Pertosse, aumento dei casi nei bambini. Ecco come riconoscerla e prevenirla

Una delle malattie infantili più conosciute è la pertosse, che provoca, tra i sintomi distintivi, tosse incontrollabile ed espulsione di catarro. Questa patologia è facilmente prevenibile attraverso la vaccinazione non solo per i bambini, ma anche per le donne in gravidanza. Infatti, in Italia, negli ultimi mesi, c’è stato un aumento di casi gravi di pertosse, tra cui alcuni fatali. Ecco, quindi, cosa c’è da sapere della pertosse, quali sono i campanelli di allarme e come prevenirla.

Cos’è la pertosse, malattia infantile molto contagiosa

Come spiega l’Istituto superiore di Sanità (ISS), la pertosse è una malattia infettiva di origine batterica molto contagiosa. E’ provocata dal batterio Bordetella pertussis ed è annoverata fra le malattie infantili colpendo prevalentemente i bambini sotto i 5 anni.

La trasmissione della malattia avviene solo fra esseri umani e a differenza delle altre malattie infantili l’immunità conferita da una prima infezione non è definitiva, ma declina col tempo. Contrariamente ad altre malattie infettive, la pertosse può colpire anche i neonati di madre immune, se l’immunità non è stata rinforzata con una vaccinazione avvenuta di recente. Per questo motivo, alle donne in gravidanza è proposta la vaccinazione per la pertosse ad ogni gravidanza, indipendentemente dalle vaccinazioni già effettuate in precedenza, per proteggere il bambino nelle prime settimane di vita.

I sintomi della pertosse, ecco quali sono

La pertosse causa sintomi diversi in base ai differenti stadi che la caratterizzano. In particolare si evidenziano due stadi: catarrale e parossistico.
Nello stadio catarrale, cioè quello iniziale della malattia (prime due settimane), i sintomi che si manifestano sono simili a quelli del raffreddore:

  • Occhi arrossati
  • Lacrimazione
  • Mal di gola
  • Tosse lieve
  • Possibile febbre.

Segue lo stadio parossistico, della durata di 6 settimane circa, dove la sintomatologia diventa più specifica:

  • Tosse parossistica, intensa e incontrollabile
  • Difficoltà respiratorie
  • Urlo inspiratorio (tipico suono emesso per riprendere aria)
  • Espulsione di catarro molto denso e vischioso
  • Conati di vomito.

Attenzione ai neonati e bambini, a rischio complicanze anche fatali

Nei bambini molto piccoli bisogna fare particolare attenzione perché possono comparire: assenza di respirazione, colorito blu e soffocamento.
Raccomanda la presidente della Sip (Società Italiana Pediatria), Annamaria Staiano:

“La pertosse è una malattia fortemente contagiosa e pericolosa, soprattutto nei primi mesi di vita e nei neonati che hanno un maggior rischio di complicanze e di decesso. In questa fascia di età la mortalità è compresa tra l’1 e l’1,5%”.

Bisogna ricordare che nei bambini piccoli le complicazioni più gravi sono costituite da sovrainfezioni batteriche, che possono portare a otiti, polmonite, bronchiti o addirittura affezioni neurologiche (crisi convulsive, encefaliti). I colpi di tosse possono anche provocare delle emorragie sottocongiuntivali e nel naso. Infine, nei neonati e nei bambini al di sotto di 1 anno, la pertosse può essere molto grave, addirittura mortale.

Decessi da pertosse anche in Italia

In Italia si è verificato un aumento dell’800% dei ricoveri da pertosse rispetto allo scorso anno e sono state registrate tre morti dall’inizio del 2024. Le regioni più colpite dai contagi sono Campania, Sicilia e Lazio. In Europa, invece, sono quasi 60 mila i casi di pertosse nel corso del 2023 fino ad aprile 2024, registrando un incremento di oltre 10 volte rispetto al 2022 e al 2021.

In particolare, in Italia da gennaio a maggio 2024 sono stati registrati 110 casi di pertosse, con oltre 15 ricoveri in terapia intensiva di lattanti e tre neonati deceduti. I dati, resi noti da Alfredo Guarino, presidente della sezione Campania della Sip, sono stati ottenuti nel corso di un progetto Pnrr, il progetto Inf-Act. Il progetto ha lo scopo di sviluppare nuove strategie per l’identificazione precoce, prevenzione e terapia di minacce infettive. I dati sono stati raccolti in 7 centri di elevata specializzazione distribuiti sull’intero territorio nazionale.

Guarino sottolinea che l’aumento dei ricoveri ha riguardato nella maggior parte dei casi neonati e lattanti non vaccinati sotto i 4 mesi di età. Non solo, il 95% delle madri di questi bambini non era vaccinata e l’80% non aveva ricevuto alcuna informazione sulla disponibilità di una vaccinazione prenatale. Dal momento che i dati si riferiscono a bambini ospedalizzati in condizioni cliniche gravi, sono con ogni probabilità, solo una parte della effettiva circolazione della pertosse, in quanto non sono considerati i casi non ospedalizzati.

Diagnosi e trattamento della pertosse

Per diagnosticare la pertosse, è fondamentale rivolgersi al proprio medico di fiducia o al pediatra. Ecco quali sono i possibili accertamenti, oltre alla visita e all’esame obiettivo, di cui il medico può avvalersi: esame colturale del catarro per ricercare la presenza del batterio della pertosse, ricerca nel sangue degli anticorpi specifici, prodotti dal sistema immunitario in seguito al contatto con il batterio e della reazione a catena della polimerasi (PCR), esame sofisticato, eseguito sempre sulle secrezioni del paziente.
Meno specifici per la diagnosi, invece, sono i comuni esami del sangue e la radiografia del torace,utile per rilevare se la pertosse abbia eventualmente causato una polmonite.

Per trattare la pertosse, lo specialista può prescrivere antibiotici, sedativi della tosse e farmaci anti-spasmo. Nei casi di neonati e bambini con sintomi gravi, potrebbe essere necessario il ricovero in ospedale.
Ci sono poi alcuni ulteriori accorgimenti che ossono tornare utili come:

  • Bere molti liquidi, per evitare la disidratazione legata alla respirazione frequente
  • Fare pasti piccoli e frequenti, per evitare che dopo la tosse compaia il vomito
  • Coprirsi la bocca, lavarsi spesso le mani e in presenza di altre persone indossare una mascherina.

Vaccinazione per madri e bambini

Tuttavia per proteggere sia le future madri, ma soprattutto i più piccoli, è disponibile il vaccino esavalente che protegge anche contro la pertosse. La prima vaccinazione dei neonati avviene intorno al secondo mese, ma una protezione adeguata si ottiene solo dopo il secondo richiamo che avviene intorno al 4-5 mese di vita. Per garantire protezione fin dalla nascita è possibile la vaccinazione delle madri in gravidanza, per permettere il passaggio degli anticorpi al feto negli ultimi mesi di gravidanza.
L’immunizzazione della persona in gravidanza, spiega Staiano – è possibile durante il secondo e terzo trimestre di attesa, per proteggere i bambini ancora troppo piccoli per poter essere vaccinati. Come anticipato, la vaccinazione va ripetuta a ogni gravidanza e permette un’efficacia di protezione del 90% dalle infezioni per il bambino nei primi mesi di vita.
Per questo, per contrastare efficacemente la pertosse è fondamentale mantenere elevate coperture vaccinali in tutta la popolazione. Dal momento che il vaccino contro la pertosse non conferisce immunità permanente, perdendo efficacia nel corso del tempo, oltre alla vaccinazione in gravidanza, è essenziale fare i richiami previsti dal calendario vaccinale ad ogni età.

Fonti:

Gruppo San Donato – Pertosse

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