Marker Tumorali: Quali Sono e Come Leggere le Analisi

Attraverso le analisi del sangue è possibile andare a valutare diversi parametri del nostro stato di salute. Tra tutte le sostanze che possono essere dosate con un prelievo ematico, troviamo anche i marcatori tumorali, o marker tumorali o indicatori tumorali.

Ma che cosa sono i marker tumorali? A che cosa servono questi esami? Come funziona l’interpretazione delle analisi dei marker tumorali? Quando vengono prescritti questi esami?

In questo articolo andremo a rispondere insieme a tutte le tue domande sui marker tumorali.

Che cos’è un marker tumorale?

In ambito medico, più precisamente nel settore oncologico, quando parliamo di marker tumorali, anche conosciuti come indicatori tumorali, o marcatori tumorali, ci riferiamo a delle particolari sostanze che possono essere dosate nel flusso ematico, ma anche nelle urine e nei tessuti.

Più precisamente, il dosaggio di queste sostanze nel sangue è di fondamentale importanza per la diagnosi di un tumore. Infatti, tendono ad aumentare in presenza di alcune neoplasie e tumori, sarà poi il medico a fare altri tipi di esami perché in alcuni casi possono essere imprecisi.

Questi marcatori tumorali possono essere generalmente prodotti da:

  • Alcune cellule normali, cioè gli epatociti, proprio in risposta alla presenza del tumore;
  • Dalle cellule del tumore stesso.

I marcatori tumorali non vengono usati esclusivamente come parte della diagnosi del tumore, anzi, sono molto più utili per indagare sulla possibilità di eventuali recidive della massa tumorale.

Esistono tantissimi tipi di marker tumorali, andiamo a vedere nel prossimo paragrafo quali sono i più importanti e i più utilizzati in ambito oncologico.

Ricorda, però, che un aumento di queste sostanze non è sempre collegato alla presenza di un tumore, ma potrebbe essere determinato da tante cause diverse

Quali sono i principali marker tumorali?

Tra i marker tumorali più importanti ricordiamo soprattutto quelli citati in seguito:

Beta hCG

Questa sostanza, generalmente prodotta dal nostro organismo durante la gravidanza, al di fuori dei nove mesi della gestazione viene rilevata da alcuni tumori che possono essere sia maligni, sia benigni. Di solito questi tumori coinvolgono l’ovaio e il testicolo, per questo, per iniziare ad individuare la loro presenza si procede di solito con l’esame del sangue per il dosaggio di questa sostanza. Tuttavia, oltre ad essere un marker per il tumore ai testicoli o all’ovaio, è un indicatore tumorale anche per le masse (benigne o maligne) che interessano il seno, la prostata e il pancreas.

L’Alfa Feto Proteina

Si presenta di solito quando si è formato un tumore al fegato, o ai testicoli, oppure alle ovaie, anche se non sempre questi tumori producono l’alfafetoproteina, o AFP. Ne deriva che, un valore negativo di questo esame non esclude con certezza la presenza della massa tumorale.

Per questo motivo, l’esame di AFP viene largamente utilizzato per il monitoraggio della malattia, per vedere come procede e come risponde al trattamento terapeutico, ma anche per valutare la possibilità di andare incontro ad una recidiva.

HER2/neu

Il test HER2/neu viene effettuato su un campione di tessuto prelevato dal seno con un apposito ago e serve principalmente per capire qual è la cura migliore per il cancro al seno. Infatti, quando questo esame risulta positivo significa che la paziente ha un tumore piuttosto aggressivo e che sarà anche resistente ad eventuali trattamenti chemioterapici.

CA-125 

É il nome di una proteina il cui dosaggio nel sangue ci aiuterebbe ad individuare la presenza di alcuni tumori benigni e maligni. Tra questi tumori ricordiamo soprattutto quello all’ovaio, quello al peritoneo, quello alle tube e quello all’endometrio. Tuttavia, così come accade per altri marcatori tumorali, un aumento di questa proteina nel sangue non indica necessariamente la presenza del tumore, quindi il medico sicuramente riterrà opportuno fare altri esami.

CEA

Il CEA, ossia l’esame dell’antigene carcinoembrionario, serve soprattutto per monitorare alcuni tumori, ad esempio quello al retto, al colon, al seno, al fegato, ai polmoni, al pancreas, allo stomaco e alle ovaie.

HE4 

HE4 è una proteina che viene generalmente prodotta dall’apparato riproduttivo della donna, ma anche da alcuni tipi di cancro all’ovaio. Infatti, l’ovaio, quando non è malato, produce quantità di questa proteina piuttosto basse, quantità che aumentano notevolmente quando si è sviluppato un tumore. Per questo è un ottimo marcatore per il cancro all’ovaio.

TPA – Antigene Polipeptidico Tissutale

Il TPA, ossia l’antigene polipeptidico tissutale, è anch’esso un ottimo marcatore tumorale per l’ovaio, ma anche per il tumore al pancreas, al seno, allo stomaco, al retto, alla prostata, al colon, al polmone e alla vescica. Per questo spesso i medici utilizzano il dosaggio di questa proteina nel sangue per tenere sotto controllo queste malattie e per valutare il funzionamento delle terapie che si stanno seguendo per sconfiggerle.

CA 19-9

Il CA 19-9 è l’antigene carboidratico 19-9 ed è una proteina che spesso si trova sulla zona superficiale delle cellule tumorali, per questo il suo dosaggio è particolarmente utile come marcatore della malattia stessa, ossia per vedere come sta proseguendo e come sta funzionando la terapia. Più precisamente viene usato come marker per il tumore al pancreas, soprattutto quando è in uno stadio avanzato.

CA 15-3

L’antigene CA 15-3 è invece una proteina la cui produzione da parte delle cellule del seno, aumenta in modo particolarmente significativo in presenza, appunto, di un tumore al seno. Come gli altri marcatori di cui abbiamo parlato fino ad ora, non è particolarmente utile per effettuare una diagnosi definitiva, ma serve per monitorare l’avanzamento del tumore, una sua eventuale metastatizzazione e il funzionamento della terapia che si sta seguendo. Per questo il dosaggio di questa proteina è indispensabile capire quando il tumore ha raggiunto parti più delicate del nostro corpo, ad esempio le ossa, oppure il fegato.

PSA

Il PSA è uno degli esami di screening più importanti che vengono largamente utilizzati per il tumore alla prostata. La presenza di un tumore a questo organo comporterebbe proprio un aumento dell’antigene prostatico nel sangue (PSA), tuttavia tale incremento potrebbe essere determinato da altre condizioni, perciò il medico farà sicuramente altri esami di controllo

Questi sono solo alcuni dei principali marcatori tumorali di cui si servono i medici per capire lo stadio del tumore, per individuare il trattamento più adatto per quel particolare tumore, per valutare la possibilità di una recidiva e per valutare se la terapia in corso effettivamente funzioni

Quando vengono prescritti gli esami per i marker tumorali?

Intuibilmente, il medico ti prescriverà uno dei marcatori di cui abbiamo parlato sopra, nel caso in cui sospetta la presenza di un tumore (anche se in alcuni casi ci sono dei veri e propri esami diagnostici), facendo riferimento soprattutto ai sintomi che si sono manifestati.

Tra i sintomi più comuni che si manifestano in presenza di un tumore, ricordiamo soprattutto quelli citati in seguito:

  • Febbre che persiste per diversi giorni;
  • Dolore senza una causa apparente;
  • Difficoltà nella minzione;
  • Perdita di peso inspiegabile;
  • Sensazione costante di affaticamento;
  • Particolari variazioni cutanee;
  • Indigestione frequente;
  • Difficoltà nella deglutizione;
  • Sudorazione notturna;
  • Cambiamenti del capezzolo, ad esempio del colore;
  • Ferite che tendono a non guarire;
  • Affanno;
  • Presenza di alcuni noduli al seno oppure in altre parti del corpo;
  • Tosse insistente;
  • Cambiamento delle abitudini intestinali;
  • Macchie bianche sulla lingua o comunque all’interno del cavo orale;
  • Cambiamento dell’aspetto di un neo, oppure di una verruca.

In ogni caso, visto che esistono più di 200 tipi diversi di tumore, non possiamo elencarne tutti i sintomi, altrimenti rischiamo di fare confusione e non capire quale sintomo appartiene a un certo tipo di tumore oppure a un altro.

Infine, non bisogna dimenticare che tutti questi sintomi possono essere associati ad altre condizioni, siano esse patologiche oppure no, di conseguenza presta sempre attenzione alla loro manifestazione.

Per questo motivo è anche necessario che sia il medico a farci tutti gli esami di cui abbiamo bisogno, in quanto solo la sua preparazione e la sua esperienza gli permettono di individuare la causa precisa che ha scatenato questo quadro sintomatologico.

Come funziona l’esame per i marker tumorali?

La maggior parte degli esami di cui abbiamo parlato, ossia la maggior parte dei marker tumorali, prevede di sottoporsi ad un prelievo ematico semplicissimo, proprio come quello che fai quando ti sottoponi alle analisi del sangue.

Tuttavia alcuni esami prevedono il prelievo di un tessuto come campione per l’esame. Questo accade, ad esempio, nel caso del test HER2/neu in cui verrà usato un ago aspirato per prelevare del tessuto dal seno.

Non è necessaria una preparazione ben precisa per fare questo esame, tranne che, come per la maggior parte delle analisi ematiche, dovrai presentarti a digiuno in sede di laboratorio.

Non c’è bisogno che ti fai accompagnare, potrai tranquillamente guidare la tua auto dopo l’esame, a patto che i sintomi te lo permettano. In ogni caso, però, segui sempre le indicazioni del tuo medico.

Ognuno di questi esami avrà dei valori di riferimento ben precisi che il medico confronterà dal tuo referto, per fare il punto della situazione.

Infine, i marker tumorali generalmente non causano dolore. Al limite potresti percepire un leggero fastidio legato proprio al prelievo di sangue a cui ti stai sottoponendo, ma appena terminato, non sentirai più nulla.

Come vengono usati i marker tumorali?

Come abbiamo già detto, i marker tumorali spesso vengono accompagnati da altri esami, in quanto non hanno una precisione assoluta visto che alcuni valori, elevati o positivi, possono corrispondere anche ad altre condizioni, quindi non indicano necessariamente la presenza del tumore.

Per questo motivo, spesso, insieme ai marcatori tumorali, vengono prescritti esami come i seguenti:

  • Analisi dello striscio di sangue;
  • Biopsia del tessuto;
  • Altri marcatori tumorali;
  • Analisi del midollo osseo.

Quindi, anche se non ci forniscono informazioni abbastanza utili per una diagnosi definitiva, i marker tumorali sono indispensabili per avere un quadro completo della situazione, soprattutto quando il medico ha il sospetto di un tumore oppure crede che il paziente sia a rischio.

Inoltre, come abbiamo già detto nel corso del nostro articolo, i marker tumorali si sono dimostrati utili per la stadiazione del tumore, ad esempio per capire se la massa sta crescendo oppure no, e se si sta diffondendo, coinvolgendo altri tessuti e/o altri organi.

Senza dimenticare che, comunque, questi esami ci permettono anche di valutare l’efficacia di una eventuale terapia che stiamo seguendo. Ad esempio, se il medico nota che le dimensioni del tumore sono diminuite in seguito alla chemio, allora stiamo seguendo la terapia giusta e viceversa.

Come ultima cosa, ma non meno importante delle altre, i marker tumorali vengono largamente utilizzati anche per valutare la possibilità di andare incontro ad una recidiva. Ossia, la probabilità che il cancro si ripresenti anche dopo averlo sconfitto.

In ogni caso, non si tratta di esami che vanno sottovalutati, anzi, questi marker tumorali sono importantissimi e il medico valuterà con estrema attenzione tutti i dati che risulteranno dal loro dosaggio.

Ci sono delle limitazioni che riguardano questi esami?

Rispetto a quanto abbiamo detto fino ad ora, è evidente che i marker tumorali presentano dei limiti, che possono essere più o meno consistenti.

Primo tra tutti ricordiamo il fatto che non sono utili come esami di screening per la popolazione generale, ossia non ci permettono di fare delle previsioni del rischio di un tumore, rispetto ad una popolazione ben precisa.

Un altro limite da tener presente quando ci sottoponiamo ad uno di questi esami è che, anche se i risultati del test risultano anomali, questi non devono essere necessariamente correlati alla presenza di un tumore, ma possono essere stati determinati da altre condizioni.

Per questo, e per quanto abbiamo detto anche nel resto dell’articolo, il medico non solo dovrà considerare i risultati dei marker tumorali per valutare la possibile presenza di un tumore, ma dovrà fare altri esami, tenere conto della tua storia clinica, del tuo stile di vita e così via.

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