Arrigo Castelli: i 100 anni dell’inventore dell’elettrocardiografo

Oggi, 22 novembre, Arrigo Castelli avrebbe compiuto 100 anni.

La sua è la storia di un inventore di genio, eppure se ne parla troppo poco. Dopo aver prodotto i magnetofoni – che rivoluzionarono il mondo della comunicazione negli anni ’50 del Novecento – Arrigo Castelli ebbe infatti la geniale intuizione dell’elettrocardiografo, il primo registratore dell’attività elettrica del cuore su un tracciato grafico.

Ripercorriamo la biografia di questo straordinario inventore, che ebbe un ruolo centrale nella comunicazione e nel processo di rinnovamento della medicina moderna.

Arrigo Castelli l’uomo che registrò la voce

In occasione dei 100 anni dalla nascita sono molte le iniziative in tutta Italia per celebrare il genio dell’uomo che “catturò la voce”. Ad Arrigo Castelli va infatti dato questo merito: grazie all’invenzione di uno strumento come il magnetofono e di tutti i suoi derivati riuscì a catturare la “voce dell’uomo“, la “voce del cuore” e, in seguito, persino la “voce della Luna“.

Di lui oggi i quattro figli vogliono ricordare e, soprattutto, omaggiare il genio. Arrigo Castelli era un uomo di laboratorio, ricordano. La sua vita tracciata in breve: dall’amore per la matematica e il talento naturale per cui si distinse fin dagli anni del liceo, sino alle straordinarie invenzioni che ebbero sì uno scopo pratico, ma soprattutto sociale.

Un ricercatore, ma sopra ogni altra cosa un inventore. Nel ricordo di chi l’ha conosciuto da vicino Arrigo Castelli era un uomo capace di svegliarsi la notte con un’idea quasi utopistica, degna del sogno più smisurato, e poi riusciva metterla in pratica.

Arrigo Castelli: la vita

Arrigo Giosué Gaetano Castelli nacque il 22 novembre 1921 a San Giovanni Bianco, un paese della bergamasca Val Brembana, figlio di un direttore tecnico e di una maestra. Fin dalla più tenera età il piccolo Arrigo si distinse per le doti intellettuali. A tredici anni si trasferisce con la famiglia a Verona, a causa del lavoro del padre, dove frequenterà il Liceo scientifico A. Messedaglia. Castelli era talmente dotato che, quando mancava il professore, facevano salire in cattedra lui a fare lezione agli altri studenti.

Dopo la licenza liceale Arrigo Castelli decise, seguendo la sua naturale inclinazione, di iscriversi alla Facoltà di Ingegneria del Politecnico di Milano. Nel mentre partecipa alla seconda guerra mondiale come ufficiale di artiglieria, entrando nel servizio militare tra i Lupi di Toscana. Nel 1945 lascia l’università per sposarsi con Liliana Nava – sua moglie per il resto della vita – e decide di intraprendere l’attività imprenditoriale.

A soli venticinque anni il giovane Arrigo acquista un’azienda che produce stufe elettriche, la Elam. Proprio in quel periodo Arrigo Castelli aveva progettato una macchina capace di strecciare il cavo in fili, dello spessore adatto per produrre le resistenze delle stufette della Elam. Grazie a questa intuizione è stato possibile ottenere, a bassissimo costo, una grande quantità di rame che ha permesso allazienda di battere tutta la concorrenza.

Nel frattempo inizia a farsi in strada in lui l’idea del magnetofono.

L’invenzione del magnetofono

Mentre durante il giorno lavorava a tempo pieno come direttore alla Elam, la sera Arrigo Castelli conduce degli esperimenti in cui coinvolge il fidato cugino Pino.

Il suo sogno era “catturare la voce, registrarla su un filo dacciaio“. E vi riuscì, nel 1947, nello scantinato della casa di uno zio a Como. Successivamente dirà:

“La prima cosa che ho registrato è stato un fruscìo provocato da me. Poi si passa alla voce.”

Il magnetofono è brevettato. In famiglia è subito grande festa, si stappa una bottiglia di spumante per festeggiare. Nessuno, però, ha davvero capito la conseguenza incredibile di quella scoperta fatta con pochi mezzi, nella penombra di una cantina. Presto le voci di tutti saranno conservate, registrate, su quel sottile filo d’acciaio. L’invenzione è straordinaria.

Il magnetofono sarebbe stato in seguito presentato alla Fiera di Milano riscuotendo grande successo. Tutti volevano riascoltare la propria voce incisa su quel marchingegno. Sarà poi l’accordo siglato con l’imprenditore americano John Geloso a permettere la commercializzazione dei magnetofoni a livello mondiale. Passati alla storia con il nome di “gelosini” saranno la rivoluzione del 1950.

Verso la fine degli anni ’50 viene fondata a Milano l’azienda Magnetofoni Castelli che si occuperà di produrre ed esportare la geniale invenzione di Arrigo.

Lo strumento inventato da Arrigo Castelli più tardi, nel 1969, avrebbe riportato all’intera umanità le parole che gli astronauti dell’Apollo 11 pronunciarono una volta messo piede sulla Luna.

L’invenzione dell’elettrocardiografo

Ma il genio di Arrigo Castelli non si era esaurito in unica strabiliante invenzione. In seguito, quando ormai il mercato dei magnetofoni iniziava a declinare a causa della concorrenza giapponese, Arrigo ebbe un’altra geniale intuizione. Dopo un incontro con padre Agostino Gemelli, celebre medico e psicologo, Castelli decise di provare a brevettare un “registratore per la voce del cuore”. L’incontro tra i due avvenne nella sede dell’Università Cattolica di Milano dove ai tempi Gemelli teneva la cattedra di Fonetica sperimentale all’interno della Facoltà di Lettere e Filosofia.

Dalla loro collaborazione nacque un prodotto nuovo, che si sarebbe potuto collocare nell’ambito medicale. Dalla registrazione del suono vocale si passò così pioneristicamente alla registrazione del battito del cuore attraverso il primo prototipo di elettrocardiografo italiano a tubo catodico, con registrazione fotografica.

L’invenzione dell’elettrocardiografo nel 1996 valse ad Arrigo Castelli il titolo di ‘pioniere dell’industria trentina‘. Grazie al nuovo strumento e alla genesi del marchio “Cardiolane” Arrigo riuscì a dare il lavoro a oltre mille persone in Trentino Alto Adige, località ai tempi caratterizzata dalla penuria di industrie. Con la creazione di Elettronica Trentina Nonesi Castelli poté dare lavoro a oltre 400 persone permettendo loro di mettere su famiglia, senza allontanarsi dalla valle per cercare fortuna altrove.

I primi elettrocardiografi furono infatti prodotti nell’azienda di Cavareno, nella Val di Non, con il nome di “Cardioline“, come venivano chiamati dal personale ospedaliero. In breve tempo vennero esportati in tutto il mondo. E ancora oggi, i dispositivi utilizzati si basano sullo stesso concetto, pur avendo una diversa struttura.

L’elettrocardiografo permette di registrare e mostrare su un grafico le variazioni elettriche  che si verificano durante la contrazione del cuore. Variazioni rispetto al grafico atteso per le fasi di contrazione del cuore corrispondono a malfunzionamenti della pompa cardiaca e questo fa sì che  attualmente l’elettrocardiografo vada a rivestire un ruolo chiave nella diagnosi precoce e prevenzione delle patologie cardiache.

Le iniziative per il centenario di Arrigo Castelli

Per commemorare il centenario dalla nascita di Arrigo Castelli è prevista una serie di iniziative che si svolgeranno nei luoghi centrali della vita dell’inventore e imprenditore.

A Caverano, in Trentino Alto Adige, si terrà una mostra itinerante con una serie di eventi interattivi rivolti soprattutto alle scuole. L’amministrazione comunale di Cavareno ha già dedicato una strada alla memoria di Arrigo Castelli, mentre è ora in fase avanzata la realizzazione di un museo per l’esposizione di tutti gli innovativi apparecchi da lui collaudati.

L’Italia forse non ha reso omaggio a Arrigo Castelli come l’uomo, ma soprattutto l’Inventore, avrebbe meritato. Di lui i libri di storia serbano un ricordo sfocato, eppure fu proprio la sua straordinaria invenzione a permettere alla voce, al suono, al battito del cuore di incidersi su una pellicola e, così, sfuggire all’oblio del tempo.

Fonte: https://milano.repubblica.it/cronaca/2021/11/21/news/l_anniversario_arrigo_castelli_il_genio_che_imprigiono_la_voce_inventando_il_magnetofono_geloso-327289602/

Condividi su: