Verme solitario (tenia): sintomi, come riconoscerlo e prevenirlo

La tenia, conosciuta nel gergo comune come verme solitario, è un verme piatto che vive nell’intestino dell’uomo come parassita. Sono diverse le specie che possono insediarsi nel tratto enterico sia dell’uomo che degli animali, per lo più erbivori (i maiali più di tutti) che rappresentano l’ospite intermedio che nella maggior parte dei casi è causa di contagio per l’uomo.

La tenia è un parassita endemico del Sud-Est asiatico, dell’America latina e di tutte quelle zone del mondo dove le condizioni igienico-sanitarie sono molto scarse e nelle quali si consuma carne cruda.

Le specie maggiormente diffuse sono Tenia solium (nei maiali), Tenia saginata (nei bovini) e Tenia asiatica. Tutto questo non esclude il fatto che vengono registrati diversi casi di infezione in altre zone nel mondo, tra cui anche l’Italia.

Nel corso di questo articolo cercheremo di chiarire le caratteristiche e il ciclo vitale della tenia, il modo in cui riesce a insediarsi nell’intestino umano, ma parleremo anche di come riconoscere la tenia, dei sintomi e del trattamento farmacologico.

Tenia: le caratteristiche del verme

La tenia è un verme piatto di cui esistono diverse specie tutte appartenenti alla famiglia dei platelminti.

Si tratta di un parassita segmentato, ermafrodita e dotato di una grande capacità riproduttiva. Il suo corpo, la cui lunghezza può arrivare anche a 10 metri, è costituito da scolice, collo e da una successione di segmenti diversi.

Si parte, infatti, da quelli immaturi, seguiti da altri in via di maturazione per finire con segmenti completamente maturi. È proprio a questi ultimi che si deve la capacità riproduttiva del verme solitario.

In questi ultimi segmenti si trovano le uova e sono in grado di arrivare fino all’ano per essere rilasciate nell’ambiente esterno attraverso le feci, in modo da potersi propagare in altri umani o vertebrati attraverso l’infestazione dell’intestino degli erbivori, che rappresentano l’ospite intermedio.

Tenia: come riconoscerla?

È possibile identificare la tenia all’interno della carne dell’animale, la quale presenta cisti di colore bianco-giallastro di forma variabile a seconda del tessuto colpito.

In alcuni casi, grazie a questa caratteristica è possibile identificare già all’esame visivo la carne che presenta qualche problema e quella che invece si può mangiare tranquillamente.

Per identificare la presenza della tenia nell’intestino umano, invece, si procede con un esame diagnostico delle feci, grazie al quale si può anche risalire alla specie di tenia responsabile dell’infezione.

All’interno delle nostre feci troveremo dei segmenti del verme che hanno una lunghezza pari a 1-1,5 cm, sono di colore bianco e si ritrovano sulla superficie delle nostre feci.

Come si trasmette la tenia?

Le varie specie di tenia hanno cicli vitali abbastanza simili tra di loro che possono essere riassunti nei seguenti punti:

  • Tutto parte dai segmenti di tenia in fase riproduttiva che vengono espulsi dall’organismo dell’ospite insieme alle feci e vanno a insediarsi nel terreno o sull’erba della quale si cibano i suini e i bovini che rappresentano i principali ospiti intermedi di questo parassita;
  • Una volta entrati nello stomaco dell’ospite intermedio, questi segmenti si aprono, grazie anche ai processi digestivi dell’animale, e liberano migliaia di uova che si schiudono liberando una larva che prende il nome di oncosfera;
  • Ogni larva presenta degli uncini grazie ai quali si ancora alle pareti intestinali e raggiunge i tessuti sottostanti e la circolazione sanguigna, per nutrirsi in modo da potersi differenziare in cisticerco, che ha una lunghezza che sfiora il centimetro;
  • Il cisticerco infetta così tutto l’organismo dell’ospite intermedio, propagandosi attraverso il sangue. Per tale motivo, se viene consumata carne infetta cruda o poco cotta si assume insieme anche il parassita;
  • Questa forma primitiva di tenia, viene digerita insieme al cibo e in questa fase lo scolice si attacca alle pareti dell’intestino iniziando ad allungarsi producendo vari segmenti. Dopo soli tre mesi dal contagio la tenia avrà già raggiunto metà della sua lunghezza totale e i primi segmenti in fase riproduttiva inizieranno a staccarsi dal corpo principale;
  • Tali segmenti possono raggiungere l’esterno migrando da soli fino all’ano, o possono essere espulsi con le feci dando il via a un nuovo ciclo.

Ci sono dei casi in cui l’uomo ingerisce le uova e non il cisticerco. Ciò si verifica principalmente nei paesi poco sviluppati del mondo, dove ci sono condizioni igieniche purtroppo non ottimali. Le uova vengono assorbite a livello dell’intestino e raggiungono i tessuti periferici attraverso il torrente circolatorio. Una volta schiuse, si forma il cisticerco che è in grado di raggiungere e infettare tutti gli organi, compreso il cervello, causando un’infezione che prende il nome di cisticercosi, molto più comune negli animali che nell’uomo.

È raro che si ingeriscano le uova, generalmente l’uomo viene contagiato da una forma prematura di tenia, che una volta insediatasi nell’intestino può sopravvivere per svariati anni, e ciò è testimonianza del fatto che non esiste nel nostro organismo un sistema di difesa conto questo parassita, molto probabilmente perché tutti i sintomi sono circoscritti all’intestino e non viene innescata nessuna risposta da parte del sistema immunitario.

Quali sono i sintomi dell’infezione da tenia?

Il sintomo più comune che testimonia la presenza di tenia nell’intestino è un eccessivo e immotivato dimagrimento.

A questo sintomo sono associati anche nausea, spesso accompagnata da stitichezza o anche diarrea con dolore addominale. Non di rado capita di notare i segmenti nelle feci o sugli indumenti intimi, fenomeno che crea non poco disagio psicologico al paziente.

Non dimentichiamo, però, che l’ingestione di uova provoca la cisticercosi, i cui sintomi si diversificano in base alle sedi in cui si insedia il cisticerco. Questo tipo di infezione si riscontra negli animali, anche se di rado viene individuata e una sua diagnosi è spesso casuale. Gli erbivori interessati dall’infezione risultano irritabili, presentano crisi epilettiche, paralisi soprattutto della retina, sincopi nelle fasi terminali.

Come ci si cura dal verme solitario?

Una volta accertata la presenza di tenia nell’intestino, sarà il medico a mettere a punto lo schema terapeutico più opportuno per debellare questo parassita.

Vengo utilizzati antielmintici, che generalmente agiscono a livello intestinale senza creare effetti sistemici indesiderati in quanto non vengono assorbiti e quindi non raggiungono altri tessuti.

La niclosamide agisce uccidendo lo scolice e i primi segmenti che vengono poi espulsi attraverso le feci. Il mebendazolo, altro farmaco utilizzato nella terapia contro il verme solitario, agisce con un meccanismo differente perché blocca l’ingresso di glucosio nel parassita che smette di nutrirsi e muore.

Spesso vengono associati anche dei lassativi in modo da favorire l’espulsione dei frammenti del verme con le feci.

Come proteggersi dall’infezione da tenia?

Come già anticipato in precedenza, la tenia contagia l’uomo che si ciba di carne cruda o poco cotta. Quindi sarebbe opportuno consumare carne cotta o precedentemente posta in abbattitore di temperatura. Grazie a questo metodo gli alimenti che si vogliono consumare crudi vengono sottoposti a temperature molto basse per favorire l’uccisione di batteri e altri parassiti.

Un altro modo per proteggersi dalla tenia è sicuramente acquistare la carne da un rivenditore fidato o comunque controllare l’assenza di cisti visibili ad occhio prima di consumarla.

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