Allarme PFAS in Piemonte: cosa sono e perché sono pericolosi

Da decenni, nell’ambito dei dibattiti riguardanti le sostanze inquinanti, ne troviamo uno particolarmente acceso, quello relativo ai composti perfluoroalchilici, noti come “PFAS”.

Adesso, continuiamo a parlarne e a causa dei recenti avvenimenti di Spinetta Marengo, in provincia di Alessandria, e dei report di Greenpeace non solo il Piemonte è in allarme.

Questo gruppo di sostanze comprende oltre 4.700 molecole di origine sintetica, fra le quali spiccano il PFOA (acido perfluoroottanoico) e il PFOS (acido perfluoroottansolfonico) che hanno suscitato crescente preoccupazione per la loro diffusione in vari settori industriali e per gli effetti potenzialmente dannosi sulla salute umana e sull’ambiente.

Esaminiamo più da vicino cosa sono i PFAS, le loro fonti di contaminazione, gli impatti sulla salute e le azioni in corso per mitigarne gli effetti.

Alcuni rapporti indicano un’elevata diffusione di PFAS in Piemonte

Gli studi epidemiologici di Arpa e ASL,hanno evidenziato come a Spinetta Marengo ci si ammali di più.

Da tempo i cittadini riuniti in comitati e le associazioni ambientaliste fanno pressioni sulle istituzioni. Da oltre settant’anni si discute dei pericolosi PFAS, sostanze perfluoroalchiliche, e i recenti eventi a Spinetta Marengo, insieme ai rapporti di Greenpeace, hanno sollevato preoccupazioni su una diffusione diffusa in tutto il Piemonte, coinvolgendo oltre settanta comuni e potenzialmente 125.000 persone.

Nonostante le rassicurazioni sulla sicurezza dell’acqua da parte della Società Metropolitana Acque Torino, crescono le richieste di chiusura dell’impianto della Solvay e di una bonifica completa. Ulteriori studi e campionamenti sono essenziali per valutare l’effettivo rischio e l’entità della contaminazione.

Che cosa sono i PFAS e per cosa sono usati?

I PFAS sono sostanze chimiche di sintesi note per le loro proprietà uniche, fra le quali ricordiamo:

  • repellenza all’olio e all’acqua
  • resistenza alla temperatura e agli agenti chimici
  • proprietà tensioattive, ossia emulsionanti e detergente

Queste caratteristiche chimico-fisiche li rendono delle sostanze molto utili per una vasta gamma di prodotti e applicazioni industriali. Per fare degli esempi possiamo citare le schiume antincendio, rivestimenti antiaderenti, imballaggi alimentari, tessuti, cosmetici e molto altro ancora.

Nonostante il loro vasto impiego nell’industria, le informazioni relative al loro utilizzo in Europa e i livelli di PFAS nell’ambiente sono dati su cui sappiamo poco.

Per quale motivo dovremmo limitare l’esposizione ai PFAS?

I PFAS sono considerati composti che possono essere caratterizzati dal fenomeno del bioaccumulo: a causa della loro enorme stabilità nell’ambiente e dell’assenza di organismi che riescano a decomporli, entrano con facilità nella catena alimentare per depositarsi e concentrarsi nei tessuti biologici degli animali, tra cui anche l’uomo.

Questo significa che potremmo, senza saperlo, essere portatori in questo momento di una rilevante dose di PFAS, con conseguenze rilevanti per la nostra salute.
Le persone più a rischio sono quelle esposte a livelli elevati di PFAS, con gruppi vulnerabili come bambini e anziani
La maggior parte dei PFAS ben studiati è considerata moderatamente o altamente tossica, soprattutto per i bambini nel periodo dello sviluppo.

I costi associati all’esposizione ai PFAS sono elevati, con stime che indicano costi annuali legati alla salute tra 52 e 84 miliardi di euro in Europa. Tuttavia, queste stime potrebbero essere sottostimate, poiché non includono tutti gli effetti sulla salute legati all’esposizione ai PFAS, e l’inquinamento da PFAS ha impatti anche sugli ecosistemi, generando costi aggiuntivi per la bonifica di suoli e acque contaminati.

Le fonti di contaminazione da PFAS includono gli impianti industriali di produzione di schiume antincendio, tessuti, prodotti detergenti, imballaggi. Studi hanno evidenziato correlazioni tra l’esposizione ai PFAS e disturbi endocrini, patologie renali, tumori, alterazioni del sistema immunitario e complicazioni durante la gravidanza.

Il monitoraggio dei PFAS è cruciale per comprendere l’estensione dell’inquinamento e mitigare i rischi associati. Tuttavia, la sfida risiede nella vastità delle sostanze da monitorare e nella necessità di valutazioni del rischio e azioni preventive.

Quali sono le principali vie d’esposizione ai PFAS?

Le principali di vie esposizione ai PFAS per popolazione includono l’acqua, il cibo, i prodotti di consumo. Il consumo di pesci e frutti di mare, insieme al consumo di carne proveniente da allevamenti di bestiame su terreni contaminati, sono fonti significative di esposizione.

Un’altra via di esposizione ai PFAS può essere l’assorbimento diretto attraverso cosmetici, creme per la pelle e polveri provenienti da materiale tessile trattato PFAS.

Dai dati che abbiamo, le concentrazioni di PFOA e PFOS nella popolazione minorile e anziana rilevate superano i livelli di riferimento dell’EFSA, l’agenzia europea che si occupa di salute e igiene ambientale.

Un ulteriore aspetto molto rilevante è la capacità dei PFAS di passare dalla madre al feto durante la gravidanza che espone il nascituro a livelli elevati di sostanze tossiche: questo dovrà essere oggetto di studio e di ulteriori ricerche sull’esposizione e gli effetti sulla salute in gravidanza.

Quali misure sono applicate attualmente per affrontare la sfida dei PFAS?

La comunità europea nell’ambito delle politiche ambientali sta cercando di intraprendere azioni concrete per regolamentare e monitorare la diffusione dei PFAS nell’ambiente, tuttavia, sono necessari sforzi più ingenti per affrontare questa sfida complessa.

Sarà fondamentale ricercare una transizione verso prodotti più sicuri e sostenibili al fine di ridurre l’esposizione ai PFAS e proteggere la salute dei cittadini e dell’ambiente in generale.

In conclusione, i PFAS rappresentano una sfida significativa per la salute pubblica e l’ecosistema. È essenziale adottare misure preventive e promuovere l’innovazione verso alternative sicure e sostenibili per proteggere le generazioni presenti e future.

Fonti

https://www.eea.europa.eu/publications/emerging-chemical-risks-in-europe/emerging-chemical-risks-in-europe

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