Pillole di Iodio: cosa sono e quanto sono efficaci contro le radiazioni?

Da qualche giorno le ricerche sul web inerenti le pillole di Iodio sono cresciute in maniera esponenziale, a causa dei timori legati allo scoppio di una guerra nucleare. Tali pillole vengono dipinte come un valido rimedio contro le radiazioni, in considerazione del loro utilizzo nelle zone dell’Ucraina interessate dal disastro nucleare di Chernobyl (1986).

A cosa servono le pillole di Iodio? Sono veramente efficaci nel prevenire disturbi e malattie oncologiche correlate alle radiazioni? Vediamo quali sono le evidenze scientifiche a favore del loro utilizzo e quali invece quelle contrarie.

Pillole di Iodio: cosa sono ed effetti sulla tiroide

Nonostante siano comunemente chiamate pillole di Iodio, si tratta di compresse di ioduro di potassio (KI), un sale di iodio stabile e non radioattivo (fonte). Lo ioduro di potassio si può assumere per impedire l’assimilazione di una sostanza radioattiva e cancerogena chiamata Iodio-131 (detto anche “radioiodio” o “Iodio radioattivo“), che può favorire l’insorgenza del cancro della tiroide.

Il meccanismo con il quale lo ioduro di potassio impedisce l’assorbimento dello Iodio radioattivo da parte della tiroide è molto semplice: l’organo non è in grado di riconoscere il primo dal secondo, ragion per cui assorbirà entrambi senza distinzioni. Tuttavia, lo ioduro di potassio contiene Iodio stabile, di conseguenza la tiroide si saturerà e non riuscirà ad assorbire lo Iodio-131, che al contrario è fortemente instabile. Ovviamente la tiroide sarà nuovamente capace di assorbire lo Iodio radioattivo una volta trascorse 24 ore, motivo per cui il soggetto deve evitare l’esposizione a questa sostanza radioattiva. L’assunzione di ioduro di potassio non garantisce, quindi, una protezione a vita dallo Iodio radioattivo.

Pillole di Iodio: come e quando assumerle

Le pillole di ioduro di potassio devono essere assunte solo ed esclusivamente dietro prescrizione medica, qualora si sia entrati a contatto con una fonte di Iodio-131. In molti paesi europei ed extraeuropei nei quali sono in funzione le centrali nucleari, le autorità distribuiscono alla popolazione residente entro un determinato raggio le pillole allo Iodio, fornendo indicazioni precise sul dosaggio da assumere solo in caso si presentasse un’emergenza e sulla durata del trattamento.

In linea generale, i soggetti più a rischio di sviluppare danni tiroidei e/o tumore in seguito all’esposizione prolungata allo Iodio radioattivo sono:

  • Neonati e bambini,
  • Giovani di età compresa tra i 18 e i 40 anni;
  • Persone che presentano deficit di Iodio;

Anche le donne in stato di gravidanza o allattamento devono assumere le compresse alla ioduro di potassio per salvaguardare la salute del feto e/o del neonato che allattano, essendo lo Iodio radioattivo capace di penetrare nell’organismo del neonato attraverso la placenta e di trasmettersi attraverso il latte materno. Secondo la Food and Drug Administration americana, il dosaggio consigliato per ogni categoria a rischio è il seguente:

  • Neonati fino a 1 mese di età: 16 mg;
  • Neonati e bambini di età compresa tra 1 mese e 3 anni: 32 mg;
  • Bambini di età compresa tra 3 e 18 anni: 65 mg (i bambini con peso corporeo pari o superiore a 68 kg devono assumere la dose completa per adulti);
  • Adulti: 130 mg;

La somministrazione di pillole di Iodio ai soggetti con più di 40 anni non è raccomandata, poiché:

  • Le probabilità che un soggetto con età superiore ai 40 anni sviluppi un tumore tiroideo correlato alle radiazioni da Iodio-131 sono basse;
  • Il rischio di gravi reazioni allergiche è molto più alto per i soggetti con più di 40 anni;

Le autorità sanitaria potrebbero comunque valutare la somministrazione dello ioduro di potassio anche per gli over 40, se si è di fronte a una situazione particolarmente grave. Per coloro che hanno subito l’asportazione della tiroide è superfluo assumere le compresse di Ioduro.

Gli effetti collaterali dello ioduro di potassio

Le compresse di ioduro di potassio non dovrebbero essere assunte a piacimento, in quanto un sovradosaggio può facilitare la comparsa di una serie di effetti collaterali, anche gravi. Tra quelli più frequenti si annoverano:

  • Disturbi gastrointestinali;
  • Diarrea;
  • Dolori dell’addome;
  • Infiammazione delle ghiandole salivari;
  • Eruzioni cutanee;
  • Ipotiroidismo,

L’ipotiroidismo è più frequente nei neonati che assumono più di una sola dose di ioduro di potassio e si tratta di una condizione caratterizzata da bassi livelli di ormoni tiroidei. Se non adeguatamente trattato, l’ipotiroidismo può causare danni cerebrali. Anche l’assunzione costante nel tempo del quantitativo prescritto dal medico può aumentare le probabilità di sviluppare effetti collaterali. Come per ogni farmaco, un dosaggio eccessivo può anche causare il decesso del paziente.

Lo ioduro di potassio protegge contro tutte le radiazioni?

Si potrebbe pensare che lo ioduro di potassio possa offrire una protezione completa in caso d’incidente nucleare, ma purtroppo una simile affermazione non è veritiera. Si deve infatti rammentare che l’esplosione di una bomba atomica o del reattore della centrale comporterebbe il rilascio delle seguenti sostanze radioattive:

  • Cesio-137;
  • Stronzio-90;
  • Polonio-210;
  • Plutonio;
  • Uranio;
  • Nettunio;

Le compresse a base di ioduro di potassio risulterebbero inefficaci nel prevenire l’avvelenamento da queste sostanze.

Pillole di Iodio e radiazioni: le conclusioni

Alla luce di quanto riportato, si può concludere che non è consigliato fare scorta di pillole contenenti ioduro di potassio, anche perché tale farmaco

  • non è acquistabile liberamente senza ricetta medica
  • non previene in alcun modo il cancro alla tiroide e non ha alcuna utilità se assunto in assenza di esposizione alle radiazioni da Iodio-131
  • può avere seri effetti collaterali

Qualora in Italia dovesse esserne richiesta l’utilizzo tra la popolazione in caso di emergenze atomiche che interessino il nostro territorio o quelli nelle strette vicinanze, spetterebbe inoltre alla Protezione Civile e al Ministero della Salute farsi carico della distribuzione del farmaco. Oltretutto, le pillole a base di ioduro di potassio possono proteggere solo contro le radiazioni da Iodio-131, ma non sarebbero efficaci contro le altre sostanze radioattive che si sprigionerebbero in seguito alla detonazione di una bomba atomica o una fuga di materiale radioattivo da una centrale nucleare.

Al pari di qualsiasi altro farmaco, le pillole di Iodio devono essere assunte esclusivamente sotto prescrizione e seguendo le indicazioni di somministrazione di un medico, perché il sovradosaggio può determinare gli effetti collaterali riportati in precedenza. In conclusione, si invita a non farsi prendere dal panico e a non fare scorta di questo farmaco oltre la frontiera con nazioni quali Francia e Svizzera, dato che per il momento non ce n’è alcun bisogno.

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