Simnotrelvir: come funziona il farmaco anti Covid usato in Cina

Nonostante nel maggio del 2023 l’Organizzazione Mondiale della Sanità abbia decretato la fine del periodo di emergenza legato alla pandemia da Covid-19, questa continua a imporre una pesante influenza sulla salute globale e sui sistemi sanitari mondiali.

L’attuazione del piano vaccinale contro il Covid-19 ha permesso di uscire dal periodo pandemico, pur tuttavia scontrandosi con un nemico sempre pronto a trarre in inganno l’efficacia dei vaccini che è la comparsa di nuove varianti.

Alla luce di questo la necessità di poter affrontare il Covid-19 anche con rimedi di tipo farmacologico diventa sempre più importante in particolare considerando i costi elevati e le disuguaglianze nella distribuzione di farmaci come nirmatrelvir ed ensitrelvir. È essenziale ampliare l’arsenale terapeutico per accelerare la risoluzione dei sintomi nei pazienti con COVID-19 lieve o moderato.

Che cos’è e come funziona il simnoltrelvir?

In questo contesto, emerge il simnotrelvir (SIM0417), un agente antivirale orale a piccola molecola che mira all’enzima 3-chymotrypsin-like cysteine protease (3CLpro) di SARS-CoV-2.

Approvato in Cina il 29 gennaio 2023, sotto autorizzazione condizionale di emergenza, il simnotrelvir ha dimostrato attività antivirale in vitro contro la variante omicron B.1.1.529.

Come sono stati valutati i livelli di efficacia sicurezza?

Gli studi che hanno permesso di valutare i livelli di sicurezza di questo farmaco sono stati condotti in Cina nelle fasi 2 e 3 della sperimentazione di questo nuovo agente farmacologico.

Avviato il 19 agosto 2022, il suo obiettivo era valutare l’efficacia e la sicurezza del farmaco nel trattamento del COVID-19 lieve o moderato. La coorte di pazienti che è stata reclutata era formata da pazienti di età superiore a 18 anni che presentavano sintomi entro 3 giorni dalla somministrazione del farmaco o del placebo.

In particolare, lo studio ha adottato un disegno di assegnazione casuale 1:1, con i pazienti divisi tra quelli trattati con simnotrelvir più ritonavir e coloro che ricevevano un placebo per 5 giorni.

Quali sono stati i risultati di questo studio? Possono essere considerati promettenti?

I risultati dello studio hanno evidenziato un tempo significativamente inferiore per quanto riguarda la risoluzione dei sintomi nel gruppo trattato con simnoltrelvir rispetto al gruppo a cui era stato somministrato il placebo.

Le tempistiche di risoluzione dei sintomi erano per il gruppo trattato con il farmaco, di circa 1,5 giorni inferiori. Il beneficio si estende anche a un sollievo dei sintomi respiratori, dato che conferma l’impatto benefico del farmaco.

L’efficacia antivirale di simnotrelvir diventava evidente già dal quinto giorno, con una significativa diminuzione della carica virale. Gli eventi avversi, per la maggior parte, si sono rivelati di lieve o moderata entità, con un aumento dei livelli di trigliceridi nel sangue come effetto collaterale più comune.

Nonostante questi risultati ci infondano speranza e fiducia, bisogna considerare alcuni punti che mettono in risalto le limitazioni dello studio, molto rilevanti ai fini di una valutazione generale: la popolazione in esame era prevalentemente giovane e vaccinata, sollevando interrogativi importanti sull’applicabilità dei risultati a gruppi più anziani o non vaccinati.

La sicurezza a lungo termine richiede ulteriori indagini, specialmente in contesti clinici reali e su scale più vaste.

Quali possono essere le prospettive future?

Simnotrelvir, con i suoi risultati positivi e il profilo di sicurezza accettabile, si configura come una potenziale aggiunta all’arsenale terapeutico contro il COVID-19.

Tuttavia, per comprendere appieno la portata della sua efficacia e sicurezza, sono necessari ulteriori studi, soprattutto in popolazioni più diversificate e considerando l’evoluzione delle varianti del virus.

In conclusione, simnotrelvir offre una prospettiva innovativa nel trattamento del COVID-19, con risultati promettenti nella riduzione del tempo di risoluzione dei sintomi e del carico virale.

Tuttavia, l’approfondimento delle sue potenzialità richiede un impegno continuo nella ricerca scientifica, delineando così una strada chiara verso terapie sempre più efficaci contro questa pandemia globale.

Fonti

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/38231624/

https://www.nature.com/articles/d41586-024-00117-5

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