Pediculosi: come riconoscere, curare e prevenire i pidocchi

I pidocchi sono dei parassiti che si impara a conoscere sin dall’infanzia. Infatti non sono pochi i casi di pediculosi (termine generico con cui si indica la parassitosi riconducibile ai pidocchi) riscontrati nei bambini, sebbene questo disturbo interessi anche la popolazione adulta.

Nei seguenti paragrafi andremo a vedere quali sono i diversi tipi di pidocchi che possono parassitare l’uomo, in che modo si possono riconoscere i sintomi di pediculosi e quali rimedi sono più indicati contro questi fastidiosi parassiti.

Pidocchi: cosa sono e come si classificano

Pidocchi: come riconoscere, curare e prevenire la pediculosi
Esemplare di pidocchio del capo. 

Il termine pidocchio si utilizza per identificare molte specie di insetti appartenenti all’ordine degli Anopluri. Questo vasto e variegato ordine comprende ben 15 famigli e 490 specie. I pidocchi responsabili della parassitosi dell’uomo sono di tre tipi:

  • Pidocchi del capo (Pediculus humanus capitis): i pidocchi più conosciuti, trovano riparo tra i capelli del soggetto.
  • Esemplare di pidocchio del corpo.

    Pidocchi del corpo (Pediculus humanus humanus): simili a quelli del capo, questi pidocchi si annidano in abiti, biancheria e materassi. Le punture sono solitamente localizzate sugli arti, schiena, collo e tronco.

  • Piattole o pidocchi del pube (Pthirus pubis): a differenza dei pidocchi del capo questi si annidano tra i peli pubici dei soggetti colpiti. Mentre i primi due tipi di pidocchi sembrano simili ad occhio nudo (anche se sono due specie diverse che non
    Piattola o pidocchio del pube. 

    si accoppiano tra di loro), i pidocchi del pube appaiono più piccoli e di colore scuro. Questi insetti si cibano del sangue dell’individui che li ospita, e come vedremo in seguito in alcuni casi possono trasmettere patologie più o meno importanti.

A prescindere dalla specie, il ciclo vitale di questi parassiti si divide nei seguenti stadi:

  • Lendini: si tratta delle uova translucide depositate dalle femmine, di colore bianco-grigiastro, di forma allungata e lunghezza di circa 1 mm. Sono attaccate ai capelli/peli per mezzo di sostanze cheratiniche che le mantengono resistenti all’acqua e ai comuni pettini. Le uova si schiudono mediamente dopo 7 giorni (o 10 giorni in alcuni casi);
  • Ninfe: allo stadio larvale possono già cibarsi del sangue dell’ospite. Le larve sono di colore rossastro, grandi come una capocchia di spillo. Questa stadio dura mediamente 2 settimane;
  • Adulto: l’esemplare diviene adulto dopo circa una settimana dalla schiusa delle uova. L’adulto è grande come un seme di sesamo (2-4mm) ed è di colore più scuro rispetto alla ninfa. Una femmina adulta può arrivare a deporre anche 300 uova durante la sua esistenza.

I pidocchi sono insetti che necessitano della cute umana per sopravvivere. Ergo, in caso di morte dell’ospite o rimozione dalla cute non possono sopravvivere per più di 24-48 ore. Questo non vale però per i pidocchi del corpo (approfondiremo questo elemento nei paragrafi successivi). Non si tratta di insetti in grado di infestare altri animali, ne segue che non possono essere trasmessi mediante il contatto tra uomo e animali da compagnia quali cani o gatti.

Pediculosi: tipologie e sintomi comuni

In base alle classificazione delle specie di pidocchi riportata nel paragrafo precedente, possiamo aggiungere che la pediculosi può interessare principalmente:

  • Capo: si tratta della pediculosi per antonomasia, provocata dai pidocchi del capo. I parassiti si annidano nel cuoio capelluto e depongono le uova tra i capelli dell’individuo colpito;
  • Corpo: questo tipo di pediculosi non interessa direttamente la pelle, bensì gli indumenti che entrano a contatto con quest’ultima. Infatti i pidocchi si annidano e depongono le uova in essi, si tratta dunque dell’unico tipo di pidocchi che non hanno bisogno necessariamente del contatto con la pelle per sopravvivere;
  • Pube: in questo caso i parassiti si annidano tra i peli pubici, ma è possibile trovarli anche in altre zone come l’ano e le ciglia, anche se la pediculosi di quest’ultime è assai rara.

A prescindere dal luogo interessato, la parassitosi dei pidocchi si caratterizza per sintomi comuni, quali:

  • Prurito intenso;
  • Arrossamento della cute;
  • Comparsa di papule;
  • Febbre (molto più frequente nella parassitosi del corpo, rarissima nei casi di parassitosi di pube e capo).

Inoltre sul capo e sul pube possono essere osservate le lendini attaccate ai peli o ai capelli. Nella pediculosi del capo gli esemplari adulti sono spesso localizzati sulla nuca e attorno alle orecchie. Se la pediculosi interessa il pube si possono anche osservare delle piccolo macchioline marroni, che sono le feci dei parassiti.

Nei rari casi di pediculosi delle ciglia possono comparire la congiuntivite e forti irritazioni degli occhi.

Pediculosi del capo: trattamento e prevenzione

La pediculosi del capo è quella che colpisce il maggior numero di individui, specialmente (ma non solo) i bambini. I pidocchi si trasmettono con il contatto diretto con la cute di individui parassitati, ma possono viaggiare anche su strumenti quali cappelli, spazzole e pettini, fermagli e così via.

I pidocchi del capo non sono veicolo di malattie gravi, ne segue che la pediculosi del capo è più fonte di disagio sociale che fisico. Inoltre in alcuni casi può trattarsi di un disturbo asintomatico.

Come eliminare i pidocchi dalla testa

Per quanto riguarda il trattamento contro i pidocchi del capo occorre fare una distinzione tra l’eliminazione dei pidocchi adulti e l’eliminazione delle loro uova. Infatti mentre nel secondo caso è possibile utilizzare anche una miscela di acqua e aceto (torneremo su questo aspetto nei paragrafi successivi) assieme a un pettine con denti fitti, per eliminare gli individui adulti questa soluzione è inefficace. L’aceto infatti non li uccide, né crea un ambiente sfavorevole ad essi. Si consiglia quindi l’utilizzo di lozioni e shampoo anti-pediculosi per eliminare gli individui adulti, utilizzando anche un apposito pettine per la rimozione dei pidocchi morti, lo stesso utilizzato per eliminare le uova.

Dieci anni fa uno studio evidenziò che l’alcol benzilico (C7H8O) può essere impiegato in alternativa ai comuni trattamenti per eliminare i parassiti mediante asfissia (fonte).

Bisogna sottolineare che la maggior parte dei prodotti in commercio contro la pediculosi del capo non sono indicati per bambini molto piccoli o donne in stato di gravidanza. Si consiglia pertanto di informarsi bene prima dell’acquisto con medico e farmacista, che sapranno indicare i prodotti più indicati.

Il miglior metodo di prevenzione contro la pediculosi del capo rimane:

  • il mantenimento delle distanze con il capo di altri individui,
  • evitare lo scambio di accessori per capelli
  • fare attenzione a dove si appoggia la testa su mezzi pubblici, in palestra, a scuola, ecc.

Esistono degli shampoo preventivi con sostanze non gradite ai pidocchi, ma non è ancora disponibile alcun repellente per pidocchi efficace al 100%, si consiglia quindi di impiegare soluzioni solo quando è già stata accertata la pediculosi.

Pediculosi del corpo: trattamento e prevenzione

Come premesso in precedenza, i pidocchi del corpo non vivono direttamente sulla cute dell’ospite, quanto su indumenti e/o materassi e lenzuola. La parassitosi da pidocchio del corpo può avere complicazioni di una certa gravità. Infatti le punture di questo parassita potrebbero trasmettere malattie quali il tifo esantematico e la febbre ricorrente da batterio Borrelia. La prima è una patologia caratterizzata da febbre alta, cefalea, esantema maculare e può portare persino a coma nei casi più gravi. La mortalità del tifo esantemico è compresa tra il 25% e il 30% se non adeguatamente curata.

Il metodo più utilizzato per rimuovere i parassiti e le uova consiste nel bollire ad alte temperature i vestiti, che sono il luogo in cui i pidocchi del corpo depongono le uova (fonte). A una temperatura di 55 °C si ha già l’eliminazione completa delle uova e degli esemplari adulti.

Uno studio francese del 2006 ha invece dimostrato che l’invermectina non è un trattamento efficace al 100% contro la parassitosi da pidocchio del corpo (fonte). L’invermectina è un farmaco entrato in commercio a inizio anni ’80 contro le parassitosi umane, ma è usato anche in ambito veterinario per il trattamento del medesimo disturbo.

Per prevenire la pediculosi del corpo si consiglia di non scambiare i propri indumenti con nessuno e di disinfettare cuscini, materassi o divani.

Pediculosi del pube: trattamento e prevenzione

La pediculosi del pube è causata dalle piattole, nome con cui sono comunemente conosciuti i pidocchi del pube. Le piattole si trasmettono solitamente tramite i rapporti sessuali o il contatto stretto con:

  • Asciugamani;
  • Biancheria intima;
  • Indumenti;
  • Sex toys;

Si precisa tuttavia che questi pidocchi non sopravvivono a lungo in ambienti esterni lontano dalla cute. Le piattole si trasmettono soprattutto tra gli adulti o gli adolescenti per via dell’attività sessuale, ma in casi molto rari possono trasmettersi anche tra i bambini se si entra in contatto con indumenti contaminati. Le piattole possono risiedere anche nella peluria anale o sui peli delle gambe, anche se quest’ultima sede è molto meno interessata dalla parassitosi. Ancor più rari sono i pidocchi del pube in siti quali sopracciglia, ciglia e barba.

Il metodo più efficace per eliminare le piattole consiste nell’uso di shampoo o lozioni a base di insetticidi quali permetrina o lindano. Tali composti si devono applicare sul pube per molto tempo e con frequenti lavaggi al fine di prevenire possibili recidive. Il principale metodo di prevenzione consiste nell’astenersi da rapporti sessuali occasionali e scambiare indumenti intimi e/o altri oggetti che sono stati in contatto con il pube di altre persone.

Pidocchi: alcuni falsi miti

Sul metodo di diffusione dei pidocchi sono ancora oggi in voga molti falsi miti. Il primo e più importante è quello che vede i pidocchi del capo saltare di testa in testa, coprendo anche distanze di oltre 50 cm. Si tratta ovviamente di un’affermazione falsa, in quanto i pidocchi possono trasmettersi solo a seguito del contatto stretto con il capo di un soggetto colpito da pediculosi o con lo scambio di cuscini, cappelli, pettini e altri oggetti entrati in contatto diretto con la sua testa (anche se come visto in precedenze un pidocchio muore dopo 24-48 ore in ambienti diversi dalla cute umana).

Non è neanche vero che la pediculosi sia sintomo di scarsa igiene o contatto troppo ravvicinato con animali quali cani o gatti. Infatti la pediculosi può interessare anche persone con ottima igiene, mentre il contatto con gli animali è innocuo in quanto questi parassiti non infestano animali da compagnia come cani e gatti.

Un rimedio casalingo assai diffuso contro la pediculosi del capo consiste nel praticare risciacqui con l’aceto al fine di uccidere i pidocchi adulti e rimuoverne le uova. In realtà per quanto diffuso, questo rimedio non è efficace al 100% nel combattere la pediculosi. Se da un lato è vero che l’acido acetico può dissolvere l’involucro protettivo delle uova e favorirne l’eliminazione, dall’altro lato è vero che non uccide gli individui adulti. Se essi sopravvivono si avranno nuovamente le loro uova attaccate ai capelli. Inoltre l’aceto da utilizzare dovrebbe presentare una concentrazione di acido acetico non superiore al 7%. Oltre questa concentrazione, si rischia di avere forti irritazioni del cuoio capelluto.

Per approfondire questo aspetto vi invitiamo a leggere questo nostro articolo sull’utilizzo dell’aceto di mele per la cute dei bambini.

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