Nei maligni e pericolosi: come riconoscere il melanoma

I dermatologi non smettono mai di dirlo: i nei apparentemente innocui possono nascondere pericolose insidie per la nostra salute anche potenzialmente gravi, motivo per il quale abbiamo deciso di affrontare l’argomento e parlarvi appunto di nei maligni e nei pericolosi.

La patologia più diffusa che si può nascondere dietro i nei maligni è il melanoma, un tumore maligno che colpisce i melanociti: le cellule impegnate nella sintesi della melanina.

Parliamo di un argomento piuttosto delicato che merita sicuramente un’attenzione maggiore di una semplice trattazione informativa. Per questo motivo, se hai hai notato dei nei maligni sulla tua pelle che possono essere pericolosi, non esitare a rivolgerti al tuo medico che ti indirizzerà presso un dermatologo per un’analisi più approfondita.

Nei pericolosiLo scopo della nostra trattazione non è quella di emettere una diagnosi (solo un medico/dermatologo può farlo), quanto quella di insegnarvi il modo per monitorare e riconoscere l’eventuale presenza di nei maligni analizzandone le caratteristiche  e focalizzando l’attenzione sui rischi che si corrono se si trascura il problema per troppo tempo.

Cosa sono i nei?

I nei non sono altro che accumuli di cellule neviche che, a loro volta, sono le cellule epiteliali produttrici del pigmento che conferisce il colore alla nostra pelle. Le cellule neviche sono un prodotto dei melanociti, che nel nostro organismo svolgono il ruolo di dare pigmentazione alla pelle.

Nella stragrande maggioranza dei casi i nei altro non sono che formazioni tumorali benigne, per le quali non c’è assolutamente la possibilità di evolvere in formazioni maligne a meno che non si vengano a creare le condizioni (ad oggi ancora sconosciute) della trasformazione da forma benigna in maligna.

L’importanza della forma

A costituire un primo campanello d’allarme è la forma del neo: nel caso in cui i contorni dovessero presentare irregolari, sia nel tratto o nel colore, potrebbe esserci la possibilità di essere di fronte ad un neo maligno, ovvero ad un tumore della pelle potenzialmente dannoso e che dovrebbe essere immediatamente analizzato dal nostro dermatologo.

Come riconoscere un melanoma?

Anche se il melanoma può comparire su una zona del corpo priva di nei come formazione “ex novo”, la maggior parte delle volte esso trae origine da un neo preesistente.

Per riconoscerlo il prima possibile, bisogna osservare eventuali cambiamenti di forma (diventa irregolare), colore (che passa da uniforme a vario), consistenza (il neo tende a “sgretolarsi”, diventa ruvido e irregolare in superficie) e aspetto (sanguinante e/o frastagliato).

Tuttavia, poiché non è sempre facile rendersi conto di questi cambiamenti, la cosa più importante e sensata da fare è quella di sottoporsi ad una mappatura dei nei e di effettuare controlli periodici per valutare la presenza di eventuali nei maligni che possono venirsi a creare.

Quali sono i soggetti che corrono i rischi maggiori?

Alcuni soggetti corrono un rischio maggiore di ospitare un melanoma: parliamo innanzitutto di chi è abituato a prendere il sole senza una adeguata protezione (pessima abitudine, che andrebbe corretta il prima possibile) e le persone con pelle chiara, occhi verdi o azzurri e capelli rossi o biondi, per le quali le precauzioni dovrebbero essere ancora più elevate.

Ciò non significa che il sole, in sé, debba essere demonizzato, poiché esso svolge invece una riconosciuta azione benefica sia sul corpo che sulla mente, ma solo che l’esposizione debba essere poi nei fatti presa nelle giuste dosi e soprattutto nei dovuti modi.

Va dunque evitato nelle ore della giornata in cui i raggi diventano nocivi (da mezzogiorno alle quattro del pomeriggio circa nel nostro Paese) e la pelle deve essere sempre protetta con apposite creme dotate di filtri UV, di cui sarebbe bene scegliere il grado di protezione in base al fototipo di appartenenza.

Se sul corpo sono sparsi molti nei di varie forme e dimensioni infine, l’attenzione deve essere ancora più alta. I nei pericolosi, infatti, diventano tali se sottoposti a sollecitazioni che possono mutare il DNA dei melanociti ed il sole (preso senza le dovute cautele) è una di queste cause. Per una protezione maggiore dei nei esistono degli appositi stick che possono essere utilizzati sia direttamente sui nei esposti del nostro corpo sia nelle zone più sensibili del nostro viso come contorno occhi, naso e zona baffetto.

Cosa fare in caso di neo sospetto? Come comportarsi? 

Può succedere di riscontrare in un neo mutamenti che possano apparire strani o sospetti che ne mutano le loro caratteristiche: cosa fare in questo caso? L’unica scelta sensata è quella di rivolgersi immediatamente ad un dermatologo, il quale prescriverà subito un test per confermare la presenza o meno di un melanoma.

Ricordate che la diagnosi precoce, oltre alla prevenzione, resta l’arma più efficace a nostra disposizione per combattere e sconfiggere qualsiasi tipo di tumore. Per tale motivo rivolgetevi al dermatologo in presenza di anomalie della pelle anche non correlate alla presenza di nei maligni: macchie ed escrescenze necessitano sempre di visite ed approfondimenti che ne accertino la benignità.

L’alfabeto del melanoma

Per aiutare a tenere sotto controllo in maniera più mirata i nei, gli esperti hanno ideato una sorta di “alfabeto”, il cosiddetto “ABCDE del melanoma”, che permette di tenere a mente più facilmente le caratteristiche che si devono mutare se si sospetta un neo pericoloso:

  • A come Asimmetria (la forma del neo non è sferica o circolare come dovrebbe e se si potesse ipoteticamente dividere in due parti il neo, esse non coinciderebbero);
  • B come Bordi irregolari (i contorni non sono ben definiti, una caratteristica sempre presente invece nei nei benigni);
  • C come Colore (non è omogeneo, è molto scuro o di varie sfumature e gradazioni);
  • D come Dimensioni (attenzione ai nei con un diametro superiore ad 1 centimetro e a quelli che crescono a dismisura);
  • E come Evoluzione (qualsiasi cambiamento si noti in un neo, va subito segnalato al medico).

Ci sono poi sintomi che non devono assolutamente essere trascurati, ovvero la presenza di sangue, prurito, infiammazione e/o dolore in corrispondenza di un neo ma anche di una voglia, una macchia ecc., vanno immediatamente riferiti ad un dermatologo.

Consigli per una prevenzione efficace

Si può prevenire il melanoma? E se sì, come? Sicuramente le probabilità di ammalarsi di questa forma di cancro diminuiscono notevolmente attraverso l’adozione di uno stile di vita sano e di alcune precauzioni di importanza fondamentale.

Come in precedenza accennato, prendere il sole nel modo giusto è la prima norma cui attenersi scrupolosamente, ma ad essa andrebbe abbinata anche quella di non esporsi ai raggi UV delle lampade abbronzanti, che tutti i dermatologi sconsigliano fortemente (non vale la pena di certo rischiare la possibilità di un cancro della pelle per essere abbronzati).Prevenzione nei pericolosi

Se in un punto qualsiasi del corpo dovesse comparire all’improvviso un neo che inizi a diventare nero o molto molto scuro, prenotate immediatamente una visita dermatologica.

Attenzione, infine, ad eventuali precedenti in famiglia: il melanoma non è ereditario, ma i membri di una stessa famiglia hanno per gran parte in comune lo stesso tipo di pelle identici problemi, tendenze e fragilità). Pertanto, se qualcuno dei vostri parenti ha riscontrato problemi in tal senso, fate in modo che i vostri controlli siano ancora più frequenti e mirati.

In ogni caso tenete sempre bene a mente che la tempestività è un fattore basilare in campo medico: prima si scopre la malattia, melanoma compreso, che tra l’altro è un tipo di cancro molto aggressivo e a progressione piuttosto veloce, meno drastiche ed invasive saranno le cure, con una probabilità di guarigione completa molto più alta che in caso contrario.

C’è da preoccuparsi?

I tassi di sopravvivenza al melanoma entro i cinque anni dalla diagnosi sono piuttosto alti (circa l’87%), che vanno a salire nel caso di diagnosi precoce.

Questo ovviamente non vuole assolutamente dire che i nei maligni possono essere ignorati: i nei pericolosi vanno trattati immediatamente, cercando di minimizzare la possibilità che si superi il momento del non ritorno.

Come si può curare il neo maligno?

Ci sono attualmente diversi metodi per curare un eventuali nei maligni. La scelta ritenuta principale è quella della chirurgia, che spesso riesce a liberare dalla patologia in modo definitivo, a patto però che si intervenga tempestivamente e senza esitazioni.

Si parte in genere con una biopsia del tessuto sano subito limitrofo al neo, per controllare che le cellule tumorali siano attualmente limitate al neo stesso. Nel caso in cui invece la presenza di cellule tumorali non sia limitata al neo, si procede in genere andando ad eliminare anche le zone di derma circostanti, nonché sempre più di frequente anche linfonodi cosiddetti sentinella.

La radioterapia non è una terapia per il neo che può agire in modo esclusivo: in genere viene limitata a quei casi in cui non si è riusciti a rimuovere completamente per via chirurgica il tessuto tumorale, e quindi ha un valore principalmente residuale. La radioterapia, inoltre, può essere utilizzata in quella che è la fase terminale della patologia, per alleviare i terribili sintomi che la accompagnano.

Esistono anche delle terapie topiche, che prevedono il ricorso a farmaci a dosaggi particolarmente alti. Esistono in realtà diversi tipi di farmaci, che cercano però di stimolare una reazione del nostro corpo per l’espulsione e l’uccisione delle cellule tumorali.

Dal 2013 è stato approvato in Italia l’utilizzo di Vemurafenib™, un farmaco diretto che va ad attaccare la mutazione BRAF V600, la più comune che interessa chi possiede un neo maligno.

In fase di studio ci sono anche altri tipi di terapie, che però per il momento sono ancora sperimentali e non possono essere oggetto della nostra trattazione.

Se si interviene in tempo ci sono ottime possibilità di guarigione

Nel caso in cui si intervenisse per tempo, ovvero con una diagnosi precoce, è sicuramente possibile guarire e la chirurgia è in grado di offrire in questo senso dei risultati davvero straordinari, soprattutto se abbinata alla radioterapia.

In senso contrario, ovvero se il melanoma dovesse essere riconosciuto in ritardo, le possibilità diminuiscono, anche se non è sicuramente il caso di gettare la spugna. Siamo davanti infatti ad una patologia che negli anni viene curata sempre meglio, anche nei casi in cui la diagnosi non sia avvenuta precocemente.

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