Obesità: uno studio rivela l’importanza di alcuni geni

La predisposizione genetica all’obesità e allo sviluppo di una condizione di sovrappeso esiste.
L’obesità genetica, infatti, indica la tendenza ad accumulare grasso corporeo a causa dell’eredità di uno schema genetico preciso.
Un gruppo di ricercatori dell’Università di Cambridge ha individuato alcuni geni, che sono coinvolti nell’aumento del rischio di obesità. Vediamo nel dettaglio questo argomento

Come viene definita una condizione di obesità?

L’obesità è una condizione patologica che si caratterizza principalmente per un accumulo eccessivo di tessuto adiposo.
L’accumulo di grasso porta in maniera inevitabile a delle conseguenze significative sia sulla salute che sulla qualità della vita in generale.

In questo particolare periodo storico l’obesità rappresenta uno dei più gravi problemi di salute pubblica a livello mondiale, con effetti negativi sia sulla longevità della popolazione che sul benessere complessivo degli individui.

La diagnosi di obesità si basa sull’analisi dell’Indice di Massa Corporea (BMI), per il quale si considera un valore uguale o superiore a 30 come indice di obesità.

Per affrontare un quadro clinico caratterizzato da obesità è necessario adottare spesso un cambiamento radicale del proprio stile di vita, a partire dall’alimentazione che deve essere equilibrata e con un certo apporto di nutrienti e calorie.
Inoltre, è necessario che il soggetto introduca una regolare e quotidiana attività fisica e un controllo periodico del peso.
Oltre a questo ci sono anche interventi di tipo farmacologico e chirurgico per aiutare il paziente a perdere peso.

Quali sono le cause dell’obesità?

Le cause dell’obesità includono molti fattori che rendono complessa la comprensione dello sviluppo di questa condizione.
Tra le cause possiamo includere squilibri nell’assunzione o nel consumo energetico e condizioni genetiche di predisposizione all’obesità.

La presenza di una condizione di obesità può comportare una serie di sintomi e complicazioni che influenzano in modo significativo la qualità della vita, tra i quali possiamo annoverare difficoltà nei movimenti, problemi respiratori, disturbi del sonno e aumento del rischio di sviluppare malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2 e altri disturbi metabolici.

Come viene diagnostica l’obesità? Come può essere affrontata?

La diagnosi di obesità si basa sulla misura dell’Indice di Massa Corporea (BMI), ma è importante considerare anche altri parametri, come la circonferenza vita e il profilo lipidico, per una valutazione completa della condizione.
Il trattamento dell’obesità può variare a seconda del grado di gravità, con opzioni che vanno dalla modifica dello stile di vita e l’uso di farmaci specifici in grado di potenziare il metabolismo dei grassi o a interventi di chirurgia bariatrica in casi specifici e selezionati

La prevenzione dell’obesità passa sicuramente dall’intraprendere uno stile di vita sano, che comprenda una dieta equilibrata e attività motoria regolare.
La dieta mediterranea è spesso raccomandata per il suo potenziale benefico sulla salute dell’apparato cardiovascolare.
Oltre a ciò, è molto importante monitorare in maniera regolare il peso e sottoporsi a controlli medici periodici per identificare precocemente eventuali segni di obesità e le sue complicanze.
Possiamo concludere che l’obesità è una condizione che deve essere affrontata da un punto di vista multidisciplinare che comprenda cambiamenti nello stile di vita, monitoraggio regolare dei parametri fisici
L’obesità non è solo una questione di estetica, ma una condizione complessa che richiede attenzione e gestione adeguata a prevenire gravi conseguenze sulla salute.

La correlazione tra genetica e obesità

La correlazione tra genetica e peso corporeo hanno sempre affascinato i ricercatori. Già a partire dagli anni 50’ assistiamo a programmi di studio su coppie di gemelli con lo scopo di esaminare i diversi tratti ereditati dai genitori e il contributo diverso dei fattori ambientali

Caratteri come l’ampiezza del girovita e il peso corporeo hanno mostrato sempre tassi di ereditarietà molto elevati, ciò significa che la componente genetica nello sviluppo di questi tratti è molto rilevante. La componente ambientale, cioè la dieta, avrà sicuramente anch’essa un ruolo dirimente.

I geni possono andare a influenzare molti aspetti legati alla massa corporea; ad esempio, un tratto che può essere influenzato dalla genetica può essere la diversa velocità con cui il corpo brucia le calorie a riposo e durante l’attività fisica, la sensazione di sazietà, oppure il diverso schema di accumulo di grasso su specifiche aree del corpo, come intorno alla vita o sull’addome.

Le mutazioni genetiche possono influenzare la richiesta di cibo da parte dell’organismo.
La leptina è un ormone prodotto dalle cellule adipose che regola il metabolismo lipidico e il consumo energetico il gene che controlla la sua sintesi può avere un ruolo determinante nell’accumulo di grasso. Quantità insufficienti di leptina possono portare a persistente senso di fame e obesità già in giovane età.

Uno studio rivela il ruolo di alcuni geni nello sviluppo di condizioni di obesità

La diversità genetica espone ciascun soggetto a una diversa predisposizione a sviluppare condizioni di sovrappeso o obesità. Di conseguenza, conoscere il contenuto del nostro patrimonio genetico può aiutare a decidere la strategia migliore per la strategia di controllo del peso.

Un gruppo di ricercatori dell’Università di Cambridge ha individuato due geni, BSN e APBA1, che sono coinvolti nell’aumento del rischio di obesità; nello specifico l’espressione di questi fattori può portare ad aumentare fino a sei volte il rischio di obesità.

Il gruppo di ricerca, grazie all’accesso a delle specifiche banche dati presenti in rete, contenenti informazioni su oltre 500.000 soggetti, ha potuto produrre dati che evidenziano come alcune mutazioni rare in geni legati all’obesità, presenti in circa 1 adulto su 6.500, possono innalzare in modo notevole il rischio di obesità e sono anche associate a un aumento delle probabilità di sviluppare malattia epatica non alcolica e diabete di tipo 2.

Un aspetto interessante da notare è che, a differenza dei geni coinvolti nella predisposizione all’obesità già noti, le varianti individuate in questo studio sembrano non essere correlate con lo sviluppo dell’obesità infantile.
Questo potrebbe portare i ricercatori a pensare di aver individuato un nuovo meccanismo biologico per l’obesità, diverso da quelli precedentemente identificati.

Gli autori dello studio hanno affermato che questi risultati sono un esempio di quanto siano importanti gli studi genetici su larga scala al fine di migliorare la nostra comprensione delle basi biologiche delle patologie.

Fonti

Obesità


https://www.ansa.it/canale_saluteebenessere/notizie/medicina/2024/04/04/obesita-2-geni-possono-aumentare-il-rischio-fino-a-6-volte_79624c7c-32a9-48ca-902f-fbf3af4f0598.html

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