Puntura di pappataci: come riconoscerla, sintomi e cosa fare

Parassiti ematofagi dotati di ali che però sfruttano veramente poco, i pappataci sono in grado di veicolare infezioni talvolta pericolose sia per gli animali che per gli esseri umani.

A differenza delle zanzare, la puntura di pappataci arriva senza rumore alcuno ed è quindi più difficile rendersi conto sulle prime di essere stati colpiti. A pungere sono gli esemplari femmina che si nutrono di sangue umano ed animale necessario per la successiva deposizione delle uova.

Questi parassiti, spesso confusi con le zanzare per il tipo di puntura inflitta all’inconsapevole vittima, prediligono i climi umidi e la notte per le loro incursioni. Oltre a vivere all’aperto, possono rintanarsi in casa sfruttando piccoli anfratti come fessure, cuciture del materasso e retro dei mobili.

Estremamente piccoli (le loro dimensioni variano infatti dai 2 ai 4 mm), con una peluria caratteristica ed un tipico colore giallastro, i pappataci tendono a colpire nelle ore notturne soprattutto su gambe, caviglie e piedi. Anche chiamati Flebotomi, ovverosia “tagliatori di vene”, il rischio di una loro puntura non è tanto quello della reazione pruriginosa, tuttavia frequente, quanto quello di possibili infezioni, anche gravi, come la temuta Leishmaniosi che può colpire anche gli esseri umani.

Come riconoscere la puntura di pappataci: sintomi

Come anticipato, i pappataci colpiscono silenziosamente per evitare che la loro preda possa accorgersi del loro arrivo. Durante la puntura di pappataci, l’insetto rilascia saliva mentre preleva il sangue.

È proprio la saliva a scatenare la reazione pruriginosa restituendo una lesione maculare che talvolta può trasformarsi in una papula. In alcuni casi, soggetti predisposti a reazioni allergiche o che hanno subito più punture di pappataci, potrebbero andare incontro ad una manifestazione eritematosa.

Spesso la puntura di pappataci può esteticamente essere simile a quella di zanzara ma, come visto, la reazione pruriginosa ed allergica può presentarsi in maniera molto più acuta. È per questo motivo che se si sospetta di essere stati colpiti da questo insetto è necessario rivolgersi ad un medico.

Puntura di pappataci: rischi

Nonostante il prurito e l’eventuale reazione allergica cutanea siano senza dubbio piuttosto fastidiosi, la puntura di pappataci nasconde insidie notevolmente maggiori. Poiché i pappataci possono veicolare numerosi agenti patogeni come virus, batteri e parassiti, le principali malattie che questi insetti possono trasmettere con la loro puntura non solo agli animali ma anche agli esseri umani sono:

  • Leishmaniosi cutanea: si tratta della manifestazione più frequente nella quale il parassita resta localizzato alla cute. La lesione in questi casi tende ad ingrandirsi di giorno in giorno fino ad ulcerarsi internamente;
  • Leishmaniosi muco-cutanea: in questo caso il parassita non si limita alla cute ma penetra le mucose. Si tratta di una forma di leishmaniosi di gravità media nella quale le lesioni compaiono non solo sulla pelle ma spesso anche nel naso e nel cavo orale;
  • Leishmaniosi viscerale: si tratta senza dubbio della forma più grave di questa malattia. In questo caso i sintomi si manifestano molto lentamente e possono coinvolgere diversi organi portando alla morte se non diagnosticata per tempo e trattata adeguatamente;
  • Febbre dei tre giorni: altra possibile patologia causata dalla puntura di pappataci, in questo caso il responsabile è l’Arbovirus che l’animale contrae pungendo un altro animale o umano già infetto, infettandosi a sua volta ed essendo così capace di contagiare un soggetto sano. Viene anche definita “febbre estiva”, proprio perché è questo il periodo nel quale questi parassiti colpiscono più frequentemente, e solitamente provoca sintomi influenzali come rialzo termico associato a dolori muscolari, nausea, debolezza, mal di testa e brividi che si risolvono spontaneamente;
  • Encefaliti, meningiti e meningite da virus Toscana: quest’ultima meningite viene così definita perché isolata per la prima volta proprio in questa regione nei mesi estivi. Si tratta di una meningite virale sostenuta anche in questo caso da un virus della famiglia degli Arbovirus. Nonostante si tratti di una meningite molto meno grave di una batterica, i suoi sintomi devono necessariamente richiedere tempestivo consulto medico e sono mal di testa ingravescente, febbre e rigidità nucale.

Per quanto riguarda la leishmaniosi, la malattia ha solitamente una prognosi favorevole per l’essere umano, a patto di essere diagnosticata e trattata velocemente, mentre spesso la situazione è più difficile per i nostri amici a quattro zampe. Il decorso della malattia nei cani, infatti, può portare alla morte dell’animale soprattutto qualora la diagnosi ed il conseguente trattamento farmacologico arrivino ormai tardi.

Prevenzione della puntura di pappataci

La prevenzione dalla puntura di pappataci nei mesi estivi resta fondamentale per evitare rischi. In casa è quindi necessario riparare eventuali crepe e fessure nelle quali potrebbero annidarsi questi insetti durante il giorno mentre per quanto riguarda le zanzariere, è importante sapere che quelle comuni potrebbero non proteggere adeguatamente. I pappataci, infatti, essendo più piccoli delle zanzare, potrebbero riuscire ad oltrepassarle comunque. Molto meglio, quindi, scegliere zanzariere a trama fitta per proteggere ulteriormente gli ambienti domestici.

Per coloro che hanno fuori casa un giardino o abitano in campagna, fondamentale rimuovere il fogliame, residui vegetali e ristagni d’acqua. È possibile prevenire l’infestazione da pappataci attraverso appositi insetticidi a base di piretroidi. Attenzione, però, ad utilizzare questi prodotti in presenza di gatti. I felini sono infatti sensibili a queste sostanze che, se ingerite, potrebbero rivelarsi fatali.

Per difendersi dalla puntura di pappataci si può anche ricorrere a spray repellenti da applicare localmente ed avere l’accortezza di arieggiare ed illuminare tutte le stanze. I pappataci, infatti, odiano la luce e l’aria fresca.

Per i nostri amici a quattro zampe, fondamentale vaccinare i cani contro la leishmaniosi ed utilizzare ogni anno in primavera/estate specifici repellenti ad uso locale contro i pappataci. Se possibile, evitare che il cane dorma fuori di notte e di lasciarlo all’aria aperta al crepuscolo e di sera, soprattutto se in presenza di pericolosi ristagni d’acqua che attirano questi parassiti.

Cosa fare in caso di puntura di pappataci

In caso di sospetta puntura di pappataci, si può tentare di lenire prurito e dolore con rimedi naturali in attesa di vedere un medico per capire se si tratta effettivamente di questo parassita. Tra i rimedi naturali più adatti troviamo:

  • Camomilla: grazie al camazulene e all’alfa-bisabolo in essa contenuti, la camomilla può disinfettare la zona colpita e lenire prurito e bruciore. Basterà bagnare una bustina di camomilla con acqua ed applicarla direttamente sulla puntura;
  • Gel di aloe vera: grazie alle sue note proprietà antibatteriche ed antinfiammatorie, l’aloe vera può essere un rimedio naturale molto utile in caso di sospetta puntura di pappataci. Per massimizzarne l’effetto è possibile aggiungere qualche goccia di olio di Neem, antibatterico e preventivo per nuove punture, o di olio essenziale di geranio per le sue proprietà insettifughe;
  • Tea tree oil: questa sostanza disinfettante può essere utilizzata anche in associazione con la camomilla. Tra i suoi benefici, oltre a contrastare l’infezione, la possibilità di far seccare le pustole.
Condividi su: