Epatite C: sintomi, rischi, diagnosi e chi può fare screening gratuito

L’epatite C è una malattia infiammatoria del fegato provocata dal virus dell’Epatite C (HCV). Si trasmette per via ematica e spesso non produce sintomi apprezzabili o facilmente identificabili.

Quando si viene infettati da questo virus si assiste a un’epatite acuta con o senza sintomi che, dopo molti anni, può portare a un’infiammazione cronica. L’importanza della prevenzione nei confronti dell’infezione da HCV è sempre più sottolineata dopo la constatazione che spesso la cronicizzazione della malattia porta alla fibrosi epatica, all’insufficienza epatica e aumenta il rischio di tumore al fegato (carcinoma).

Dopo la diagnosi si procede alla somministrazione di farmaci antivirali, ma attualmente non esiste un vaccino.

Vediamo insieme com’è fatto, come si contrae e trasmette il virus, i sintomi dell’infezione da epatite C, come avviene la diagnosi, trattamenti al momento a disposizione della medicina, i consigli per la prevenzione e le novità che prevedono lo screening gratuito per alcune tipologie di persone.

Virus dell’Epatite C (HCV): com’è fatto?

Il virus che causa l’epatite C rientra nella famiglia di virus nota come Flaviviridae ed è un virus a singolo filamento di RNA positivo di circa 60nm.

È costituito da un pericapside fosfolipidico esterno con proteine trans-membrana e un capside proteico icosaedrico interno che contiene il genoma ad RNA di oltre 9000 paia di basi.

Le proteine trans-membrana sono in grado di legare il recettore CD81 che è espresso dalle cellule del fegato, gli epatociti, e dai linfociti B.

Quando il virus si lega al recettore della cellula bersaglio entra per endocitosi e rilascia il suo RNA positivo che viene tradotto come un normale mRNA producendo una grossa poliproteina. 

La poliproteina viene poi tagliata dando luogo a tutte le proteine virali, fra cui quelle del capside, le trans-membrana e le RNA polimerasi. Dell’RNA virale viene poi fatta una copia a filamento negativo da usare come stampo per le copie positive. Le copie positive e le proteine ricostituiscono le particelle virali che in un secondo momento escono dalla cellula ospite e vanno ad infettare quelle sane.

Le proteine trans-membrana che il virus espone all’esterno del suo pericapside presentano delle regioni molto variabili che rendono difficile la realizzazione di un vaccino efficace.

Trasmissione dell’epatite C

Il virus HCV si trasmette attraverso il sangue infetto. Rappresentano veicolo di trasmissione la condivisione di aghi per siringhe infetti fra tossicodipendenti e tatuaggi o piercing realizzati con attrezzatura non sterile. Più in generale, ovunque ci sia un passaggio di sangue da un paziente infetto ad uno sano, l’HCV può trasmettersi.

La trasmissione sessuale è molto rara, ma più frequente nei rapporti sessuali anali perché talvolta generano esposizione al sangue.

È rara anche la trasmissione da madre a figlio nella gravidanza o nel parto, ma la presenza di un’infezione da HIV ne aumenta le probabilità.

Una percentuale dei pazienti che presentano epatopatia per abuso di alcol presenta una sovrainfezione da HCV.

Sintomi e periodo di incubazione

L’epatite C ha un periodo di incubazione piuttosto lungo che generalmente va da 5 a 10 settimane, ma molto frequentemente è asintomatica e quindi, anche dopo l’incubazione, non dà alcun segnale della sua presenza.

Per i casi in cui la malattia, nella sua fase acuta, produce sintomi, ecco i principali:

  • febbre
  • debolezza
  • dolori addominali
  • intolleranza all’alcol
  • nausea.

L’epatite C è particolarmente insidiosa perché per molti anni non produce danni considerevoli e alcuni possono anche guarire, ma dopo un tempo molto lungo può portare all’epatite cronica. Può accadere che non si manifestino sintomi particolari, oppure si può riscontrare la presenza di ittero in aggiunta ai precedenti.

Rischi dell’epatite C cronica

Con la cronicizzazione dell’infezione si assiste a una continua riparazione dei tessuti danneggiati che porta a una sempre maggiore cicatrizzazione o fibrosi del fegato. La fibrosi, a causa del fatto che il tessuto cicatriziale non funzionante sostituisce quello sano, porta a insufficienza epatica e favorisce anche l’insorgenza del carcinoma epatico (un tumore del fegato).

Quando si arriva a questo tipo di danni l’unica soluzione è il trapianto del fegato.

Diagnosi dell’epatite C

Quando si sospetta un’infezione da HCV si procede con il dosaggio degli anticorpi (IgM e IgG) e la ricerca dell’RNA del virus (HCV-RNA). Dai dosaggi si può anche comprendere se la malattia è cronica (IgG positive, IgM negative) o acuta (IgM positive, HCV-RNA positivo).

Si effettuano poi anche degli esami per valutare la funzionalità del fegato (AST, ALT) e determinare se ha subito danni.

Screening gratuito per l’epatite C: chi può farlo

Il decreto Milleproroghe, di recente approvato e firmato dal ministro della Salute Speranza e dal ministro dell’Economia Daniele Franco, ha disposto uno stanziamento di 71,5 milioni di euro per effettuare uno screening gratuito con test Hcv rivolto a:

  • le persone nate negli anni tra il 1969 e il 1989,
  • i soggetti seguiti dai servizi pubblici per le Dipendenze (SerD)
  • i detenuti in carcere.

Trattamenti, immunizzazione e vaccino

Il trattamento per l’epatite C consiste nella somministrazione di farmaci antivirali da quando viene diagnosticata l’infezione. Questi farmaci riducono la proliferazione del virus e la probabilità di una cronicizzazione dell’infezione.

Purtroppo non esiste un vaccino per l’epatite C e anche gli anticorpi ottenuti per un’infezione pregressa da cui si è guariti non proteggono da altre future infezioni.

Prevenzione

Per prevenire il contagio da parte dell’HCV è necessario evitare i comportamenti a rischio come lo scambio di spazzolini da denti, l’utilizzo di aghi non sterili per le iniezioni o i tatuaggi, l’abuso di alcol e, più in generale, evitare tutte le cause di contaminazione con il sangue.

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