Fichi d’india: proprietà e benefici per la salute

Tipico frutto estivo che è possibile trovare in commercio solitamente da fine luglio sino a settembre inoltrato, i fichi d’India appartengono alla famiglia delle Cactaceae e hanno origini messicane. Grazie alla grande adattabilità questo frutto è stato però in grado di crescere in numerose zone del Mediterraneo arrivando addirittura anche in Oceania e in Asia. La coltivazione dei fichi d’India è piuttosto semplice. Oltre che attraverso i semi, è possibile piantarli per talea, semplicemente inserendo per metà nel terreno una o più pale del frutto, vale a dire le foglie grasse. L’unica accortezza è quella di scegliere sempre terreni molto soleggiati e con temperature che non sforino mai lo zero. Oggi disponibile in tre gustose varietà, la Muscaredda, la Sanguigna e la Sulfarina, ogni tipologia presenta un diverso colore della polpa. Qui in Italia, anche per una maggiore facilità di coltivazione, la specie più diffusa è senza dubbio la Sulfarina dalla polpa gialla. Nonostante il vero frutto dei fichi d’India sia quello colorato presente tra le pale verdi, i primi solitamente più rotondi e quelli successivi di forma più allungata, del fico d’India non si butta via niente ed è possibile consumarne anche pale e fiori. In passato questi ultimi venivano utilizzati per decotti diuretici mentre le pale, essiccate, si utilizzavano per accendere il fuoco. Nelle piante di fico d’India nel quale dalle pale non usciva frutto, queste avevano il compito di alleviare mal di gola, curare lussazioni, lenire le eruzioni cutanee e come rimedio casalingo contro la febbre da malaria.

Le proprietà nutrizionali dei fichi d’India

Frutto ricchissimo di acqua e fibre, i fichi d’India hanno un apporto calorico piuttosto esiguo (circa 50 kcal per 100 grammi di prodotto) e quasi tutta l’energia del frutto deriva dal fruttosio e dal glucosio di cui si compone. Nonostante la grande quantità di zuccheri, però, il fico d’India può essere consumato anche da chi soffre di diabete poiché la massiccia presenza di fibre alimentari (ben 5 grammi ogni 100 grammi di frutto) permette di ridurne considerevolmente l’assorbimento intestinale. Povero di grassi e con un indice glicemico praticamente quasi assente (è infatti pari a 10), i fichi d’India contengono inoltre niacina, vitamina C, vitamina A, riboflavina, ferro, fosforo, potassio, calcio, carotenoidi, betalaine, flavonoidi e tiamina. Si tratta quindi di un frutto leggero, succoso ed utile proprio nel periodo più caldo dell’anno perché permette di integrare facilmente i liquidi persi con la sudorazione, evitando di ritrovarsi a corto di preziosi sali minerali.

Fichi d’India: i benefici per la salute

Come abbiamo visto, i fichi d’India aiutano a mantenere il nostro organismo in salute senza tuttavia appesantire. Nello specifico, grazie al buon apporto di calcio, questo frutto aiuta a migliorare la contrazione muscolare, a mantenere denti ed ossa forti ed a proteggere il cuore regolando la pressione arteriosa. Il potassio, anch’esso presenti in buone quantità, al pari del calcio regola gli impulsi nervosi e favorisce un abbassamento pressorio. Grazie alla vitamina C, invece, il fico d’India rappresenta un boost eccezionale per fare il pieno di antiossidanti e proteggere quindi le cellule dai radicali liberi. Ad aiutare la vitamina C nel suo fondamentale ruolo antiossidante concorrono anche le betalaine ed i carotenoidi, pigmenti rossi che hanno inoltre il compito di liberare il corpo dalle tossine e ridurre il colesterolo LDL. Il consumo regolare di fichi d’India è inoltre consigliato a chi ha intrapreso un regime alimentare ipocalorico. La mucillagine della quale il frutto è costituito, infatti, forma una gelatina nello stomaco che induce rapidamente una sensazione di sazietà che dura nel tempo. Grazie alla presenza di fibre, infine, il fico d’India permette di beneficiare di una leggera azione lassativa che libera il corpo dalle scorie accumulate, pulisce il tratto digestivo e lo protegge.

A chi è controindicato mangiare fichi d’India

Nonostante si tratti di un frutto che aiuta il transito intestinale, l’assunzione di fichi d’India è sconsigliata a chi soffre di stipsi o diverticoli. Il motivo è da ricercare nei semi del frutto. Questi semini possono infatti causare un ulteriore blocco intestinale a chi soffre di stitichezza ed inserirsi nelle anse intestinali provocate dalla diverticolosi, peggiorandone la sintomatologia. Come per altri alimenti, infine, anche i fichi d’India potrebbero causare allergie che spesso si traducono in sintomi transitori quali pizzicore e gonfiore della lingua, delle labbra o della gola. Se invece a questi sintomi dovessero associarsi disturbi quali diarrea, vomito o eruzioni cutanee, è necessario rivolgersi tempestivamente ad un medico.

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