Biopsia Ossea: Guida Completa all’Esame

Che cos’è la biopsia ossea? In quali casi è necessaria? A cosa serve? Come si effettua? E’ dolorosa?

Cosa c’è da sapere prima di sottoporsi ad un esame del genere? Ci sono controindicazioni? Dove si può fare? Serve l’anestesia generale oppure è sufficiente quella locale?

Vediamo insieme, nel corso di questa guida, tutto quello che c’è da sapere sulla biopsia ossea.

Che cos’è la biopsia ossea?

La biopsia ossea è un esame di carattere diagnostico che consiste nel prelievo e nella successiva analisi di un campione di tessuto osseo.

Come avremo modo di vedere più avanti, la biopsia ossea è uno strumento di fondamentale importanza per analizzare il tessuto osseo di pazienti per i quali si sospettano patologie che colpiscono, appunto, le ossa.

Biopsia OsseaNel caso in cui si sospetti un problema diffuso e generale alle ossa, il prelievo viene svolto, secondo la praticità offerta dalle diverse aree, in qualunque parte del corpo, dando preferenza alle zone che sono più accessibili.

Nel caso in cui, invece, si sospetti un problema localizzato, il campione andrà prelevato necessariamente dall’area sospetta.

Due diversi tipo di prelievo per la biopsia ossea

Per quanto riguarda il prelievo del campione osseo, si può procedere allo stato dell’arte secondo due modalità principali:

  • il prelievo tramite ago – si dovrebbe parlare in modo più appropriato di agobiopsia in questo caso. Il prelievo avviene in ambito ambulatoriale e con anestesia locale. Ci si serve di aghi particolari in grado di prelevare facilmente il campione;
  • il prelievo a cielo aperto – avviene invece in anestesia generale, trattandosi di un vero e proprio intervento di natura chirurgica. Come avremo modo di vedere più avanti, con questa modalità si può procedere anche a conseguente intervento di carattere chirurgico, che sfrutti l’incisione appena praticata per il prelievo.

La scelta dell’area dove effettuare la biopsia ossea

La scelta dell’area dove andrà effettuato il prelievo è figlia di diversi tipi di considerazione:

  • patologia localizzata oppure generale – nel caso in cui si si sospetti una patologia di carattere generale si può prelevare dove si preferisce il campione. Nel caso, invece, di sospetta patologia locale il prelievo, a prescindere dalle altre considerazioni, dovrà avvenire dove si sospetta la presenza della patologia;
  • l’agibilità della zona del prelievo: nel caso di patologia sistemica e diffusa, si procederà invece con un prelievo in una zona ritenuta agibile. La zona del prelievo in questo caso deve essere facilmente raggiungibile e possibilmente molto vicina alla pelle, in modo da non dover praticare incisioni troppo difficoltose.

Quando effettuare la biopsia ossea?

La biopsia ossea è un esame che si svolge esclusivamente sotto indicazione del medico.

Questi indicherà la necessità di procedere con biopsia ossea nel caso in cui:

  • sia necessario stabilire la natura di una massa anomala in prossimità dell’osso. Può trattarsi di una cisti ossea, ovvero un tumore di carattere benigno, oppure anche di un tumore maligno;
  • nel caso in cui ci sia il fondato sospetto di una osteomielite, ovvero un’infezione che colpisce tipicamente le ossa e il midollo osseo. L’infezione in questione è di natura batterica;
  • nel caso in cui sia necessario stabilire la possibile causa di un dolore che colpisce le ossa e che non sia giustificabile secondo cause che possono essere rilevate tramite esami meno invasivi;
  • nel caso in cui altri esami diagnostici, come i raggi, la TAC, la scintigrafia ossea e anche la risonanza magnetica, abbiano indicato la possibilità di presenza di una patologia ossea di carattere generalizzato.

Quando è consigliabile la biopsia ossea a cielo aperto?

Il metodo di prelievo con incisione, ovvero la biopsia ossea a cielo aperto è da preferirsi nel caso in cui ci sia il fondato sospetto che possa rendersi necessario un successivo intervento chirurgico. L’incisione apre, infatti, il campo al successivo intervento, eliminando la necessità di intervenire in un secondo momento.

Si dovrebbe, comunque, procedere in questo senso soltanto laddove ci sia il fondato sospetto di necessario intervento, dato che la procedura con incisione è decisamente più invasiva di quella con ago che abbiamo descritto poco prima.

Si può procedere anche con un contestuale prelievo del midollo osseo

Il medico può altresì ritenere opportuno procedere oltre al prelievo del campione osseo anche con un prelievo di midollo osseo, sempre allo scopo di analizzare il prelievo.

Si procede in questo senso tipicamente quando si ritiene possibile la presenza di linfomi, leucemie o anche di mielomi di carattere multiplo.

Quale preparazione è richiesta per effettuare la biopsia ossea?

Come ci si prepara all’esame di biopsia ossea?

Qualche giorno prima del prelievo, il medico dovrebbe incontrare il paziente per metterlo al corrente di quelle che sono le operazioni di preparazioni all’esame.

Durante la visita preliminare dovranno essere affrontati diversi argomenti:

  • le eventuali terapie in corso: dovranno essere affrontate problematiche relative ad eventuali terapie a base di farmaci antiaggreganti e anticoagulanti. Sono farmaci che rendono il sangue più fluido e possono dunque aumentare la possibilità che si verifichino delle emorragie;
  • le eventuali allergie a farmaci: anche nel caso di biopsia ossea con ago al paziente verranno somministrati farmaci anestetici e sedativi. E’ importante individuare in questa fase la presenza di eventuali allergie ai suddetti farmaci;
  • la storia clinica del paziente: si deve far riferimento in questo caso a tutte quelle che sono le patologie che possono interessare il cuore, nonché la coagulazione.

Non esistono altri tipi di preparativi che possono risultare utili alla preparazione per la biopsia ossea.

Nel caso in cui si dovesse procedere con anestesia generale, sarà necessario procedere con altri tipi di esami:

  • bisognerà monitorare i parametri vitali, effettuare esami del sangue nonché sottoporre il paziente ad analisi della pressione e ad esami del sangue, per individuare eventuali problematiche relative all’anestesia generale;
  • nel caso in cui inoltre si debba procedere con anestesia generale, sarà il caso di presentarsi in sede di operazione a digiuno da almeno 8 ore.

Come avviene la biopsia ossea con ago?

L’agobiopsia ossea avviene in ambiente ambulatoriale. Potrà essere svolta sia da un medico radiologo sia da un chirurgo ortopedico:

  • il paziente viene fatto accomodare su un lettino ambulatoriale. Vengono somministrati per via endovenosa dei sedativi;
  • successivamente viene disinfettata la zona in cui sarà inserito l’ago. Nel caso in cui siano presenti dei peli, la zona andrà depilata;
  • si procede poi successivamente con la somministrazione dell’anestetico locale;
  • il medico procede poi con l’inserimento dell’ago bioptico;
  • una volta che l’ago avrà raggiunto la zona di interesse, preleverà per aspirazione alcune cellule ossee;
  • terminato il prelievo si procede con il bendaggio dell’area interessata, nonché con l’applicazione di antisettici ad azione locale.

La durata della procedura è di 15 minuti.

La biopsia ossea è dolorosa?

Nonostante si ricorra all’utilizzo di anestetici, il paziente potrà avvertire al momento del prelievo una sensazione di fastidio, simile ad un pizzicotto. L’area del prelievo potrà essere dolorante per un tempo che va dai 5 ai 10 giorni successivi al prelievo.

Il dolore è comunque sopportabile, anche da parte di chi ha delle soglie di sopportazione del dolore particolarmente basse.

Ci sono rischi collegati con la biopsia ossea con ago?

L’agobiopsia è una procedura diventata ormai di routine e non ci sono importanti rischi collegati con la stessa.

Nella peggiore delle ipotesi si potrà verificare:

  • frattura ossea, di entità comunque minima;
  • danneggiamento di una terminazione nervosa;
  • danneggiamento di un vaso sanguigno.

Ad ogni modo la scelta di dove intervenire è effettuata anche in relazione alla possibilità di ridurre al minimo questi, comunque rari, inconvenienti.

La procedura di biopsia ossea a cielo aperto

Per quanto riguarda invece la biopsia ossea a cielo aperto, trattandosi di un intervento chirurgico a tutti gli effetti siamo costretti a svolgere considerazioni di tipo radicalmente diverso.

La procedura deve essere svolta necessariamente da un chirurgo e non può avere luogo in ambulatorio, ma è necessaria una sala operatoria.

  • il paziente viene fatto adagiare sul lettino operatorio;
  • si procede con la somministrazione endovenosa di sedativi ed anestetici. Ad occuparsi della sedazione sarà il medico anestesista, che deve inoltre seguire il paziente durante tutta la durata dell’intervento;
  • la zona che sarà interessata dall’incisione deve essere disinfettata ed eventualmente depilata;
  • successivamente il chirurgo, con il paziente ormai completamente anestetizzato, procederà con l’incisione;
  • il prelievo viene effettuato con dei raschietti specifici;
  • successivamente si richiude l’incisione, si applicano i punti di sutura e si applica inoltre un bendaggio protettivo.

I punti verranno rimossi entro un massimo di due settimane.

La procedura è anche in questo caso molto rapida e difficilmente supera i 60 minuti di durata.

Dopo l’intervento di biopsia a cielo aperto

Il paziente viene ospedalizzato fino a quando i parametri vitali saranno rientrati entro il range di normalità.

Successivamente, il paziente può essere dimesso, anche se sarà necessaria l’assistenza di un parente o amico per le prime 24 ore successive all’intervento, dato che gli effetti dell’anestesia possono continuare a presentarsi anche a distanza.

La biopsia ossea a cielo aperto è dolorosa?

Durante tutto l’intervento, il paziente è anestetizzato e dunque non percepirà alcun tipo di dolore o fastidio. Una volta però risvegliato sarà ovviamente colpito sia da stanchezza sia da confusione, entrambe riconducibili alla procedura anestetico.

L’area operata può dare luogo a dolori anche importanti, motivo per il quale il medico può consigliare il ricorso a farmaci antidolorifici.

Ci sono rischi legati all’intervento di biopsia a cielo aperto?

La biopsia a cielo aperto è un intervento chirurgico molto sicuro, anche se tuttavia permangono le preoccupazioni tipiche di tutti gli interventi di natura chirurgica:

  • possono avere luogo delle reazioni di carattere allergico dovute all’anestetico: il problema si può evitare con un adeguato screening del paziente in fase pre-operatoria;
  • possono avere luogo delle emorragie;
  • nel caso di trattamento improprio possono insorgere anche delle infezioni.

Quando si ottengono i risultati delle biopsie ossee?

La biopsia ossea offre risultati dopo le analisi di laboratorio necessarie. Non bastano pochi giorni per ottenere i risultati, ma la procedura di analisi è abbastanza lunga ed i tempi dipendono dalla struttura in cui si esegue l’esame.

Talvolta, il risultato può essere non attendibile, quando le procedure di prelievo non hanno permesso di avere un campione adeguato di tessuto ad esaminare. Il caso in questione è molto più frequente con le procedure di agobiopsia ed è praticamente impossibile quando invece si procede con un prelievo a cielo aperto.

Per quali soggetti è controindicata la biopsia ossea?

La biopsia ossea è controindicata per tutti i pazienti che possono soffrire o soffrono di patologie del sistema immunitario, in quanto, caso comune in realtà a tutti gli interventi chirurgici, il rischio di sviluppo di infezioni è molto aumentato.

In questi casi specifici resta comunque compito del medico valutare i pro e i contro dell’intervento e decidere o meno di procedere con l’esame in questione.

Ci sono fattori che possono alterare il risultato della biopsia ossea?

No, non ci sono fattori in grado di alterare i risultati della biopsia ossea e non esistono in alcun modo preparativi e procedure da seguire, fatti salvi quelli indicati sopra nella guida che vi abbiamo proposto.

Per ogni tipo di dubbio e preoccupazione, possiamo anche rivolgerci al nostro medico curante o allo specialista che ha consigliato il ricorso alla biopsia ossea che sarà in grado sicuramente di sciogliere qualunque tipo di dubbio e rassicurarci. Le preoccupazioni prima di un intervento, sebbene relativamente poco invasivo come questo, sono più che normali.

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