Infezione da Salmonella: cos’è, come riconoscerla e quando preoccuparsi

È degli ultimi giorni la notizia di oltre 50 casi di bambini colpiti da infezione da salmonella in Gran Bretagna, dopo aver consumato prodotti a base di cioccolata provenienti da lotti prodotti in Belgio (che non raggiungono il mercato italiano), e oltre 40 casi in paesi europei. Attualmente nessun caso è stato riscontrato in Italia, anche se il 6 aprile è stato diramato un avviso di richiamo anche di alcuni lotti della stessa marca in Italia per rischio microbiologico.

In cosa consiste un’infezione da salmonella? Come si contrae? Chi sono i soggetti più a rischio? Da quali sintomi si riconosce e quando bisogna preoccuparsi? Cosa fare per prevenire l’infezione? Vediamolo insieme.

La salmonella in breve

Con il nome Salmonella si identifica un genere di batteri comprendente specie e sottospecie diverse, in grado di provocare tossinfezioni alimentari nell’uomo che sono dette salmonellosi. Le salmonellosi sono malattie diarroiche infettiva possono essere di tipo tifoide o non tifoide e nei paesi più industrializzati sono frequenti solo le seconde, o salmonellosi minori, considerate meno gravi e di cui parleremo in questo articolo.

I batteri della salmonella colonizzano l’intestino umano e quello degli animali e la maggior parte delle salmonellosi rappresenta delle zoonosi, ossia malattie trasmissibili da animali a uomo.

La trasmissione avviene per via oro-fecale.

Nelle salmonellosi minori generalmente non viene somministrata una cura antibiotica e l’infezione guarisce spontaneamente grazie alle difese immunitarie. Tuttavia, tra i sintomi principali l’infezione da salmonella causa diarrea e vomito, che possono portare a disidratazione, in particolare in bambini, anziani e donne in gravidanza. Bambini più piccoli e soggetti fragili possono quindi andare incontro a complicazioni e richiedere supporto medico, fino al ricovero in ospedale per il reintegro di liquidi e sali minerali o per il trattamento antibiotico.

Batteri di genere Salmonella: cosa sono?

Il nome di questo genere di batteri deriva dal medico americano Salmon che lo descrisse per primo nel 1886. Fanno parte di questo genere alcune specie, sottospecie ed oltre 2000 sierotipi.

Si tratta di batteri Gram negativi, quasi tutti mobili grazie alla presenza di flagelli peritrichi (ossia sparsi su tutta la loro superficie) e fanno parte degli enterobatteri, ossia quei batteri che vivono nell’intestino e in questo caso nell’intestino di mammiferi, uccelli e rettili.

I batteri della salmonella producono:

  • una tossina che agisce sulla mucosa intestinale, per questo detta enterotossina, simile, per molti aspetti, alla tossina colerica, ma non si lega allo stesso recettore cellulare. Gli effetti sono simili e portano a una consistente fuoriuscita di acqua dalle cellule che si riversa poi nel lume intestinale provocando diarrea.
  • una citotossina che inibisce la sintesi cellulare.

I batteri del genere Salmonella non sopportano le alte temperature e le forti acidità.

Trasmissione dell’infezione da Salmonella

Le salmonellosi minori sono zoonosi, si trasmettono dagli animali all’uomo per via oro-fecale e quindi ci si infetta ogni qualvolta ingeriamo cibo contaminato con materiale fecale infetto. Possono essere contaminati da salmonella uova, carne di pollo, latte non pastorizzato, verdura, ma anche l’acqua non potabile/non trattata. La Salmonella si può trovare in molti animali come bestiame, pollame, animali domestici, rettili, uccelli, che costituiscono un serbatoio d’infezione.

Dal momento che la salmonella non sopporta le alte temperature e la forte acidità, i fattori di rischio per l’infezione sono:

  • ingestione di cibi crudi o mal cotti,
  • la ridotta acidità dello stomaco,
  • la disbiosi intestinale.

Sintomi della salmonellosi minore

Le salmonellosi minori sono molto diffuse in tutto il mondo, anche se in ogni paese possono essere presenti diversi sierotipi che portano a sintomi spesso molto simili e quasi indistinguibili. Queste tossinfezioni, o infezioni alimentari, dovute a batteri e alle loro tossine, sono responsabili di circa la metà delle infezioni gastrointestinali nell’uomo.

Il sintomo principale delle salmonellosi minori è la diarrea, che può essere accompagnata da:

  • nausea
  • vomito
  • dolore addominale
  • febbre.

È raro che la salmonella uccida e generalmente i sintomi cessano in seguito al trattamento o al normale decorso della malattia.

Chi sono i soggetti più a rischio con un’infezione da salmonella

Sono più a rischio di complicazione con un’infezione da salmonella:

  • anziani
  • neonati e bambini
  • donne in gravidanza
  • pazienti sieropositivi, che possono andare incontro anche a setticemia non tifoidea
  • pazienti con anemia falciforme.

La gravità dei casi dipende dal sierotipo di salmonella infettante, dal numero di batteri ingeriti e dalle difese immunitarie del paziente.

Nei casi più gravi possono verificarsi:

  • forte disidratazione, in particolare per i bambini piccoli e le persone anziane o già malate, che può portare fino a uno stato di shock
  • batteriemia
  • infezione di ossa
  • infezione di meningi
  • sepsi intrauterina (nelle donne in gravidanza), con rischi per la madre e per il bambino.

Diagnosi

Il medico generalmente valuta i sintomi, il contatto con animali, le patologie pregresse e i viaggi recenti. Se si sospetta salmonellosi, la diagnosi viene fatta identificando il sierotipo batterico nel campione ottenuto con esame colturale delle feci. Sarà comunque iniziata subito la terapia di supporto per evitare la disidratazione.

Terapia delle salmonellosi

La terapia di supporto prevede il reintegro non solo dei liquidi, ma anche dei sali minerali perduti a causa di diarrea e vomito per evitare sintomi da disidratazione. Nei casi di forte diarrea, infatti, bere acqua non basta per reimmettere i liquidi persi.

Senza ricorrere a flebo in ospedale, il medico/pediatra potrà consigliare ai pazienti anche a casa il ricorso a soluzioni orali reidratanti, che possono essere trovate senza problemi in farmacia e che contengono un mix di acqua e sali minerali fondamentali.

Per i bambini più piccoli con vomito, si consiglia di somministrare la soluzione reidratante con il cucchiaino, poche gocce al minuto, per evitare il rigetto.

Per i bambini allattati al seno, non interrompere l’allattamento, che è un valido supporto sia al mantenimento dell’idratazione del neonato, che per la risoluzione della malattia con l’intervento degli anticorpi materni contenuti nel latte.

Molto utile anche l’assunzione di fermenti lattici e probiotici per ripristinare più velocemente possibile la flora batterica e la normale funzionalità intestinale.

Generalmente, per le salmonellosi minori si tende a non somministrare antibiotici, perché guariscono spontaneamente in 4-7 giorni e la somministrazione di antibiotici non farebbe altro che aumentare il rischio di produrre l’antibiotico-resistenza nei batteri. Gli antibiotici però possono venire prescritti nei casi più gravi, sempre sotto indicazione medica.

Prevenzione: 9 consigli utili per evitare le salmonellosi

La prevenzione passa attraverso le norme igieniche e le precauzioni alimentari. Ecco 9 consigli utili che dovete sempre tenere a mente:

  1. È importante lavarsi le mani dopo aver manipolato uova fresche, carne di pollo, ma anche verdure non lavate ed evitare così di contaminare acqua, altro cibo, piano di lavoro o utensili.
  2. Non lavare il guscio delle uova o la carne, in particolare di pollo e tacchino, nel lavandino: la classica “sciacquata” che molti danno con semplice acqua corrente fredda alla carne prima di cuocerla può portare alla contaminazione di lavandino, piano di cottura e utensili con batteri molto pericolosi come Campylobacter, Salmonella e Clostridium perfringens. Il passaggio sotto l’acqua non serve a nulla, perché la carne è destinata alla cottura che uccide i batteri presenti. Ricordate invece che in quello stesso lavandino poi magari verranno sciacquati frutta e verdura (contaminandole) o verrà appoggiato distrattamente lo straccio con cui pulire piani e tavolo (contaminandoli).
  3. Non lasciare scongelare la carne in frigo in contenitori aperti e non far entrare mai in contatto carne cruda o il sangue fuoriuscito con alimenti non destinati a cottura.
  4. Non appoggiare i gusci delle uova nel lavandino o nel piano di cottura: dopo averle aperte, buttare immediatamente il guscio e lavare le mani prima di riprendere a cucinare.
  5. Non utilizzare forchette o utensili da cucina che hanno toccato carne cruda in altri piatti non destinati a cottura o per assaggiare qualcosa.
  6. Non appoggiare utensili sporchi usati per toccare carne cruda sul piano di lavoro, ma su un piatto da lavare.
  7. Il cibo deve essere consumato ben cotto: in particolare la carne del pollame non può essere lasciata al sangue o rosata.
  8. Se si è immunodepressi, anziani, in gravidanza, si hanno bambini in casa o si utilizzano medicinali per ridurre l’acidità dello stomaco (ad es. gli inibitori della pompa protonica in caso di ulcere) è bene fare ancora più attenzione.
  9. Dopo aver cucinato carne cruda o pollame, pulire e igienizzare non solo le superfici, ma anche il lavello della cucina. Pulire o risciacquare solo con acqua queste aree non è sufficiente per uccidere i batteri che potrebbero essersi diffusi nella tua cucina durante la preparazione del cibo.
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