Fiction “A muso duro”: chi era Antonio Maglio, il medico italiano che ideò le Paralimpiadi

Antonio Maglio credeva in un mondo senza barriere. Fu un medico, ma soprattutto un sognatore che riuscì a realizzare un’impresa mai tentata prima. La mente visionaria e coraggiosa del dottor Maglio riuscì a unire due universi all’apparenza paralleli, la disabilità e lo sport, dando vita a un concetto tutto nuovo: quello di Paralimpiadi

L’impegno del dottor Maglio nel 1960 portò all’organizzazione dei primi Giochi paralimpici di Roma, offrendo alle persone con disabilità la possibilità di tornare a vivere appieno attraverso lo sport.

La vera storia di Antonio Maglio è raccontata nella nuova fiction in onda su Rai 1 A muso duro, con protagonista Flavio Insinna.  In attesa del prossimo appuntamento con il piccolo schermo, scopriamo la parabola umana e professionale del medico e dirigente INAIL, considerato il padre delle Paralimpiadi.

Chi era il medico Antonio Maglio

Il dottor Maglio oggi è considerato un pioniere delle terapie di riabilitazione dei disabili.

Nato a Il Cairo l’8 luglio 1912, Maglio si laureò in Medicina e chirurgia presso l’università degli Studi di Bari nel 1935. Già durante il percorso di studi il medico si interessò all’attività di riabilitazione dei disabili e soprattutto al miglioramento della loro aspettativa di vita. Sembra, secondo il racconto della moglie Maria Stella Calà, che Maglio avesse deciso di dedicarsi ai disabili in seguito a un fatto che lo segnò profondamente: la visita a Palestrina a dei ragazzi paralizzati a causa di una lesione al midollo spinale. L’incontro drammatico con questa realtà mosse in lui il desiderio di fare qualcosa. Voleva a tutti i costi trovare un’alternativa, una cura, una soluzione che aiutasse queste persone a vivere la vita che meritavano. Non poteva accettare che dei ragazzi nel fiore degli anni restassero bloccati in un letto per sempre.

Il suo proposito lo porterà allo studio del lavoro di Ludwig Guttmann, di cui divenne l’allievo. Il neurologo tedesco Guttmann in Inghilterra, presso l’ospedale di Stoke Mandeville, stava avviando un innovativo processo di riabilitazione. In un’epoca in cui la disabilità veniva ancora trattata come una condizione incurabile, il dottor Guttmann sollevò i pazienti dai loro letti e li convinse a muoversi spostandoli su sedie a rotelle.

In Inghilterra il neurologo aveva avviato gli Stoke Mandeville Games per invogliare i pazienti a muoversi e riacquistare parte della mobilità che avevano perduto. Il dottor Guttmann aveva capito che lo sport poteva funzionare come terapia. Antonio Maglio decise di esportare l’insegnamento del neurologo visionario in Italia, applicandolo ai pazienti del centro per paraplegici di “Villa Marina” di Ostia di cui si occupava.

L’invenzione delle Paralimpiadi

Il dottor Maglio raccolse coraggio e decise di mettersi in contatto direttamente con il suo mentore Ludwig Guttmann. Dall’incontro tra i due luminari scoccò la scintilla: Guttmann voleva esportare i Giochi fuori dall’Inghilterra e Maglio propose come campo di prova la capitale italiana, considerando che nel 1960 l’XVII edizione delle Olimpiadi si sarebbe svolta proprio nella città di Roma. Fu l’inizio di un progetto senza precedenti che vide i due medici uniti nel proposito di dare una nuova speranza alle persone affette disabilità in ogni parte del mondo.

Alle Paralimpiadi di Roma, nel 1960, ci fu una sfida che coinvolse 400 atleti provenienti da ben 21 paesi. L’Italia partecipò con una squadra formata da pazienti della “Villa Marina” di Ostia. Il team italiano riuscì a conquistare ben 80 medaglie. Per la prima volta nella storia i disabili condivisero la stessa città e gli stessi alloggi riservati agli atleti olimpici, gareggiando sulle stesse identiche piste.

Il sogno visionario di Antonio Maglio e Ludwig Guttmann si era realizzato. Eppure non era che l’inizio di un altro sogno, di tanti innumerevoli sogni che non si possono contare e non si sono ancora spenti. Sogni che continuano a vivere.

I Giochi di Roma 1960 sono stati considerati dal Comitato Paralimpico Internazionale come la prima edizione delle Paralimpiadi.

L’insegnamento di Antonio Maglio

Il dottor Maglio proseguì la propria attività come consulente medico dell’INAIL sino agli anni Ottanta, vedendo realizzarsi pian piano tutti i suoi progetti. Gli atleti paraplegici italiani iniziarono a gareggiare nelle competizioni internazionali: le loro vittorie, negli anni, si moltiplicavano. Grazie a lui, le persone disabili potevano finalmente vivere in un mondo senza barriere. Aveva tracciato il principio di un cambiamento che avrebbe fatto la Storia, dello sport e non solo.

Si racconta che il suo sogno fosse alimentato da un grande dolore. La moglie Maria Stella Calà, nel corso di un video testimonianza rilasciato per il Comitato Italiano Paralimpico, ha rivelato che Antonio Maglio non si riprese mai dalla scomparsa del figlioletto avuto dalla prima moglie, morto a soli sei anni a causa di una meningite. Voleva fare del bene agli altri per poter lenire il suo dolore incurabile. Ecco il video:

Antonio Maglio morì all’età di 76 anni, a Roma, il 7 gennaio 1988.

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