Biopsia Epatica: Procedura Completa e Complicanze

Cos’è la biopsia epatica? Quando viene richiesto questo esame? A cosa serve? Come funziona la procedura? É un esame doloroso? Occorre l’anestesia generale o è sufficiente quella locale?

In questo articolo ti forniremo una guida dettagliata della procedura con cui si effettua la biopsia epatica, vedendo insieme come viene fatta e quali sono i possibili rischi a cui potresti andare incontro eseguendo un esame di questo tipo.

Che cos’è la biopsia epatica? A che cosa serve?

Se hai mai avuto modo di approcciarti con la terminologia tipica del settore medico, saprai già che quando parliamo di biopsia ci riferiamo ad un intervento in cui viene prelevata una porzione di tessuto per fare degli esami specifici.

Nel caso della biopsia epatica abbiamo a che fare con una procedura che prevede il prelievo del tessuto epatico, cioè del fegato. Di solito questo avviene grazie ad un apposito ago e, dopo aver prelevato la quantità di cui abbiamo bisogno, ci serviamo del microscopio per studiarla.

In linea di massima possiamo dire che si tratta di un esame che può servire come strumento per il monitoraggio di un’eventuale patologia epatica ma, allo stesso tempo, può costituire un vero e proprio esame diagnostico per individuare la presenza delle malattie al fegato.

Infine la biopsia epatica viene spesso utilizzata per determinare la possibilità di intervenire con dei trattamenti specifici e per fare delle valutazioni sul loro funzionamento, ma vedremo meglio in seguito quali sono i casi in cui si prescrive questo esame.

Intanto andiamo a vedere quali sono le tecniche più diffuse per eseguire una biopsia epatica. Tecniche che, come vedremo, possono variare in base alle diverse situazioni.

Quante tecniche di biopsia epatica esistono in ambito medico?

La biopsia epatica può essere eseguita in diversi modi. Per la scelta della metodologia più adatta il medico valuterà tutte le esigenze del tuo quadro clinico e potrà scegliere tra le seguenti:

  • Biopsia percutanea, ossia a cielo coperto, con l’ausilio dell’ago che viene inserito nel tessuto cutaneo. può avvenire anche in maniera ecoassistita, cioè con una ecografia epatica;
  • Biopsia durante un intervento chirurgico addominale;
  • Biopsia transvenosa, ossia dai vasi sanguigni (in genere il prelievo viene fatto dalla vena giugulare)

Tra queste la metodologia più diffusa è quella percutanea, per questo motivo abbiamo deciso di dedicare un intero paragrafo alla procedura con cui si effettua.

Come funziona la biopsia epatica percutanea? Si tratta di una procedura dolorosa?

Quindi, la biopsia epatica percutanea, sia essa ecoassistita oppure no, è la tecnica più comune che viene utilizzata per il prelievo e lo studio del tessuto epatico. Questa tecnica prevede di seguire i passaggi di cui sotto:

  • Il paziente viene invitato ad assumere la posizione più idonea per effettuare l’esame. In genere ci si sdraia sul fianco sinistro e si tiene il braccio destro dietro la testa, ma può andar bene anche una semplice posizione supina;
  • Il medico andrà ad individuare il punto esatto in cui si trova il fegato grazie all’ecografo e, dopo aver disinfettato la cute, vi inietta un farmaco anestetico locale;
  • Una volta che il farmaco ha fatto effetto e la zona è anestetizzata, il medico invita il paziente a fare una lunga espirazione, svuotando i polmoni, e a trattenere il respiro mentre si accinge ad introdurre e rimuovere l’ago aspirato nel fegato con una certa rapidità. In questo modo il tessuto viene prelevato nel giro di pochissimi secondi.

A questo punto il frustolo di tessuto epatico viene messo da parte per l’esame al microscopio. Raramente capita che la quantità prelevata non sia sufficiente. In tal caso la manovra viene ripetuta e si conclude sempre in pochissimo tempo.

Come avrai sicuramente intuito, abbiamo appena visto come funziona la procedura con ecoassistita. Tramite lo strumento ecografico, infatti, il medico individua la posizione esatta del fegato.

Inoltre, è possibile effettuare la stessa manovra in modalità ecoguidata, in questo caso lo specialista va a seguire l’andamento dell’ago in modo costante, nonostante sia estremamente rapido, sempre con l’ausilio dell’ecografo.

Nonostante il prelievo del tessuto avvenga in pochissimi secondi, la procedura totale per la biopsia epatica dura in genere una ventina di minuti.

Grazie all’anestesia locale che viene eseguita per l’esame, il paziente sente un leggerissimo dolore, combinato alla sensazione di pressione sul tessuto cutaneo.

In linea di massima si tratta di un dolore assolutamente tollerabile, anche perché, come abbiamo visto, dura pochissimi secondi. Talvolta, però, il medico potrebbe ritenere necessario somministrare dei sedativi appositi, così da indurre il paziente ad un certo stato di rilassamento.

Infatti, è di estrema importanza che il paziente non sia agitato, ma collabori e segua tutte le indicazioni del medico. Solo in questo modo l’esame va a buon fine.

Quando è necessario sottoporsi ad una biopsia epatica?

Andiamo adesso ad occuparci dei motivi principali per cui i medici prescrivono una biopsia epatica. Come abbiamo visto, infatti, si tratta di una procedura invasiva, quindi viene eseguita solo ed esclusivamente quando è necessaria e quando i metodi non invasivi sono risultati superflui.

Tra le indicazioni più importanti, e più comuni, per la biopsia epatica, troviamo sicuramente quelle citate in seguito:

  • Per la diagnosi di patologie alcoliche che interessano il fegato;
  • Nel caso di una epatite virale cronica di tipo B e C;
  • Per la stadiazione delle patologie alcoliche del fegato;
  • Nel caso di epatiti autoimmuni;
  • Nel caso di complicanze del fegato grasso;
  • Per la diagnosi della malattia di Wilson;
  • Per la diagnosi della colangite sclerosante primaria;
  • Per andare a valutare eventuali masse sospette e la loro natura;
  • Per la diagnosi di emocromatosi;
  • Per la diagnosi di una cirrosi biliare primaria.

In pratica, possiamo dire che questo esame viene maggiormente richiesto quando si sospettano malattie che interessano il fegato, ma anche una volta che la diagnosi è stata accertata per valutare l’andamento della malattia e gli effetti prodotti dal relativo trattamento terapeutico.

E’ necessaria una certa preparazione prima di fare una biopsia epatica?

Così come accade per tanti altri esami che vengono fatti in ambito medico, anche nel caso della biopsia epatica è necessario seguire delle particolari norme di preparazione. In genere il medico ti fornirà tutte le informazioni necessarie prima di fare l’esame e devi assolutamente attenerti ad esse.

Prima di tutto ricorda che la biopsia epatica deve essere fatta necessariamente a digiuno. Nelle 6-8 ore che precedono l’esame, infatti, non potrai né bere né mangiare.

Visto che alcuni farmaci possono influenzare l’esito dell’esame è di estrema importanza che informi il tuo medico su qualsiasi tipo di trattamento farmacologico che stai seguendo in quel periodo.

Tra i farmaci che influenzano l’esame della biopsia epatica ricordiamo soprattutto i seguenti:

  • Anticoagulanti;
  • I farmaci assunti per la pressione alta;
  • Gli antidepressivi;
  • Gli antiaggreganti piastrinici;
  • I FANS (quindi anche l’ibuprofene o una comunissima aspirina);
  • Alcuni farmaci antibiotici;
  • Gli antiasmatici;
  • Alcune tipologie di integratori alimentari, come l’olio di pesce.

Oltre a poter influenzare l’esito dell’esame, questi farmaci possono avere delle particolari reazioni con gli anestetici o con i farmaci sedativi che potresti dover assumere in sede d’esame.

Allo stesso modo, il medico dovrà sapere se sei allergico a dei farmaci in quanto potresti avere delle reazioni allergiche con i sedativi che ti verranno somministrati.

Prima di fare l’esame della biopsia epatica verrai sottoposto anche ad un prelievo di sangue che serve per fare una valutazione della tua capacità coagulativa.

Infatti, nel caso in cui questa capacità risulti particolarmente scarsa, potresti andare incontro a delle emorragie, per cui ti verranno somministrate delle apposite sostanze per aumentare la coagulazione.

Inoltre ricordati di portare con te tutta la documentazione che riguarda eventuali esami di controllo precedenti alla biopsia epatica, così che il medico possa avere un quadro chiaro della tua situazione.

Ti consigliamo anche di andare in bagno prima dell’esame, questo perché, a causa dell’anestetico, dovrai rimanere a letto per le 4 ore che seguono la biopsia.

Infine, prima della biopsia, verrai informato accuratamente sulla tecnica che ti riguarda, ti verranno mostrati i rischi relativi e dovrai firmare il famoso consenso informato.

Ci sono dei rischi o complicanze connessi alla biopsia epatica?

Anche se abbiamo a che fare con un esame piuttosto invasivo in cui il tuo fegato verrà penetrato da un ago da biopsia, possiamo dire che si tratta di una procedura molto sicura. In ogni caso ciò non significa che sia priva di rischi e complicanze.

La complicanza più diffusa che interessa almeno il venti per cento dei pazienti che si sottopongono alla biopsia, riguarda sicuramente il dolore che si percepisce dopo la procedura. Si tratta, ovviamente, di una complicanza assolutamente gestibile che sparisce nel giro di qualche ora.

Un’altra complicanza comune, ma comunque non preoccupante, riguarda l’abbassamento della pressione sanguigna che interessa circa il dieci per cento dei pazienti che si sottopongono alla biopsia epatica. Tuttavia, anche in questo caso abbiamo a che fare con un episodio passeggero.

La complicanza più grave, invece, è fortunatamente più rara e potrebbe richiedere una trasfusione di sangue. Infatti in questo caso si tratta di un sanguinamento, o di una emorragia, che può essere più o meno consistente. In ogni caso questa complicanza interessa un caso su mille.

Come dobbiamo comportarci dopo una biopsia epatica?

Come abbiamo già accennato in precedenza, subito dopo l’intervento dovrai rimanere a letto per qualche ora, in genere per le successive quattro ore. Durante queste ore dovrai mantenere una borsa del ghiaccio sull’area in cui è avvenuto l’intervento e verrai controllato dal personale se necessario

Si tratta di un esame che viene fatto in day-hospital e verrai costantemente monitorato dal personale di competenza e, a discrezione del medico, potrai essere dimesso la sera stessa o la mattina seguente (ovviamente a patto che non ci siano complicanze).

Nella permanenza in ospedale ti verranno date tutte le indicazioni necessarie da seguire dopo l’esame e dopo la dimissione. Tra queste sicuramente verrai invitato a seguire un ulteriore digiuno di circa sei ore.

Inoltre, per far si che una eventuale (e rara) emorragia epatica venga rilevata in modo precoce, la tua frequenza cardiaca sarà costantemente monitorata.

Una volta che sarai dimesso dall’ospedale ti consigliamo di non guidare, ma di farti accompagnare da un familiare, o da un conoscente, presso la tua abitazione. Infatti è risaputo che sedativi e anestetici possono indurre sonnolenza per le le successive dodici ore.

Infine, nelle successive ventiquattro ore, ti consigliamo vivamente di non fare nessun tipo di sforzo fisico. Dopo una settimana circa (o al massimo due) il risultato della tua biopsia epatica sarà disponibile per il ritiro e potrai consultare il tuo medico (o l’epatologo) per la sua valutazione.

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