Profilassi pre-esposizione (PrEP) e post-esposizione (PEP) per HIV: come funzionano?

In occasione del 1 dicembre, la Giornata Mondiale contro l’Aids, proponiamo una guida alla corretta prevenzione dell’infezione da HIV, attraverso le indicazioni del Ministero della Salute e le informazioni sulle terapie farmacologiche di profilassi pre-esposizione e post-esposizione per HIV.

Sono ormai trascorsi quarant’anni da quando, nel 1982, Robert Gallo, direttore del laboratorio di biologia cellulare dei tumori del National Cancer Institute di Bethesda in America, accertò l’origine virale dell’epidemia di Aids. Da allora molte cose sono cambiate, sia in ambito medico-terapeutico che sociale.

I casi di AIDS in Italia e nel mondo

A partire dal 1981 l’Aids ha ucciso oltre 25 milioni di persone, diventando una delle epidemie più distruttive che la storia ricordi.

Secondo i dati dell’UNAIDS riportati dall’Istituto Superiore di Sanità, nel 2019 nel mondo erano 38 milioni i soggetti positivi all’HIV.

In Italia, i dati sulle nuove diagnosi di infezione da Hiv e dei casi di Aids  al 31 dicembre 2020 sono stati pubblicati sul notiziario dell’Istituto superiore di Sanità, volume 34, n°11, aggiornato nel mese di novembre 2021.

Secondo i dati riportati, dal 2018 si osserva una evidente diminuzione dei casi di infezione da HIV per tutte le modalità di trasmissione. La modalità di trasmissione più frequente è attribuita a rapporti omosessuali tra maschi (MSM) ed è superiore a quella attribuibile a rapporti eterosessuali. Dal 2016 si osserva inoltre una diminuzione del numero di nuove diagnosi HIV in soggetti stranieri.

Attualmente si registrano 352 nuovi casi, pari a un’incidenza di 0,7 nuovi casi per 100.000 residenti. Il numero di decessi annuale si conferma stabile, il che conferma come l’incidenza delle nuove diagnosi di infezione da Hiv si sia mantenuta costante negli ultimi quattro anni e sia ora in lieve decremento.

La giornata mondiale contro l’Aids

L’obiettivo fondamentale della Giornata mondiale contro l’Aids, istituita per la prima volta nel 1988, è la sensibilizzazione nei confronti di un’epidemia che ha raggiunto il picco nel 2005, ma che nel 2019 contava ancora ben 690.000 vittime in tutto il mondo. Una strage silenziosa che nel 2020 è stata oscurata dall’emergenza Covid-19.

Per celebrare la Giornata mondiale per la lotta contro l’Aids 2021, il Ministero della Salute quest’anno ha promosso una campagna di sensibilizzazione, alla quale partecipa anche la Lega Serie A. Calciatori e allenatori indosseranno il fiocchetto rosso, simbolo universale della lotta contro l’Aids, per ricordare che con “l’Hiv non si gioca.”

Come prevenire l’infezione da HIV?

Il focus nel World Aids Day viene posto essenzialmente sulla prevenzione della malattia.

Il virus dell’Hiv può infatti essere trasmesso

  • per via ematica,
  • contatto di mucose e ferite con secrezioni vaginali, eiaculato, liquido preeiaculatorio, infetti;
  • latte materno di madre sieropositiva;
  • materno-fetale
  • sessuale.

Per prevenire il rischio di contrarre l’infezione è consigliato evitare

  • l’uso comune di siringhe, aghi e altro materiale usato per l’iniezione di sostanze
  • rapporti sessuali a rischio, sostenendo l’uso del preservativo per la protezione da HIV e altre malattie veneree.

In particolare, secondo le indicazioni predisposte dal Ministero della Salute per ridurre il rischio di contrarre l’Hiv è necessario:

  • Nei rapporti penetrativi usare il preservativo maschile o femminile  in modo corretto;
  • Nei rapporti orali usare il preservativo o il dental dam (fazzolettino in lattice, letteralmente “diga dentale”);
  • Assumere correttamente la profilassi pre-esposizione (PrEP);
  • Condurre una relazione monogama o esclusiva, in cui entrambi i partner sono sieronegativi all’Hiv e non hanno altri comportamenti a rischio al di fuori della coppia.

Cos’è la PrEP o profilassi pre-esposizione

La PrEP (acronimo di Pre-Exposure Prophylaxis) o profilassi preesposizione consiste nell’assunzione di una combinazione di farmaci attivi contro l’Hiv con lo scopo di ridurre al minimo il rischio di infezione da HIV.

I principi attivi dei farmaci utilizzati sono Tenofovir e Emtricitabina, due inibitori nucleosidici della trascrittasi inversa, che impediscono al virus di replicarsi. I farmaci erano utilizzati in mix con altri anche nel trattamento dei positivi all’HIV.

È necessario specificare che la PrEP non è una terapia raccomandata a tutti. È indicata per le persone Hiv-negative che tuttavia hanno comportamenti ad alto rischio di infezione da Hiv, secondo le linee guida italiane. Se correttamente assunta da persone sieronegative a rischio di infezione, la PrEP è fortemente efficace nel prevenire l’infezione da Hiv.

Va ribadito che, oltre a non proteggere dall’infezione da altre malattie veneree o non prevenire gravidanze indesiderate, la PrEP non elimina completamente il rischio di contrarre l’Hiv, ma riduce il rischio in modo sostanziale.

Negli studi condotti sulla PrEP, quasi tutti i contagi sono avvenuti tra persone che non la assumevano nel modo corretto. Il fattore più rilevante correlato all’efficacia preventiva della profilassi è l’aderenza alle prescrizioni mediche e alle linee guida.

Chi può assumere la PrEP

Secondo quanto riportato sul sito di LILA, la Lega Italiana per la Lotta contro l’Aids, la PrEP o profilassi pre-esposizione può essere assunta da:

  • Persone che non usano il profilattico o lo usano in modo sporadico e hanno rapporti occasionali o con partner a rischio per l’Hiv.
  • Persone che, facendo uso di sostanze per via iniettiva, condividono siringhe e strumenti (cucchiaini, fiale, filtri) con altri/e.
  • I partner sessuali o iniettivi di una persona con Hiv che non è in terapia e ha carica virale positiva, oppure se la persona con Hiv ha appena iniziato la terapia e non ha ancora raggiunto la soppressione virologica.

Per assumere la PrEP è innanzitutto fondamentale accertarsi di non avere l’Hiv e fare tutti i test del caso. Perché la terapia sia efficace e non comporti rischi per la salute, è inoltre necessario farsi seguire da un medico specialista ed effettuare esami medici sia prima che durante l’assunzione della terapia. 

Linee guida della PrEP

Una volta iniziata la profilassi, le linee guida raccomandano di:

  • Eseguire un test Hiv combinato di quarta generazione dopo 1 mese e, a seguire, ogni 3 mesi;
  • Monitorare la funzionalità renale dopo 3 mesi e, a seguire, ogni 6 mesi
  • Effettuare uno screening delle IST ogni 6 mesi;
  • Fare un test di gravidanza dopo 1 mese e, a seguire, ogni 3 mesi, per le donne che non stiano tentando un concepimento programmato.
  • In taluni casi è consigliata una densitometria ossea per monitorare la densità delle ossa.

Esistono siti internet specializzati per dare informazioni e counselling sulla PreP, come prep.info.it o webprep.it. Quest’ultimo sito offre una guida specifica alla prevenzione e consente agli utenti di esprimere domande e dubbi interagendo direttamente con degli esperti.

Si raccomanda sempre di consultare un medico specialista e non optare per una profilassi fai-da-te acquistando i farmaci disponibili su internet.

Profilassi post-esposizione (PEP): cos’è e come funziona

La PrEP implica l’uso di medicinali prima dell’esposizione all’HIV, perché sei consapevole di una possibile esposizione all’HIV, ed è utilizzato in modo pianificato, su base continuativa.

Cosa fare invece se ci si trova in una situazione di emergenza come un preservativo rotto in un rapporto sessuale a rischio o la puntura accidentale con un ago? In questi casi è possibile ricorrere alla PEP (acronimo per Post-exposure prophylaxis).

La Profilassi post-esposizione (PEP) è una profilassi di emergenza che prevede l’assunzione di farmaci antiretrovirali per 4 settimane dopo una possibile esposizione all’HIV.

La PEP è stata utilizzata per molti anni per gli operatori sanitari che avevano avuto una possibile esposizione all’HIV, ad esempio dopo essersi punti accidentalmente con aghi precedentemente utilizzati su pazienti sieropositivi o considerati ad alto rischio di avere l’HIV.

La PEP non è una “cura” per l’HIV. La Profilassi post-esposizione può impedire l’infezione da HIV, ma non è efficace al 100%. Affinché sia più alta la probabilità di efficacia, è meglio iniziare la PEP il prima possibile, meglio se entro 24 ore dall’esposizione all’HIV, ma sicuramente entro 72 ore (fonte).

Ricorrere alla profilassi post esposizione non è necessario se il partner con HIV è in cura con farmaci antiretrovirali con carica virale non rilevabile, in quanto in questo caso l’infezione non è trasmissibile (fonte).

In Italia, in caso ci si trovi in una situazione di rischio di esposizione all’HIV, è possibile recarsi presso il Pronto Soccorso di un Ospedale o un Centro di Malattie Infettive, dove i medici valuteranno il caso e se rientra nelle indicazioni per la prescrizione della terapia PEP, secondo le linee guida del Ministero della Salute.

 

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