Variante Ihu: cosa si sa della nuova variante SARS-CoV-2 scoperta in Francia

Negli ultimi giorni si è cominciato a parlare della nuova variante del Coronavirus scoperta in Francia, più precisamente a Marsiglia (Francia meridionale). La variante Ihu non è ancora inserita tra le varianti d’interesse (VOI), né tanto meno tra quelle di preoccupazione (VOC), tuttavia le autorità mediche d’oltralpe non escludono a priori che Ihu possa rappresentare una minaccia.

Cosa si conosce fino a questo momento della nuova variante del SARS-CoV-2? Esaminiamo tutti i dati in nostro possesso.

Variante Ihu: scoperta e diffusione in Francia

La nuova variante del coronavirus è stata scoperta in Francia e, a differenza delle varianti più conosciute, il suo nome non deriva da una lettera dell’alfabeto greco, quanto dalla struttura ospedaliera nella quale è stata isolata: IHU Méditerranée Infection. Il nome scientifico della nuova variante è B.1.640.2 e il primo contagiato sarebbe stato un viaggiatore di ritorno dal Camerun, al quale si sommano ulteriori 11 persone positive. Per il momento non risultano esserci nuovi contagi da variante Ihu e in base a quanto riferito dalle autorità francesi tutti i positivi erano entrati in contatto diretto con il viaggiatore proveniente dall’Africa.

I numeri dei contagi da variante Ihu nella Francia del sud non hanno nulla a che vedere con le infezioni da variante Omicron, la quale è divenuta la seconda variante più diffusa nel Paese dopo la Delta. Si deve però specificare che il primo contagio da variante Ihu si sarebbe verificato circa tre settimane prima della comparsa nel paese di Omicron.

Variante Ihu: le caratteristiche principali

Le caratteristiche della variante Ihu sono oggetto di studio, ma una ricerca disponibile ancora solo in preprint sul portale medRxiv ha reso note alcune interessanti caratteristiche di B.1.640.2. È doveroso precisare che si tratta di una ricerca preprint non ancora sottoposta a revisione paritaria, ne segue che tali risultati potrebbero essere smentiti nel corso di una seconda indagine.

La nuova variante presenterebbe 46 mutazioni, tra le quali spiccano:

  • Mutazione E484K: associata a una maggior resistenza ai vaccini anti-COVID;
  • Mutazione N501Y: osservata in precedenza anche nella variante Alfa, si associa a una maggior velocità di propagazione;

Trattandosi di uno studio ancora in attesa di una revisione, simili risultati non suscitano per il momento allarme tra gli esperti. Come riportato nel paragrafo precedente, per ora non risultano nuovi positivi alla variante Ihu, né in Francia né nel resto d’Europa. Non sembra ci siano neanche decessi od ospedalizzazioni collegate a Ihu.

Il parere della comunità scientifica sulla nuova variante Ihu

L’Organizzazione Mondiale della Sanità non ha ancora inserito la variante Ihu tra le varianti COVID-19 VOC o VOI, tuttavia si è detto che l’OMS monitorerà con attenzione l’ennesima variante del SARS-CoV-2 apparsa in Europa. Un commento incoraggiante sembra provenire dal Global Incident Manager dell’OMS Dr. Abdi Mahamud, che in un suo recente intervento a Ginevra ha sottolineato come Ihu non si sia ancora diffusa all’infuori dei contatti stretti del paziente zero, nonostante ci fossero state buone probabilità di vedere ampliata la platea di positivi.

Molti esperti hanno specificato che il numero di mutazioni della nuova variante è in linea con la media osservata a due anni di distanza dallo scoppio del primo focolaio di contagi a Wuhan. In secondo luogo, si è tornato a mettere in luce il fatto che la pericolosità di una variante di SARS-CoV-2 non si misura solo dalla quantità di mutazioni, bensì dalla natura di esse. Ovviamente fintanto che le informazioni in possesso degli esperti rimarranno parziali, non sarà possibile avanzare ipotesi attendibili circa la pericolosità della nuova variante.

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