Dossier dell’Oms contro il Ministro della Salute Speranza: cos’è successo

Il ministro della Salute Roberto Speranza torna nel mirino delle critiche. Lo investe di nuovo la polemica sul dossier presentato dall’Oms, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’ormai celebre rapporto An unprecedented challenge, Una sfida senza precedenti, scritto da Francesco Zambon.

In quella nota a firma dell’Oms si criticava la gestione “caotica e inappropriata” della pandemia da parte del governo Conte. Quel dossier è stato ritirato in fretta e furia dal sito dell’Organizzazione, in circostanze oggi giudicate misteriose.

Il documento “An unprecedented challenge; Italy’s first response to Covid-19” non solo denuncia la malagestione italiana della prima ondata di Covid-19, ma contiene anche informazioni chiave sull’inizio della pandemia in Cina. Il dossier denuncia anche il mancato aggiornamento del Piano Sanitario Nazionale italiano, che era stato predisposto nel 2006. Nell’insorgere dell’emergenza sanitaria il piano, inoltre, fu completamente disatteso: nessuna misura cautelativa venne applicata.

Le dichiarazioni del Ministro della Salute Speranza

“Le scelte relative al ritiro del dossier Zambon furono autonome, dell’Oms”, così si era difeso il ministro Speranza alcuni mesi fa in Parlamento, dinnanzi alla mozione di sfiducia presentata dal partito Fratelli d’Italia. Il 28 aprile scorso, nel corso di un’interrogazione parlamentare a Palazzo Montecitorio, Roberto Speranza giurò di non aver mai interferito sulla mancata divulgazione del dossier che mostrava le gravi carenze dell’Italia nella gestione della prima fase della pandemia.

Ma oggi le sue parole sono smentite da quelle che vengono ritenute prove inconfutabili che fanno crollare la fragile difesa del ministro. L’attacco a Speranza viene da Galeazzo Bignami, deputato di Fratelli d’Italia, che oggi ribadisce: “Abbiamo la prova che il ministro, direttamente e non solo per tramite del suo capo di Gabinetto, è intervenuto sui vertici Oms riguardo al documento, condizionandone il contenuto”.

Le intercettazioni: Speranza sapeva del dossier

La trasmissione d’inchiesta Rai condotta dal giornalista Sigfrido Ranucci, Report, nei giorni scorsi ha smentito le dichiarazioni di Roberto Speranza. L’ultima puntata di Report, andata in onda domenica scorsa, ha infatti svelato intercettazioni telefoniche e documenti da cui emerge che il ministro della Salute era al corrente dei fatti.

Degli sms inviati da Speranza a Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, risulta una versione ben diversa da quella raccontata dal ministro di fronte al Parlamento.

La mattina del 14 maggio 2020 infatti Brusaferro avrebbe avvertito il ministro della pubblicazione del dossier sul sito dell’Oms:

“è uscita questa pubblicazione Oms. Noi non abbiamo dato i dati a loro. Spero almeno sia stata concordata con te e con ministero. Se non lo fosse, sarebbe un serio incidente diplomatico.”

A questa affermazione Roberto Speranza risponde:

“Sto guardando il report dell’Oms. Con Kluge sarò durissimo. Danni enormi non mi pare ne faccia. Forse solo sui decessi.”

Alcune ore dopo, misteriosamente, alle 13 in punto del 14 maggio il dossier scompare dal sito dell’Organizzazione mondiale della Sanità. Report riporta successivamente un’altra intercettazione di Speranza che sembra attestare il suo coinvolgimento in quanto accaduto: “Ha confermato che lo ha ritirato e che si propone di discuterlo con noi. Credo faranno un’indagine interna sulle responsabilità”, dichiara Speranza parlando con il presidente Brusaferro. Il riferimento è a una telefonata appena intercorsa con Hans Kluge, direttore di Oms Europa, che scrisse l’introduzione del dossier incriminato.

Spunta inoltre una mail di Hans Kluge in cui il direttore richiede la revisione integrale del documento e conclude con una frase ambigua: “Now we need MoH happy…”, letteralmente: ora abbiamo bisogno che il Ministro (Speranza Ndr) sia felice.

Le accuse rivolte al Ministro

Ora l’accusa che pende sul capo di Roberto Speranza è di essere intervenuto direttamente sui vertici dell’Oms chiedendo il ritiro del dossier.

Nell’interrogazione parlamentare Speranza aveva ribadito che il documento era stato ritirato dall’Oms in piena autonomia. Un comunicato ufficiale rilasciato dall’Oms di Ginevra in effetti attestava che: “In nessun momento il governo italiano ha chiesto all’Oms di rimuovere il documento”.

Tuttavia ora l’accusa non punta solo sulla cancellazione del dossier dal sito ufficiale  dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, quanto sulla sua mancata ripubblicazione.

In una recente intervista rilasciata al quotidiano britannico The Guardian Francesco Zambon, autore del noto dossier, ha ammesso di collaborare con i procuratori e ha ribadito: “Non mi preoccupo delle conseguenze che potrei subire. Lo faccio perché credo che il mondo abbia bisogno di un’Oms trasparente e indipendente, che mantenga il suo focus principale sulla tutela delle persone.”

Qui il video della puntata di Report e qui le risposte di Oms e del Ministero della Salute riportate dal sito Rai.

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