Ovulazione: come riconoscere i giorni fertili con test e senza

L’ovulazione rappresenta il momento del ciclo mestruale nel quale è più probabile rimanere incinta in caso di rapporti sessuali non protetti. Allo stesso modo, conoscere il proprio ciclo e il momento dell’ovulazione potrebbe rivelarsi utile per evitare gravidanze indesiderate, se per vari motivi non si intende assumere contraccettivi orali o utilizzare altre metodiche più o meno invasive di contraccezione (n.d.r. ricordando però che tutti i metodi naturali hanno probabilità piuttosto alta di errori e di incorrere in gravidanze indesiderate, oltre a non proteggere dalle malattie veneree). Capire i giorni di maggiore fertilità è invece assolutamente utile se si cerca una gravidanza, al fine di concentrare i rapporti nei giorni in cui la probabilità di restare incinta è più alta.

All’interno del ciclo mestruale, l’ovulazione è il momento immediatamente successivo alla fase follicolare. In questa prima fase, infatti, grazie alla spinta degli estrogeni il follicolo contenente la cellula uovo giunge a maturazione per poi rilasciare, esattamente nel giorno che definiamo di ovulazione, l’ovulo che inizierà a viaggiare all’interno della tuba di Falloppio, in attesa di essere eventualmente fecondato da uno spermatozoo. La vita media di un ovulo, una volta espulso, è di circa 24 ore mentre quella degli spermatozoi può arrivare fino a 5 giorni. Definire i tempi medi di vita delle cellule sessuali ci aiuta quindi a comprendere la finestra temporale in cui è possibile rimanere incinta.

Come calcolare l’ovulazione

In un ciclo regolare di 28 giorni (che intendiamo come l’arco temporale che va dall’inizio della mestruazione sino al giorno prima della mestruazione successiva), l’ovulazione avviene solitamente al 14esimo giorno. Tuttavia la donna non sarà fertile nel solo giorno 14 del ciclo ma anche circa 2 giorni prima del picco ovulatorio e 2-3 giorni dopo. In questi giorni diversi dal giorno dell’ovulazione, ovviamente, le probabilità di ottenere una gravidanza sono alte ma non massime. In ogni caso, per chi desidera un bebè, sarà bene concentrare in questi giorni i rapporti sessuali non protetti per massimizzare le probabilità di successo.

Successivamente alla fase ovulatoria, che come abbiamo visto ha una durata complessiva di massimo 4-5 giorni, il ciclo passa alla fase luteale. Per il calcolo dell’ovulazione è bene tenere a mente che, mentre la fase follicolare può essere variabile, quella luteale è solitamente fissa e dura solitamente non più di 13-14 giorni. Questa considerazione assume particolare importanza quando dobbiamo calcolare l’ovulazione su un ciclo più lungo di 28 giorni.

Poniamo ad esempio il caso di un ciclo di 35 giorni. Essendo la fase follicolare più o meno variabile, mentre quella luteale maggiormente regolare, l’ovulazione probabilmente coinciderà con il 21esimo giorno del ciclo visto che la fase luteale immediatamente successiva durerà esattamente 14 giorni prima di arrivare al 35esimo giorno, termine del ciclo mestruale. In un ciclo di 35 giorni, quindi, la finestra fertile partirà dal giorno 19 fino al giorno 22-23.

Come riconoscere l’ovulazione: segni e sintomi

Sono moltissimi i casi di donne che, non avendo un ciclo da 28 o più giorni esatti, non riescono a calcolare precisamente l’ovulazione perché il loro ciclo varia ogni mese con periodi più lunghi e altri più brevi. In questi casi, quindi, come riconoscere l’ovulazione? Per le donne con un ciclo irregolare sarà ancora più importante imparare nel tempo a riconoscere i segnali del proprio corpo. Durante la fase ovulatoria e pre-ovulatoria si registrano spesso i seguenti sintomi e segni:

  • Seno più gonfio e in qualche caso dolente;
  • Maggior desiderio sessuale;
  • Aumento della temperatura basale;
  • Cambiamenti nel colore e nella consistenza del muco cervicale;
  • Gonfiore e talvolta lieve dolore al basso ventre.

Ovulazione: le modifiche del muco cervicale

Tra i segnali di ovulazione inviatici dal nostro corpo, piuttosto variabili da donna a donna, quello sicuramente più importante da imparare a cogliere è il cambiamento delle secrezioni vaginali. Le ghiandole della cervice rispondono ai differenti livelli ormonali durante il ciclo producendo muco di diverso colore, ph e consistenza. Durante il ciclo queste secrezioni cambiano abbastanza rapidamente passando da perdite totalmente assenti o poco abbondanti e bianche nella fase follicolare ad un muco via via meno cremoso e asciutto a uno più liquido, trasparente, abbondante e filante. Si suole chiamare definire il muco cervicale della fase ovulatoria “ad albume d’uovo” perché in effetti nel colore e nella consistenza lo ricorda. Il muco di questo tipo è prodotto in presenza di estrogeni, che raggiungono il massimo picco proprio durante l’ovulazione. Quando ci si rende conto che le secrezioni vaginali hanno assunto questa consistenza, è praticamente scattata la fase ovulatoria e probabilmente la donna sarà nel suo picco di fertilità nelle 24 ore successive.

Al di là di essere un segno della fase del ciclo in cui ci si trova, il muco trasparente e filamentoso ha un ph più alto che permette la sopravvivenza degli spermatozoi e ha un valore funzionale in quanto favorisce la loro motilità, permettendo di raggiungere la cellula uovo.

Per le donne che soffrono di secchezza vaginale, i normali lubrificanti possono in alcuni casi rendere la vita più difficile agli spermatozoi andando a creare una barriera che impedisce loro di arrivare all’uovo. Sono in commercio lubrificanti a pH compatibile con la motilità degli spermatozoi e contenenti ioni Calcio e Magnesio che imitano il muco cervicale durante i giorni di fertilità, aumentando le probabilità di concepimento in modo naturale.

L’osservazione del muco cervicale/vaginale è alla base di un metodo naturale chiamato Metodo Billings, che viene utilizzato non solo come metodo di contraccezione naturale ma anche come metodo per riconoscere i giorni più fertili per chi voglia pianificare una gravidanza.

Per prendere confidenza con il metodo, è consigliabile scrivere ogni giorno per alcuni mesi l’osservazione alla stessa ora del muco, in termini di quantità, densità, consistenza.

Per le prime volte, all’arrivo del ciclo mestruale, andando a ritroso di 14 giorni sarà possibile verificare come fosse il muco nel periodo in cui dovrebbe essere avvenuta l’ovulazione.

Ricordiamo, però, che esistono anche condizioni, come ad esempio infezioni, situazioni di stress o la sindrome dell’ovaio policistico, che possono interferire con i cambiamenti nel colore e nella consistenza del muco cervicale. In questi casi è opportuno utilizzare metodi diversi per riconoscere l’ovulazione.

Ovulazione: il calcolo della temperatura basale

Come abbiamo visto, anche la temperatura basale del corpo tende a cambiare nel corso del ciclo e, nello specifico, a rimanere più alta di circa 0.2 – 0.5 gradi centigradi  per alcuni giorni in concomitanza dell’ovulazione. Per molte donne, quindi, la misurazione della temperatura, da effettuarsi al mattino appena sveglie senza compiere movimenti bruschi o alzarsi dal letto, può rappresentare un metodo utile per calcolare il momento fertile.

Per prendere confidenza con questa metodica è tuttavia necessario misurare la temperatura basale per alcuni mesi e appuntarla quotidianamente, registrando per ogni mese l’inizio e la fine del ciclo. In questo modo, dati alla mano, sarà possibile osservare con maggior precisione in quali giorni dei diversi cicli presi ad esame la temperatura basale si è dimostrata essere più alta. Esistono diverse app per il cellulare che permettono di registrare la temperatura misurata con un normale termometro e fornire un registro mensile con grafico.

Sono in commercio anche evoluti termometri specifici per l’ovulazione che con collegamento Bluetooth inviano la temperatura registrata all’app sul cellulare per la registrazione.

Di seguito il grafico che ci mostra la finestra di fertilità da sfruttare se si vuole restare incinte e quando evitare i rapporti se invece si vuole evitare una gravidanza.

temperatura basale ovulazione

Test dell’ovulazione per riconoscere giorni fertili

Oltre al calcolo dei giorni, all’osservazione dei sintomi tipici dell’ovulazione e alla registrazione della temperatura basale, è possibile ottenere preziose informazioni sul proprio momento fertile avvalendosi di prodotti in commercio, appositamente realizzati.

Quelli più apprezzati sono gli stick ovulatori, in tutto simili ad un normale test di gravidanza tramite campione di urina, che si utilizzano a partire da 2-3 giorni prima del presunto momento ovulatorio. Questi stick registrano l’aumento dell’ormone luteinizzante LH. Quando lo stick è positivo, la donna è vicinissima al momento ovulatorio e dovrà concentrare nelle 24-36 ore successive i rapporti non protetti per ottenere una gravidanza.

Tra gli stick ovulatori, quelli più economici in commercio sono gli stick canadesi o test canadesi (vedi qui su Amazon).

A differenza degli stick di gravidanza, in cui si effettua un’unica analisi e si ha risposta positiva quando si vede anche una flebile riga, gli stick canadesi prevedono una registrazione in serie di più test in cui va valutata la differenza colorimetrica della striscia che segna il livello di LH rispetto al controllo.

Poiché l’ormone LH può essere già presente in concentrazioni più basse durante l’inizio del ciclo, è possibile che si presenti una flebile linea in diversi giorni del mese, senza che questa indichi ancora l’ovulazione. Quando la linea è scura quanto o più di quella del controllo, significa che siamo nel giorno del picco di LH e che quindi nelle prossime 24-36 ore avverrà l’ovulazione. La conferma che il picco c’è stato viene poi dal test nel giorno successivo in cui il colore della linea tornerà ad essere più flebile o sparire del tutto. Sarà importante quindi conservare con l’indicazione della data tutti i test canadesi provati per vedere la differenza di colore della striscia dell’LH. Ecco un esempio (da leggere dal basso verso l’alto, da prima dell’ovulazione a dopo l’ovulazione):

test canadesi

Fonte immagine

Il metodo degli stick canadesi può risultare macchinoso per alcune donne che preferiscono avere un supporto in più e avere risposta dal test che non sia legata alla loro valutazione.

Sono nati così stick ovulatori affiancati dall’utilizzo di un’app, che valuta le foto degli stick per capire intensità di colore e dare risposta.

Alcuni stick per l’ovulazione più avanzati, come quelli di Clearblue Avanzato, registrano non solo il picco dell’ormone LH, ma anche l’aumento degli estrogeni che notoriamente avviene pochissimo tempo prima dell’ovulazione vera e propria. In questo modo sarà possibile definire una finestra più ampia del momento fertile, di circa quattro giorni, in cui concentrare i rapporti sessuali se si desidera una gravidanza. Il test mostrerà una faccina sorridente quando è il momento giusto, senza necessità di interpretare le linee come i test canadesi.

Clearblue avanzato

 

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