Trichinosi: cos’è, sintomi, trattamento e come prevenirla

Alcuni casi di trichinosi sono stati accertati nei giorni tra febbraio e marzo 2023 dei casi di trichinosi a San Marco in Lamis, nel foggiano. La trichinosi, o trichinellosi è un’infestazione causata da specie di vermi cilindrici afferenti al genere Trichinella.
Questi parassiti sono in grado di infettare i mammiferi, gli uccelli e i rettili; la diffusione nell’uomo è legata soprattutto al consumo di carne proveniente dalla macellazione di animali selvatici infetti, soprattutto cinghiali.

L’Asl di Foggia ha effettuato alcune verifiche su alimenti in seguito a notifiche ricevute da persone colpite dalla zoonosi. Secondo gli igienisti dell’Asl, il focolaio sarebbe partito dal consumo di carne di cinghiale infestata dal parassita. Vediamo insieme cos’è la trichinosi, come avviene il contagio e come prevenirlo.

Che cos’è la Trichinella?

Il genere Trichinella è composto da vermi nematodi cilindrici. Le larve sono lunghe circa 1 mm e dopo essere state ingerite a partire dallo stomaco migrano verso l’intestino tenue, da qui si stanziano nell’epitelio intestinale dove si sviluppano fino allo stadio adulto.

Quando viene raggiunta la maturità sessuale, circa il quarto giorno dopo l’infezione, la femmina precedentemente fecondata produce nuove larve che possono migrare verso i muscoli dell’ospite attraverso il circolo linfatico. All’interno dei muscoli striati avviene una nuova trasformazione del parassita che porta le larve a diventare cellule nutrici: in questa forma la Trichinella può sopravvivere anche per anni, fino a che non sono ingerite da un nuovo ospite.

Come avviene il contagio?

La specie di Trichinella più patogena per l’uomo è la Trichinella spiralis che è adattata a vivere anche nei suini domestici e selvatici; la sua diffusione è globale.
In Europa sono presenti anche Trichinella nativa e Trichinella britovi, ma infettano raramente suini.

Il contagio dell’uomo si verifica quando vengono consumate carni contenenti cellule nutrici, poiché provenienti da un animale precedentemente infettato dalla Trichinella.

Quali sono i sintomi?

Molte delle infestazioni da Trichinella sono lievi o anche asintomatiche, tuttavia, già nella prima settimana possono comparire sintomi come nausea, dolori addominali e diarrea. La diarrea è presente in circa il 40% degli infetti. Il periodo di incubazione è di circa 8-15 giorni ma può variare da 5 a 45 giorni.

Il quadro clinico può divenire più complesso tra le 1 -2 settimane dopo l’incontro con il patogeno: possono comparire edema facciale, mialgia, febbre, mal di testa.
Le complicazioni gravi l’infezione può evolversi con manifestazioni cliniche più severe, a livello polmonare, cardiocircolatorio e neurologico: possono comparire aritmie, miocardite, encefalite, convulsioni, polmoniti e pleuriti.

Diagnosi della trichinosi

Non esistono test di laboratorio specifici per la trichinellosi. Può essere effettuata la ricerca degli anticorpi che tuttavia non sono rilevabili per le prime 2-8 settimane dal contagio: questo problema può essere risolto ripetendo gli esami negativi a intervalli di tempo settimanali. La comparsa di risultati negativi e poi positivi può suggerire la presenza della trichinosi.

L’esame del sangue può essere molto importante in quanto può mettere in risalto la presenza di livelli alti dei globuli bianchi eosinofili, che nei casi di trichinosi aumentano. La diagnosi può avvenire attraverso lo studio dei sintomi del paziente; un caso di trichinellosi può essere definito dalla presenza di almeno tre dei seguenti sintomi:

  • Febbre
  • Dolore muscolare
  • Diarrea
  • Edema facciale
  • Eosinofilia (aumento dei globuli bianchi eosinofili nel sangue)
  • Emorragia sottocongiuntivale
  • Legame epidemiologico comprovato, ossia l’aver mangiato carne di specie potenzialmente infetta

Trattamento della trichinosi

Il trattamento si basa sulla somministrazione di farmaci antielmintici: l’azione dei farmaci, tuttavia, è possibile solo fino a che l’infezione si trova nella fase intestinale; una volta che le larve si incistano nei muscoli è impossibile eradicarle del tutto con il trattamento farmacologico.
I sintomi associati alla presenza delle larve nei muscoli possono rimanere anche dopo il termine della terapia a base di antielmintici.

Il farmaco più usato è albendazolo: il suo funzionamento si basa sul blocco di alcuni processi biologici vitali per il parassita come l’approvvigionamento di glucosio, che se viene bloccato porta alla morte la trichinella.

Parallelamente al trattamento con farmaci antiparassitari il medico può prescrivere una terapia di supporto basata sulla cura dei sintomi; nella fattispecie possono essere somministrai analgesici per alleviare i dolori muscolari. Per quanto riguarda le manifestazioni legate all’infiammazione acuta scatenata dall’infezione si procede con la somministrazione di prednisone, un potente farmaco antiinfiammatorio. Il prednisone ha anche il compito di arrestare i sintomi cardiaci, neurologici e polmonari legati allo stato infiammatorio.

Prevenzione della trichinosi

La prevenzione della trichinosi è molto importante e può essere effettuata evitando di consumare carne di maiale cruda o poco cotta. La temperatura di 65 °C uccide il parassita, quindi deve essere raggiunta anche all’interno della carne.
La selvaggina deve essere ispezionata da un veterinario prima del consumo oppure deve essere sottoposta a test per la ricerca della trichinella prima della macellazione del capo.
Se non è noto se la carne è stata sottoposta a esame per la ricerca di trichinella, è bene congelarla per almeno 1 mese a -15°C: un congelamento prolungato, infatti, uccide le larve.
La salatura, affumicatura, cottura nel forno a microonde ed essiccatura della carne sono procedimenti che non uccidono le larve pertanto vanno evitati ai fini della prevenzione.

Fonti

https://www.epicentro.iss.it/trichinella/

https://www.salute.gov.it/portale/sanitaAnimale/dettaglioContenutiSanitaAnimale.jsp?id=219&tab=1

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