Ingorgo e mastite: cosa sono, come si curano, i rimedi

Ingorgo e mastite sono problemi molto comuni durante l’allattamento al seno; questo è la forma specie specifica di nutrimento che l’OMS raccomanda in via esclusiva per i primi 6 mesi di vita del bambino e fino a 2 anni, almeno finché mamma e bambino lo desiderano. Per le mamme che possono e vogliono allattare al seno stiamo quindi parlando di un lungo periodo di tempo; in tutte queste fasi possono essere molte le difficoltà incontrate e tra queste sicuramente troviamo, quindi, gli ingorghi e la più grave mastite.

Nel nostro articolo vedremo insieme cos’è un ingorgo e come si cura e in che cosa si distingue dalla mastite, di cui spesso l’ingorgo è una prima avvisaglia.

Ingorgo mammario: cos’è

Un ingorgo al seno avviene quando la quantità di latte prodotta dalla mammella supera quella che il bambino riesce a estrarre tramite la suzione. Il latte risiede infatti all’interno di piccoli alveoli che, se non adeguatamente svuotati, scoppiano facendo fuoriuscire il latte nel tessuto mammario. Un ingorga al seno causa quindi un anomalo accumulo di liquidi.

I sintomi dell’ingorgo al seno

Per capire se è in corso un ingorgo mammario basta osservare il seno interessato che sarà gonfio, caldo, molto dolente. Inoltre l’eccessivo quantitativo di liquidi renderà l’areola, e spesse volte anche il capezzolo, estremamente gonfia e tesa, quasi dura. Ecco quindi che con un ingorgo in corso per il bambino risulterà difficile succhiare: di certo il piccolo si dimostrerà irrequieto e infastidito.

Le cause di un ingorgo mammario

Anche se a volte un ingorgo al seno arriva senza che se ne conosca la ragione, molto più spesso le cause di un ingorgo mammario sono individuabili:

  • scelta di non attaccare il bambino al seno a richiesta ma seguendo uno schema orario delle poppate, facendo passare un tot di ore tra una poppata e un’altra. In questo modo si impedisce al bambino di autoregolarsi e al seno di calibrarsi adeguatamente alle richieste del neonato;
  • cattivo attacco del bambino che con la suzione non riesce a estrarre la quantità di latte adeguata;
  • soprattutto nel caso di ingorghi da montata lattea, l’eccessiva somministrazione di liquidi endovenosi durante il travaglio e al momento del parto ne favorisce l’accumulo anche nel tessuto mammario, impedendo agli alveoli di gonfiarsi e sgonfiarsi normalmente.

I rimedi per un ingorgo mammario

Iniziando con il dire che il primo rimedio per risolvere un ingorgo al seno è quello di attaccare il bambino quanto più spesso possibile proprio al seno ingorgato, avendo cura di svuotare l’altro con la spremitura manuale o con un tiralatte, ci sono altri accorgimenti da osservare per favorire il ritorno a una condizione normale, che spesso avviene nel giro di 24/48 ore al massimo:

  • far valutare l’attacco del bambino al seno da un’ostetrica o consulente per l’allattamento;
  • effettuare impacchi caldi (non bollenti né umidi) al seno prima della poppata per favorire la calata del latte. Alcune mamme hanno trovato molto utile fare una doccia calda con il getto tra le scapole in modo da favorire l’emissione di ossitocina che aiuta il flusso del latte. Sempre sotto la doccia può dare sollievo e favorire l’eliminazione dei liquidi massaggiare il seno ingorgato procedendo dal capezzolo verso l’ascella, dove i linfonodi aiuteranno a drenare i liquidi in eccesso;
  • appena finita la poppata fare impacchi freddi su tutto il seno in modo da far sgonfiare i tessuti (così come si fa con una caviglia contusa);
  • impacchi di argilla verde ventilata tra una poppata e un’altra;
  • tenere una foglia di verza, dalle proprietà sfiammanti, dentro il reggiseno a contatto con il seno ingorgato;
  • riposare, magari con il neonato al proprio fianco per permettergli di attaccarsi al seno quante più volte possibile (almeno 10 volte al giorno) senza staccarlo prima che abbia finito di succhiare. Nel caso la poppata fosse durata troppo poco, potrebbe essere utile svuotare ulteriormente il seno usando un tiralatte o tramite spremitura manuale;
  • nel caso in cui il bambino faccia fatica ad attaccarsi a causa dell’edema può essere utile usare il metodo della pressione inversa inventato dalla consulente IBCLC K. Jean Cotterman: la mamma, supina, con le dita esercita per parecchi minuti una pressione costante sull’areola attorno al capezzolo, ruotandole in tutte le direzioni: in questo modo fa arretrare alla base della mammella tutto il latte che non è più dentro gli alveoli, ma sparso nei tessuti circostanti e fa ammorbidire molto l’areola attorno al capezzolo;
  • dopo aver consultato il proprio medico questo potrebbe prescrivere un anti-infiammatorio come l’ibuprofene (perfettamente compatibile con l’allattamento) per favorire la guarigione.

Mastite e ingorgo: quali sono le differenze?

La mastite si presenta come una patologia infiammatoria di origine batterica. Spesse volte la mastite è un’evoluzione di un ingorgo, ma altre volte le due manifestazioni non sono collegate.

La mastite infatti può avere cause di natura meccanica così come l’ingorgo, per esempio quando il bambino non si attacca adeguatamente causando lesioni o ragadi che favoriscono la proliferazione batterica.

Altre volte i batteri (principalmente stafilococchi) colpiscono un sistema immunitario compromesso per stress o stanchezza.

I sintomi della mastite

La mastite ha alcuni sintomi simili a quelli dell’ingorgo mammario, come l’acuto dolore al seno e il gonfiore, ma altri sono caratteristici e per questo devono subito essere riconosciuti e adeguatamente trattati:

  • cute del seno fortemente arrossata;
  • dolore alle ossa;
  • innalzamento della temperatura intorno a 38° (ma anche oltre);
  • sintomi simil influenzali di spossatezza.

Come si cura la mastite

Fermo restando che tutti gli accorgimenti usati per curare l’ingorgo mammario sono validi anche per risolvere una mastite, in questo secondo caso il medico prescriverà sicuramente una cura antibiotica per scongiurare il proliferare dell’infezione. In caso di recidive o per effettuare una diagnosi ancora più accurata, potrebbe essere utile effettuare un esame culturale del latte materno per rilevare la presenza di batteri.

Ingorgo e mastite: la prima vera cura è tuo figlio!

Infine possiamo ribadire che nonostante si sia spesso sentito dire di smettere di allattare perché è in corso una mastite o perché un ingorgo impedisce il corretto attacco del bambino, è proprio attaccando il neonato frequentemente che la situazione rientrerà il prima possibile alla normalità. Smettere di allattare, invece, potrebbe peggiorare la situazione.

Condividi su: