Noduli di Heberden: Cause e Rimedi

I noduli di Heberden sono formazioni rigonfie, sporgenti e di aspetto duro, che si manifestano a livello delle mani, più nello specifico a livello delle falangi distali (la zona che corrisponde alla punta delle dita), ed interessano maggiormente soggetti al di sopra dei 50 anni di età, soprattutto donne, e già affette da artrosi.

In caso di comparsa dei noduli di Heberden le dita appaiono vistosamente deformate, ingrandite e rigonfie, specie a livello del dito indice e del mignolo e, nonostante l’apparenza, in genere non provocano dolore ma comportano una progressiva rigidità articolare e limitano in maniera significativa l’esecuzione di determinati movimenti, quali afferrare, impugnare o stringere oggetti e dunque il normale svolgimento delle attività quotidiane.

I noduli di Heberden rientrano tra quelle formazioni dette osteofiti (o speroni ossei), caratteristici dei processi infiammatori di tipo cronico e, nonostante le similitudini e la sovrapponibilità di alcune caratteristiche, vanno distinti dai noduli di Bouchard. Questi ultimi, infatti, si manifestano allo stesso modo come conseguenza di artrosi e danno deformazioni e rigonfiamenti delle dita ma, invece, delle falangi distali interessano quelle prossimali.

La formazione dei noduli di Heberden non è certo un fenomeno improvviso, anzi, tende ad evolvere lentamente, pertanto si rende necessario sottoporre il caso alle cure di un medico prima che i segni visibili siano palesi e, in ogni caso non appena insorgono difficoltà motorie, al fine di intervenire nelle fasi iniziali del fenomeno. Anche se non esistono ad oggi trattamenti risolutivi bisogna intervenire prontamente sia al fine di riuscire a conservare una sufficiente mobilità che per contrastare efficacemente i sintomi.

Abbiamo capito cosa si intende per noduli di Heberden, quali sono le loro caratteristiche e quali sono i soggetti maggiormente interessati dal fenomeno, possiamo ampliare il discorso relativo alle cause scatenanti questo fenomeno.

Quali sono le principali cause all’origine della formazione dei noduli di Heberden?

Osteoartrite o artrosi

Si tratta di una patologia cronica degenerativa ad andamento progressivo, conseguente sia a fenomeni di natura meccanica che di natura biologica, a danno delle strutture cartilaginee, ma anche dei tessuti molli delle articolazioni.

È una patologia che interessa maggiormente i soggetti al di sopra dei 60 anni, quindi legata per lo più all’età, ma che, seppur in minor misura, può riguardare soggetti anche più giovani e soprattutto i soggetti di sesso femminile in relazione a fattori ormonali che spiegano il peggioramento della sintomatologia in concomitanza con l’entrata in menopausa.

In base alle cause scatenanti la patologia si identificano due forme di artrosi:

  • Artrosi primaria: in cui non si identifica un fattore di causa specifico se non l’età avanzata e quindi i naturali fenomeni di usura;
  • Artrosi secondaria: in cui invece si identificano fattori eziologici precisi, e quindi predisposizioni genetiche, pregressi traumi quali fratture, malattie neurologiche e metaboliche ed ancora infezioni. I fattori genetici rivestono un fattore importante, ed i soggetti maggiormente interessati alla patologia sono di sesso femminile. Nell’artrosi di secondo tipo si manifesta una maggior tendenza a sviluppare malformazioni.

Si distinguono poi differenti quadri di gravità della malattia e, dunque, una forma di artrosi erosiva in cui si ha la distruzione della cartilagine articolare ed una forma di artrosi deformante (oggetto di questo articolo), in cui per l’appunto si manifestano deformazioni ben evidenti, soprattutto a livello delle articolazioni di piccole dimensioni (per lo più nelle dita).

I sintomi più comuni in caso di artrosi includono difficoltà progressive ed ingravescenti nell’eseguire azioni ripetute o che richiedono l’esecuzione di movimenti precisi e raffinati, cute arrossata, tipici gonfiori a livello delle dita e dolori piuttosto intensi.

Artrite reumatoide

La comparsa dei noduli di Heberden e di noduli di Bouchard è un evento frequente in caso di artrite reumatoide. Si tratta di una patologia di carattere autoimmune che colpisce le articolazioni di tutto il corpo, ma in particolar modo quelle interfalangee e quelle del metacarpo.

Le donne risultano più colpite dalla patologia rispetto agli uomini ed i sintomi includono deformazioni a livello delle articolazioni dovute a tumefazioni dei tessuti molli, osteoporosi ed erosioni ossee, difficoltà motorie, e dolori molto intensi.

Gotta

Malattia metabolica che interessa soggetti che sono soliti seguire una dieta iper-proteica (tipica di chi consuma molta carne rossa e beve alcool). Queste abitudini portano ad un innalzamento dei valori di acido urico circolante, ed alla sua aggregazione in forma di cristalli che vanno a depositarsi a livello articolare. In sede articolare si hanno fenomeni di artrite infiammatoria che comportano dolore molto acuto, gonfiore, limitazioni nei movimenti ed arrossamento cutaneo.

Voltiamo pagina per approfondire le modalità con cui avviene la diagnosi e quali sono le terapie più efficaci per la risoluzione del problema.

Come si diagnosticano i noduli di Heberden? esiste una terapia efficace?

I pazienti soggetti ad un’artrosi già diagnosticata dovrebbero rientrare in un percorso terapeutico e di controllo già impostato dal medico che ha accertato la malattia e sottoporsi alle visite e ai trattamenti, attenendosi scrupolosamente alle indicazioni fornite dal medico.

Se invece non si ha ancora una diagnosi ma si avvertono sintomi alle articolazioni delle dita quali gonfiore, cute arrossata, limitazioni nei movimenti di presa e stretta e dolori cronici è necessario quanto prima rivolgersi al proprio medico di base e farsi indirizzare verso indagini cliniche specialistiche al fine di intervenire in fase precoci sulla malattia.

Quando i noduli di Heberden sono già presenti come fenomeno sulle dita, il loro riconoscimento risulta piuttosto semplice agli occhi di un medico, in quanto l’aspetto delle dita risulta deformato, gonfio e arrossato, quindi la manifestazione è palese. Attenzione a non cadere nell’errore di fare comparazioni tra la propria condizione e immagini trovate su internet, perché la valutazione aspetta soltanto al giudizio di un medico specialista, l’unico a possedere le nozioni necessarie a fare una diagnosi.

Qualora venga identificato effettivamente un quadro di artrosi e la presenza di noduli di Heberden in genere il percorso indicato prevede l’esecuzione di una radiografia a cadenze di tempo regolari (una ogni 1 o 2 anni), sempre e solo su indicazione del medico. Quanto ai trattamenti è doveroso dire che ad oggi non esistono terapie completamente risolutive del problema, tuttavia i trattamenti hanno lo scopo di trattare i sintomi, migliorando la mobilità delle dita e quindi la qualità della vita.

Quali sono le strategie terapeutiche a disposizione?

Su indicazione medica in genere vengono prescritti farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) che vanno ad agire limitando i processi di infiammazione cronica a livello articolare, e viene di norma indicata la necessità di effettuare esercizi mirati della mano, sia per contrastare il dolore che per migliorare la mobilità.

La fisioterapia viene indicata per mantenere i legamenti elastici e per allenare la muscolatura della mano e delle dita. Qualora i noduli abbiamo raggiunto dimensioni importanti, si può effettuare una rimozione chirurgica del tessuto osseo che sporge, tuttavia si tratta di un’evenienza più rara.

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