Cibo nelle feci: cosa indica? c’è da preoccuparsi?

L’intestino elimina tutto quello che non viene assorbito durante il processo di digestione attraverso le feci. Non capita di rado quindi che all’interno di queste ultime si possa osservare la presenza di cibo non digerito, anche se i processi digestivi messi a punto da stomaco ed intestino di norma dovrebbero evitare questo fenomeno.

La presenza di cibo nelle feci non dovrebbe allarmarci più di tanto, a meno che non sia accompagnata anche da altri sintomi intestinali. In questo caso, contattare il medico è la cosa migliore da fare per arrivare ad una diagnosi e risolvere il problema alla base.

Nella maggior parte dei casi la presenza di pezzi di cibo non digeriti è causata da un’errata o assente masticazione del cibo: in queste condizioni risulta difficile per l’intestino poter frammentare il cibo in pezzi più piccoli.

Se questo è il tuo problema ti invito a continuare la lettura dell’articolo così potrai trovare le giuste informazioni per risolvere questa problematica.

Quando compare cibo non digerito nelle feci?

La comparsa di cibo non digerito nelle feci non è una cosa che capita spesso, non può essere definita normale e per fortuna non è quasi mai spia di problemi gravi. Ha una stretta relazione con la tipologia di alimenti che si assumono, infatti limitandone il loro consumo il problema tenderà a risolversi.

Alcuni alimenti sono difficili da digerire, soprattutto quelli molto ricchi di fibre che sono abbastanza resistenti a tutti i processi messi a punto da stomaco ed intestino durante la demolizione dei cibi.

Questo però non deve impedirci di includere nel nostro regime alimentare una buona dose di fibre in quanto queste, all’interno delle feci hanno la funzione di richiamare acqua, rendere il cilindro fecale più morbido e di facile espulsione. Le fibre, infatti, sono uno degli alleati più importanti per la salute dell’intestino e per la lotta contro la stitichezza, anche perché una massa fecale più ingombrante stimola i movimenti peristaltici che ci fanno espellere più velocemente le feci.

Tra le tracce di cibo che possiamo trovare all’interno delle nostre feci possiamo trovare il mais, i semi di lino, i semi di zucca, i semi di girasole, le lenticchie. In questi casi la causa principale è sicuramente causata dalla presenza di cellulosa presente nelle cuticole e nei rivestimenti più esterni di questi cibi. Il nostro organismo ha tutti gli enzimi a disposizione per la demolizione di vari zuccheri tra cui gli amidi, ma dall’elenco è esclusa la cellulosa.

Quando la causa di cibo non digerito nelle feci è una parte specifica del cibo stesso non c’è alcun motivo per preoccuparsi. Il suggerimento è quello di masticare accuratamente gli alimenti, in modo da ridurre il più possibile la grandezza delle particelle e renderle più accessibili da parte degli enzimi digestivi. Un altro consiglio è quello di consumare il più possibile la verdura cotta, in modo da ammorbidire le fibre che in tal modo possono essere digerite, massimizzando così la quantità di nutrienti assorbita.

Quando bisogna preoccuparsi? e quando no?

Per tutto quello che abbiamo detto fino ad ora, la presenza di cibo nelle feci non dovrebbe mai essere motivo di preoccupazione. Ma ci sono dei casi in cui questo fenomeno è accompagnato da sintomi particolari e per tale motivo sarebbe bene riferire tutto al proprio medico per accertarsi che non ci sia nulla di grave.

I sintomi in questione sono:

  • Diarrea persistente;
  • Perdita di eccessivo peso senza una spiegazione plausibile;
  • Presenza di sangue nelle feci;
  • Frequenza nella defecazione.

Questo ultimo punto è molto importante, in quanto un transito intestinale troppo rapido fa si che il cibo rimanga per poco tempo a disposizione degli enzimi responsabili della digestione, per cui è molto facile ritrovarlo poi solo parzialmente digerito a livello delle feci. Questo rappresenta un problema perché non vengono assorbiti i nutrienti necessari all’organismo per svolgere tutte le sue funzioni e ricavare energia. Ne conseguono dimagrimento, senso di debolezza, mancanza di concentrazione e di energia, anemia.

Tutti i sintomi elencati possono essere la spia di patologie quali:

  • Morbo di Crohn: una patologia infiammatoria che colpisce l’intestino e causa una serie di problemi spesso accompagnati da dolore;
  • Celiachia: una patologia autoimmune, causata da una reazione da parte dell’organismo nei confronti del glutine, una molecola proteica presente in alcuni cereali, tra cui il frumento. Questa reazione immunitaria provoca un appiattimento dei villi intestinali deputati all’assorbimento. Inoltre, nei soggetti affetti il glutine rappresenta una molecola tossica che crea sintomi anche molto gravi;
  • Sindrome dell’intestino irritabile: in questo caso l’intestino diventa particolarmente sensibile, anche agli sbalzi di temperatura e ai periodi di stress particolare;
  • Intolleranza al lattosio. Alcune persone hanno un deficit di un enzima, che prende il nome di lattasi, deputato alla digestione del lattosio, uno zucchero che si trova nel latte. Quest’ultimo se presente tal quale è tossico per l’intestino e provoca coliche dolorose, flatulenza e cattiva digestione;
  • Insufficienza pancreatica. È noto che il pancreas è una ghiandola che interviene anche nei processi di digestione, oltre a produrre insulina per controllare i picchi glicemici nel sangue. Esso produce il succo pancreatico, che contiene una serie di enzimi deputati alla digestione di molti nutrienti presenti nei cibi. Nei pazienti affetti da insufficienza pancreatica, questa ghiandola non produce enzimi funzionali e come conseguenza la digestione non sarà ottimale.

Cosa fare?

Quando la presenza di cibo nelle feci è accompagnata da uno dei sintomi descritti in precedenza, la cosa migliore è quella di contattare il proprio medico di fiducia, al fine di riferire tutti i sintomi in modo da arrivare ad una diagnosi. Spesso il primo test ad essere prescritto è l’esame delle feci ed in base al responso proseguire con altri accertamenti.

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