Guerra e disturbo da stress post-traumatico: cause, sintomi e trattamento

In questi giorni i media nazionali e internazionali stanno seguendo con molta attenzione gli sviluppi dell’invasione russa dell’Ucraina, conflitto che riporta alla mente alcune delle pagine più oscure della storia europea più recente. Com’è noto, la guerra può avere importanti ripercussioni non solo sulla salute fisica delle persone coinvolte negli scontri armati, ma anche sulla salute mentale. Si pensi, ad esempio, al disturbo da stress post-traumatico che può presentarsi nei soldati di servizio al fronte o nella popolazione civile che vive nelle zone bombardate dall’aviazione.

Vediamo cos’è il disturbo da stress post-traumatico, come riconoscerne i sintomi e come è possibile guarirne.

Disturbo da stress post-traumatico: definizione e cause

Soldato britannico in trincea durante la Prima Guerra Mondiale: mostra evidenti sintomi di “Shell shock” (Francia, settembre 1916)

Sebbene il disturbo da stress post-traumatico (o “PTSD“, dall’inglese “Post-Traumatic Stress Disorder“) sia stato presente in ogni periodo della storia umana, le sue caratteristiche sono state studiate solamente a partire dalla Prima Guerra Mondiale.  Inizialmente il novero di disturbi riscontrati nei reduci di guerra prendeva il nome di “Shell Shock” (letteralmente “shock da granata“) o “nevrosi di guerra“, termini oramai desueti. Nell’immaginario collettivo statunitense, il PTSD è associato alla Guerra del Vietnam (1955-1975), conflitto che contribuì a mettere in luce gli effetti di lungo periodo degli eventi bellici sui reduci.

È doveroso precisare che il disturbo da stress post-traumatico non è sempre correlato a eventi bellici, infatti ne possono soffrire anche persone:

  • Vittime di violenza sessuale;
  • Vittime di torture e sevizie;
  • Sopravvissute a catastrofi naturali (terremoti, tsunami, alluvioni, etc.);
  • Sopravvissute ad attacchi terroristici;
  • Coinvolte in incidenti automobilistici;
  • Testimoni di omicidi efferati o suicidio di altri individui;
  • Sopravvissuti ad attacchi di animali selvatici;

Il disturbo da stress post-traumatico può colpire sia gli adulti che i bambini e i dati in nostro possesso lasciano intuire che le donne siano più propense a svilupparlo in seguito a eventi non legati alla guerra, mentre negli uomini si verifica l’opposto. I dati del National Center for PTSD riportano che circa 8 persone ogni 100 sono a rischio di sviluppare il disturbo da stress post-traumatico.

Sintomi principali del disturbo da stress post-traumatico

La sintomatologia del disturbo da stress post-traumatico può presentarsi in maniera eterogenea da paziente a paziente, tuttavia esistono una serie di sintomi comuni a tutti i soggetti che se soffrono (fonte):

  • Incubi;
  • Disturbi del sonno;
  • Flashback ricorrenti sull’evento traumatico;
  • Irritabilità;
  • Aggressività;
  • Attacchi di panico;
  • Crisi d’ansia;
  • Depressione;
  • Improvvisi attacchi di rabbia;
  • Pianto isterico;
  • Problemi di comunicazione verbale;
  • Sbalzi d’umore;
  • Confusione emotiva;
  • Repulsione verso oggetto o luoghi correlati all’evento traumatico;
  • Problemi di memoria;
  • Problemi di concentrazione;
  • Indebolimento del sistema immunitario;
  • Disfunzione sessuale;
  • Problemi di natura gastrointestinale;

In molti pazienti il PTSD aumenta il rischio di sviluppare tossicodipendenza o alcolismo, oltreché atteggiamenti criminogeni nei confronti di persone identificate come i responsabili del suo disagio; un esempio può essere l’aggressione o le intimidazioni ai danni di appartenenti a minoranze etniche contro le quali il paziente ha combattuto una guerra.

Nei quali la sintomatologia del PTSD può essere composta da:

  • Difficoltà a parlare;
  • Incontinenza urinaria (specialmente in orario notturno);
  • Attaccamento morboso nei confronti dei genitori e/o altri famigliari;
  • Crisi di pianto;
  • Ripetizione morboso delle dinamiche dell’evento traumatico.

Trattamento contro il PTSD

Non esiste un trattamento univoco contro il PTSD, dato che può presentarsi in forme molto diverse da individuo a individuo. A ogni modo, il trattamento contro il disturbo da stress post-traumatico può prevedere sedute di psicoterapia e/o somministrazione di farmaci, come ad esempio antidepressivi, ansiolitici e farmaci per la cura dei disturbi del sonno.

Parlando della psicoterapia, un ciclo consigliato per una persona con PTSD può andare da un minimo di 6 settimane fino a un massimo di 12 settimane, ma ovviamente la reale durata della terapia dipende dalla gravità del disturbo da stress post-traumatico e dai progressi del paziente. La terapia può avvenire anche in gruppo e spesso viene consigliato il coinvolgimento attivo dei famigliari e dei congiunti del paziente, come ad esempio amici, partner di vita, colleghi e di lavoro e così via.

Il disturbo da stress post-traumatico nella letteratura e al cinema

Il poeta britannico Sigfried Sassoon (1886-1967), reduce della Prima Guerra Mondiale, descrisse la sintomatologia e gli effetti del PTSD in alcune sue poesie di guerra scritte tra il 1917 e il 1919. Il componimento “Sopravvissuti” (1917) è forse l’esempio più rappresentativo:

“Senza dubbio presto guariranno; lo shock e la tensione
hanno causato i loro discorsi balbettanti e disconnessi.
Certo che non vedono l’ora di uscire di nuovo,
questi ragazzi con vecchie facce spaventate, che imparano a camminare.
Dimenticheranno presto le loro notti infestate; la loro intimidita
soggezione ai fantasmi degli amici che sono morti,
i loro sogni che grondano di omicidi; e saranno orgogliosi
della gloriosa guerra che ha infranto tutto il loro orgoglio…
Uomini che uscirono in battaglia, tristi e contenti;
Figli, con occhi che vi odiano, spezzati e folli”.

Allo stesso Sassoon fu diagnosticato il disturbo da stress post-traumatico mentre egli si trovava sul fronte francese.

Le condizioni mentali dei reduci della Grande Guerra sono mostrate anche nel romanzo “La signora Dallowaydi Virginia Woolf (1882-1941): il personaggio di Septimus W. Smith è infatti perseguitato da incubi ricorrenti sulla guerra e le trincee, insonnia, forti mal di testa e uno stato depressivo che lo porterà a compiere l’estremo gesto. Ricordiamo che la stessa Virginia Woolf convisse per tutta la vita con il PTSD, scaturito in seguito ad abusi sessuali subito in gioventù.

Nella cinematografia sono presenti moltissimi personaggi che presentano i sintomi tipici del PTSD correlato all’esperienza bellica. Di seguito sono menzionati gli esempi più celebri:

  • John Rambo: l’ex soldato interpretato da Sylvester Stallone, protagonista dell’omonima serie di film. L’aggressività di Rambo è dovuta in parte al suo disturbo psichico, in parte allo stato di povertà ed emarginazione sociale tipico dei reduci del Vietnam;
  • Travis Bickle: il tassista reduce del Vietnam protagonista della pellicola “Taxi Driver” (1976), interpretato da Robert De Niro. Nel film si fa esplicita menzione al fatto che Travis svolga la sua attività notturna in quanto affetto da una grave forma d’insonnia, in aggiunta alla depressione e disfunzioni sessuali;
  • Ron Kovic: personaggio realmente esistente e protagonista del film “Nato il quattro luglio” (1989) di Oliver Stone, nel quale è impersonato da Tom Cruise. Dopo aver perso l’uso degli arti inferiori in Vietnam, Kovic sviluppò i sintomi tipici del PTSD e una grave depressione
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