Psittacosi: cos’è, sintomi e rischi della malattia dei pappagalli segnalata da OMS

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha lanciato un avviso riguardante una particolare malattia infettiva respiratoria, la psittacosi, causata da Chlamydophila psittaci, un batterio che infetta gli uccelli.

L’allerta dell’OMS avviene in seguito a un aumento di casi segnalati in Unione Europea tra i quali si sono registrati anche cinque decessi.

Secondo le autorità sanitarie dell’Unione Europea la maggior parte dei casi è correlata all’esposizione a uccelli selvatici o domestici, infatti i soggetti colpiti sono principalmente lavoratori dell’ambito dell’avicoltura e veterinari.

In seguito alla segnalazione è stato avviato prontamente il programma di indagine epidemiologica accompagnato dall’analisi dei campioni di uccelli selvatici ai fini di effettuare un monitoraggio della diffusione del batterio.

Qual è l’agente eziologico della psittacosi?

Chlamydophila psittaci è una specie batterica in grado di provocare infezione negli uccelli ma che in rare occasioni può trasmettersi agli esseri umani causando una patologia infettiva nota con il nome di psittacosi.

Questa condizioni, in quanto provocata da un agente patogeno di origine animale, rientra nella categoria delle zoonosi.
La psittacosi può essere caratterizzata da sintomi lievi ma può generare anche quadri clinici più gravi come polmoniti.

Come può trasmettersi la psittacosi?

La psittacosi può essere contratta entrando in contatto con uccelli infetti per i quali è molto difficile per una persona non addetta ai lavori, riuscire a capire la presenza di sintomi specifici o segni evidenti di una malattia.

Per quanto riguarda gli uccelli, Chlamydia psittaci può risiedere nel tratto gastrointestinale, nelle cellule epiteliali della maggior parte degli organi, nelle uova, negli escrementi, nelle secrezioni delle vie respiratorie e nel piumaggio.

Il batterio può sopravvivere all’aria per diverso tempo (anche mesi), in quanto appartiene a una specie molto resistente.

Il batterio può diffondersi attraverso particelle di umidità trasportate nell’aria quando le feci e le secrezioni respiratorie che contengono il batterio si essiccano.

La trasmissione da volatili a uomo avviene principalmente tramite l’inalazione di queste particelle: una delle attività più a rischio per la contrazione della psittacosi potrebbe essere la pulizia delle gabbie degli uccelli domestici, dove possono esserci residui di feci essiccate che possono essere fonte di contagio.
In casi rari, l’infezione può trasmettersi anche tramite morsi o contatti diretti.

Psittacosi: quali sono i sintomi?

I soggetti più a rischio sono i proprietari di uccelli, proprietari di negozi di animali, lavoratori nel settore dell’avicoltura e veterinari.
I sintomi principali della psittacosi includono:

  • Febbre
  • Mal di testa
  • Dolori muscolari
  • Tosse secca

I sintomi compaiono entro circa due settimane dall’esposizione al batterio.

Diagnosi e trattamento della psittacosi

La diagnosi della psittacosi potrebbe essere molto complessa in quanto la sintomatologia della malattia è sovrapponibile ad altre patologie respiratorie e vista la rarità dei casi, i test diretti per rilevare il batterio nei campioni biologici potrebbero essere difficilmente reperibili.

Il trattamento della psittacosi prevede una terapia a base di antibiotici che nella maggior parte dei casi portano a una risoluzione del quadro clinico.

Il trattamento evita solitamente il peggioramento del quadro clinico verso le forme più gravi e avanzate della patologia che includono polmoniti, endocarditi, epatiti e problemi neurologici.

Casi recenti di psittacosi in Europa: qual è la situazione epidemiologica attuale?

Lo scorso febbraio Austria, Danimarca, Germania, Svezia e Paesi Bassi hanno osservato un aumento dei casi di psittacosi tra tutto il corso del 2023 e la prima parte del 2024.

Il picco maggiore di segnalazioni c’è stato tra il novembre e il dicembre 2023.
Tra queste segnalazioni sono stati registrati anche 5 decessi. La maggior parte di questi casi è collegata ad avvenute esposizioni a uccelli selvatici o domestici.

I paesi interessati dalla diffusione dei casi hanno avviato monitoraggi e indagini epidemiologiche al fine di identificare possibili fonti di esposizione e cluster correlati di casi.

Sono stati inoltre implementati interventi che prevedono l’analisi di campioni di uccelli selvatici normalmente sottoposti solamente al test per l’influenza aviaria ma in questo caso utilizzati anche per effettuare indagini sulla presenza di C. psittaci.

L’importanza di un approccio “One health

Il recente aumento di casi di Psittacosi ci deve far riflettere sulla pericolosità delle zoonosi e sull’importanza dell’ottica “One health”.
“One health”, letteralmente “una sola salute”, sottolinea l’interconnessione tra la salute umana, animale e quella dell’ambiente in generale.

Questo concetto si è sviluppato in seguito alla diffusione di malattie molto gravi, specialmente le zoonosi, la cui trasmissione è spesso indice di un cattivo rapporto tra uomo e ambiente.

Nell’applicazione dell’approccio One health è necessario promuovere collaborazioni interdisciplinari e di comunicazione tra settori diversi al fine di migliorare la salute umana, quella dell’ambiente e degli animali, nell’ottica di una flessibilità operativa tale da permettere di affrontare sfide come la globalizzazione e il cambiamento climatico.

La collaborazione tra professionisti di tutti i livelli è fondamentale per migliorare l’efficacia e la sostenibilità dei sistemi sanitari.
Tra questi la sintesi dell’approccio integrativo deve essere quella che riguarda i settori medico veterinario e ambientale.

Fonti

https://www.who.int/emergencies/disease-outbreak-news/item/2024-DON509

https://www.cdc.gov/pneumonia/atypical/psittacosis/index.html

 

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