cinese e russa

Il sangue di cervo è un rimedio antichissimo, già conosciuto nella medicina tradizionale cinese. Ad oggi in Russia, e in particolare in zone come la Siberia, viene ancora estratto dalle corna degli animali.

In generale l’immersione o la sua assunzione per bocca sono proposti come cura, promettendo questi benefici:

  • aumento della libido
  • attività antinfiammatoria contro l’artrite
  • azione antietà
  • rinvigorimento come ricostituente
  • miglioramento degli stati di anemia

Ecco un servizio video della CNN e un documentario di Journeyman.tv su questo fenomeno:

Benefici e proprietà del sangue di cervo: cosa dice la scienza?

L’analisi chimico-fisica del sangue di cervo ha mostrato che il sangue di cervo contiene un’alta percentuale di proteine (15% nel sangue intero, fonte), peptidi e vitamina K. Ma a cosa servono questi componenti e perché, secondo i promotori del suo utilizzo, sono importanti?

La presenza di proteine nel sangue di cervo ha fatto pensare ad un effetto “ricostituente”. La possibilità di un effetto ricostituente del sangue di cervo deriva dal fatto che le proteine sono grandi molecole composte da “unità” più piccole chiamate amminoacidi e sono i “mattoni” di tessuti come ad esempio i muscoli. Le proteine sono assunte normalmente con l’alimentazione, soprattutto con carne, pesce e legumi. In caso di una dieta povera o di una malattia particolarmente debilitante, può essere necessario aumentare la quantità giornaliera di proteine normalmente raccomandata. Anche se oggi sono in commercio moltissimi integratori proteici, è sempre meglio chiedere il parere medico per valutare la reale necessità e le patologie del paziente.

Per quanto riguarda l’utilizzo specifico del sangue di cervo, proviamo a capire cosa dica la scienza.

Per essere utilizzato per bocca, il sangue di cervo viene sottoposto a fermentazione in coltura che migliora il sapore e la biodisponibilità dei suoi componenti. Un gruppo di studio cinese nel 2021 ha confermato come il sangue di cervo fermentato migliori lo stato dei topi, sottoposti a intenso affaticamento indotto dall’esercizio, attraverso la modulazione del microbiota dell’intestino tenue. I risultati ottenuti sembrano confermare quello che sostiene la tradizione, anche se non ci sono a riguardo studi scientifici sull’uomo.

A causa del suo forte sapore, è stato cercato un metodo alternativo di utilizzo del sangue di cervo andando ad estrarre i peptidi mediante idrolisi con proteasi. In alcuni studi è stato mostrato come i peptidi presenti nell’idrolizzato del sangue animale avessero effetti:

  • antiossidanti (quando idrolizzati della proteasi fungina) [fonte]
  • antimicrobici [fonte]
  • inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina I (ACE) [fonte].

Uno studio condotto per verificare la composizione chimica dei peptidi bioattivi presenti nel sangue di cervo ha mostrato come alcune frazioni derivate da idrolisi miglioravano la resistenza all’esercizio dei topi, attraverso due diverse azioni:

  • l’aumento dell’accumulo di glicogeno epatico
  • la diminuzione dell’accumulo di acido lattico muscolare

Le attività anti-fatica degli idrolizzati di sangue di cervo sui topi sono state attribuite dai ricercatori cinesi in questo studio agli effetti sinergici delle attività di questi peptidi. Non esistono studi a conferma nell’uomo.

Nella medicina tradizionale cinese e in altri paesi asiatici, il sangue di cervo è spesso usato per trattare l’anemia da carenza di ferro. Non esistono studi sull’uomo, tuttavia uno studio condotto su ratti alimentati con dieta carente di ferro ha mostrato come i due gruppi trattati con una dose media e alta di sangue di cervo presentassero concentrazioni di ferro significativamente aumentate nei tre organi presi in considerazione (fegato, milza e rene), rispetto a tutti gli altri gruppi, incluso il gruppo di controllo positivo.

Un gruppo di ricerca coreano nel 2003 ha studiato l’effetto del sangue di cervo nella terapia del cancro in un modello di tumore del topo. I ricercatori hanno trovato solo una lieve attività antitumorale, ma un effetto significativo sulla riduzione degli effetti collaterali della chemioterapia. Il sangue di cervo ha aiutato nel ripristino dei livelli di globuli bianchi e delle piastrine, ridotti per la mielotossicità causata dalla chemioterapia con fluorouracile. Il sangue di cervo ha anche recuperato l’aumento dell’azoto ureico sierico (indicatore di tossicità renale) e l’aumento dell’attività dell’amilasi sierica (indicatore di tossicità pancreatica) quasi al livello di controllo durante la chemioterapia con cisplatino. Secondo i ricercatori, i risultati suggeriscono che il sangue di cervo può essere utilizzato per ridurre gli effetti collaterali e migliorare la qualità della vita durante la chemioterapia dei malati di cancro, in particolare durante i trattamenti con cisplatino e fluorouracile, tra i chemioterapici più comuni.

Al momento, non ci sono studi clinici sull’uomo che possano giustificare l’assunzione o bagni a base di sangue di cervo, né è stato autorizzato il commercio di prodotti con questo componente.

Attenzione ai “rimedi della nonna”

I rimedi che vengono da lontano, nello spazio e nel tempo, hanno ai nostri occhi un certo fascino. Accade soprattutto quando si è o si ha a che fare con qualcuno che è in condizioni di malattia o fragilità, e si è spesso disposti a provare qualunque cosa pur di risolvere la situazione. È essenziale però valutare bene verso quale prodotto si stanno riponendo le speranze e consultare sempre il medico, evitando cure fai da te. Un esempio? La vitamina K, di cui il sangue di cervo sembrerebbe ricco, è importantissima nella coagulazione del sangue, cioè permette di evitarne la continua fuoriuscita quando ci tagliamo, oltre ad avere azioni immunomodulatorie e protettive contro diverse malattie (fonte). Tuttavia un suo eccesso può essere addirittura pericoloso: infatti, in rari casi, può causare anemia e trombosi. Un aumento della sua concentrazione può creare dei “grumi” (coaguli) di sangue bloccando la normale circolazione causando il trombo. 

Nella valutazione di un eventuale prodotto a base di sangue di cervo è fondamentale ricordare che ad oggi non ci sono test fatti sull’uomo che confermano benefici per un suo qualunque utilizzo. Per questo, chi ha una patologia o è in dubbio sulla propria salute deve rivolgersi a medici e specialisti per un supporto personalizzato.

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