Negli ultimi anni, si è iniziato a discutere con maggiore frequenza del microbiota intestinale, l’insieme di microrganismi che abitano l’intestino umano e che svolgono funzioni fondamentali per la nostra salute. Quando l’equilibrio di questi microrganismi viene compromesso, può emergere una condizione nota come disbiosi intestinale. La disbiosi può influenzare la digestione, il metabolismo, il sistema immunitario e persino l’umore. I segnali spesso non sono evidenti: gonfiore, alterazioni dell’alvo, affaticamento o problemi dermatologici possono facilmente essere trascurati.
In questo articolo esploreremo cos’è la disbiosi intestinale, quali sono le sue cause e i sintomi più comuni, e quali test possono aiutarti a identificarla, con un approccio pratico per intervenire sin da subito.
In questo articolo parliamo di:
- Cos’è la disbiosi intestinale
- Cause principali della disbiosi
- I sintomi più comuni di disbiosi intestinale
- Diagnosi: quali test esistono per riconoscerla
- Quando fare test per disbiosi e a chi è consigliato
- Risultati del test: interpretazione e approccio personalizzato
- Prevenzione e benessere intestinale
- Fonti scientifiche
Cos’è la disbiosi intestinale
L’intestino non è solo un organo di digestione, ma un ecosistema vivente: contiene batteri, archaea, lieviti e altri microorganismi che insieme costituiscono il microbiota intestinale. Quando questo ecosistema è in equilibrio, contribuisce a processi fondamentali per l’organismo:
- aiuta a digerire alcuni nutrienti,
- sostiene il sistema immunitario,
- protegge dalle infezioni,
- produce vitamine,
- mantiene l’integrità della barriera intestinale.
Si parla di disbiosi intestinale quando questo equilibrio viene meno, a causa di variazioni:
- nella composizione: ad esempio, diminuzione dei batteri benefici o eccesso di specie opportuniste)
- nella funzione (ridotta produzione di metaboliti utili, infiammazione, permeabilità).
Numerosi studi hanno dimostrato come i batteri intestinali siano correlati alla protezione o insorgenza di malattie spesso anche croniche, motivo per cui diventa sempre più importante approfondire tale argomento.
Cause principali della disbiosi
I meccanismi alla base della disbiosi sono molteplici e spesso si intersecano tra loro. I fattori scatenanti più frequenti sono:
- l’utilizzo prolungato di antibiotici, che può ridurre la varietà microbica;
- una dieta sbilanciata, in particolare diete povere di fibre, ricche di zuccheri e grassi saturi;
- lo stress cronico, che altera la motilità intestinale e la produzione di muco;
- le infezioni;
- patologie croniche;
- sedentarietà;
- mancanza di sonno.
I sintomi più comuni di disbiosi intestinale
I sintomi della disbiosi possono essere vari e spesso aspecifici. Principalmente si manifesta con:
- disturbi gastrointestinali: gonfiore, flatulenza, stitichezza o diarrea.
- sintomi generali: affaticamento, difficoltà di concentrazione, umore basso.
- problemi cutanei: acne, pelle spenta, dermatiti.
- infezioni ricorrenti: candidosi, infezioni urinarie o vaginali.
Diagnosi: quali test esistono per riconoscerla
Per poter fare una diagnosi di disbiosi intestinale vi sono numerosi test di laboratorio. I principali test includono:
- Analisi del microbiota fecale tramite sequenziamento metagenomico del DNA su campione di feci
- Valutazione dei metaboliti prodotti dai batteri.
- Analisi dei marker infiammatori: calprotectina, zonulina, istamina fecale.
- Test urinario per indolo e scatolo: indolo e scatolo sono metaboliti del triptofano alterati in caso di fermentazioni anomale.
- Breath test al lattulosio per la SIBO: misura la quantità di idrogeno e metano prodotta dai batteri intestinali durante la digestione di determinati zuccheri.
- Esami ematici per valutare infiammazione e carenze.
Quando fare test per disbiosi e a chi è consigliato
Sottoporsi a un test per disbiosi può essere davvero utile quando i sintomi non sono riconducibili ad altre cause e sono persistenti. In particolare è indicato se:
- Hai sintomi persistenti come gonfiore, diarrea, stitichezza.
- Soffri di problemi extraintestinali: acne, infezioni, dermatite, umore instabile.
- Hai assunto antibiotici o farmaci che alterano il microbiota.
- Sei a rischio per dieta sbilanciata, stress, malattie autoimmuni, età avanzata.
Risultati del test: interpretazione e approccio personalizzato
Con l’aiuto di un professionista è possibile:
- Identificare una riduzione della biodiversità o eccesso di ceppi opportunisti.
- Intervenire con dieta ricca di fibre, probiotici e prebiotici mirati.
- Ridurre zuccheri raffinati e grassi saturi.
- Aggiustare stile di vita: sonno, attività fisica e gestione dello stress.
Prevenzione e benessere intestinale
La difesa migliore che possiamo mettere in atto per prevenire l’insorgere della disbiosi è sicuramente quella di costruire un buon microbiota e il primo passo per farlo è quello di seguire una corretta alimentazione e uno stile di vita corretto, che includono:
- Seguire una dieta ricca di fibre: verdure, frutta, legumi, cereali integrali.
- Evitare cibi ultra-processati e additivi.
- Mantenere uno stile di vita sano: attività fisica regolare, riposo, equilibrio emotivo.
Ricordando che le abitudini quotidiane determinano la stabilità del microbiota nel tempo.
Fonti scientifiche
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de Vos WM, Tilg H, Van Hul M, Cani PD. Gut microbiome and health: mechanistic insights. Gut. 2022 May;71(5):1020-1032. doi: 10.1136/gutjnl-2021-326789. Epub 2022 Feb 1. PMID: 35105664; PMCID: PMC8995832.
Christina N. Katsagoni. Kompass Nutrizione e Dietetica, 2022.
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