Scoperto “Paride” il virus che uccide i batteri: di cosa si tratta?

C’è una nuova interessante evidenza nel campo dello studio dei batteriofagi e della microbiologia in generale.

Un gruppo di ricercatori del Biozentrum dell’Università di Basilea ha caratterizzato un ceppo virale molto peculiare, denominato in seguito “Paride” che potrebbe avere il potenziale di trasformare il modo in cui affrontiamo le infezioni batteriche, in particolare quelle croniche e resistenti agli antibiotici. Vediamo insieme quali aspetti hanno caratterizzato questa scoperta e quali altri potrebbe riservare in futuro.

Cosa sono i batteriofagi?

I batteriofagi, conosciuti anche come fagi, sono virus specializzati nell’infettare e replicarsi all’interno di batteri. La parola “batteriofago” deriva dal greco, dove “bakterion” significa batterio e “phagein” significa mangiare.

Questi agenti infettivi sono componenti fondamentali nell’equilibrio dell’ecosistema batterico e svolgono un ruolo cruciale nella regolazione delle popolazioni batteriche. I batteriofagi sono composti da materiale genetico, che può essere costituito da DNA o RNA, avvolto in una capsula proteica.

Il ciclo di vita dei batteriofagi può essere di tipo litico, dove il virus distrugge il batterio ospite durante la replicazione, o lisogeno, dove il materiale genetico virale si integra nel genoma batterico senza causarne immediatamente la lisi.

La loro capacità di mirare specificamente ai batteri li rende oggetti di grande interesse nella ricerca scientifica, in particolare per lo sviluppo di nuove strategie terapeutiche, come la terapia batteriofaga, per combattere infezioni batteriche resistenti agli antibiotici.

Quali sono le caratteristiche del ceppo Paride?

Le coltivazioni batteriche vengono eseguite in laboratorio sono crescite cellulari “veloci”, in quanto caratterizzate dalla esposizione a fattori ambientali ottimali. Tuttavia, in natura i batteri crescono con tassi di crescita lenti, a causa di una disponibilità limitata di risorse trofiche.

I batteri in stato dormiente, con una bassa attività metabolica, rappresentano una sfida significativa nella lotta contro le infezioni. Questo stato di “stand-by” consente loro di resistere a condizioni avverse, diventando resistenti agli antibiotici e sfuggendo alle terapie tradizionali. Contrariamente alle convinzioni consolidate, il virus Paride si è rivelato un’eccezione tra i batteriofagi, dimostrando la sua capacità di replicarsi direttamente su batteri in uno stato dormiente.

La sua capacità di attaccare batteri “dormienti” sfida le nozioni preesistenti sulla relazione tra batteriofagi e batteri in riposo, aprendo la strada a un nuovo approccio terapeutico.

La scoperta del Paride offre nuove prospettive nel trattamento delle infezioni croniche o resistenti agli antibiotici, aprendo la strada a una soluzione per situazioni mediche altrimenti irrisolvibili.

Come possono essere applicate le proprietà del virus Paride?

L’uso dei batteriofagi in terapia è una strategia a lungo valutata e spesso anche considerata una valida alternativa agli antibiotici, soprattutto durante la seconda metà del 900’ in quello che era il blocco sovietico dove si promuoveva l’uso dei fagi in alternativa agli antibiotici sui quali c’erano invece grossi investimenti nel blocco atlantico.

Oggi, la scoperta del Paride potrebbe essere la svolta che renderà questa strategia più ampiamente accettata e utilizzata nella pratica medica. La sua capacità di replicarsi su batteri in uno stato dormiente suggerisce che potrebbe essere parte di un arsenale terapeutico più ampio per affrontare le infezioni croniche e resistenti agli antibiotici.

Il virus Paride non solo è in grado di replicarsi su batteri in stato dormiente ma ha dimostrato di poter sterilizzare colture di Pseudomonas aeruginosa in fase stazionaria se somministrato insieme all’antibiotico meropenem. Questa sinergia tra fago e antibiotico rappresenta un nuovo approccio promettente per contrastare i batteri resistenti.

L’efficacia di questa sinergia tra antibiotico e fago è stata comprovata anche in modelli di topo e in colture cellulari in vitro: questa evidenza potrebbe aprire la strada all’introduzione di terapie innovative ed efficaci.

Verso che prospettiva si sta muovendo la ricerca?

La ricerca ora si concentra sulla comprensione dei meccanismi molecolari che consentono al Paride di attaccare con successo i batteri dormienti. Identificare queste chiavi molecolari potrebbe portare allo sviluppo di nuovi trattamenti mirati, colpendo direttamente i punti deboli nella fisiologia resiliente dei batteri in stato dormiente.

Questo approccio potrebbe rivoluzionare il modo in cui affrontiamo le infezioni, fornendo nuove armi contro le forme più resistenti e persistenti di batteri patogeni.

Le nuove evidenze relative al virus Paride ci offrono nuove prospettive nella lotta contro le infezioni microbiche. Gli esperti stano continuando a percorrere strade utili all’esplorazione delle potenzialità terapeutiche di questo fago rivoluzionario. il futuro della terapia batteriofaga si profila come un’arma sempre più efficace contro i batteri dormienti e resilienti.

La ricerca continua a svelare i segreti del microscopico mondo dei batteriofagi, portando la speranza di trattamenti più mirati nel panorama della sanità globale.

La scoperta del Paride rappresenta un passo avanti significativo nella nostra lotta contro le infezioni batteriche, aprendo la strada a nuove possibilità terapeutiche e offrendo una nuova speranza per i pazienti affetti da infezioni croniche e resistenti agli antibiotici.

Fonti

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC10761892/

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