Il lavoro occupa buona parte della nostra giornata, per questo frequentare un luogo di lavoro sereno e collaborativo sarebbe l’ideale. Purtroppo non è sempre così. Infatti, ci sono situazioni in cui si verificano mancanza di rispetto, molestie, eccessivo carico di attività e degli orari, rapporti con i colleghi o con i responsabili estremamente tesi. Tutto questo, ma non solo, porta a vivere in un ambiente di lavoro tossico. Come fare ad affrontarlo? Ecco alcuni suggerimenti.
In questo articolo parliamo di:
Sintomi causati dall’ambiente di lavoro tossico
Lavorare in un ambiente tossico, può avere un impatto negativo sulla salute. Non solo a livello psicologico ma anche fisico. Può portare infatti a stress estremo fino al burnout, insonnia, depressione e ansia. Spesso le persone che sperimentano questi sintomi hanno delle ricadute anche sul corpo, come mal di testa, difficoltà di concentrazione, problemi gastrointestinali, tachicardia, dolori a collo e spalle, tremori. Oltre a irritabilità, scarsa iniziativa, basso desiderio di andare al lavoro.
Questi sintomi possono portare a comportamenti controproducenti sul lavoro come la riduzione della produttività, efficienza e portare a un alto tasso di turnover.
Attenzione a questi segnali
Quando si è in un ambiente di lavoro tossico bisogna innanzitutto capire se la situazione è data dalla cultura aziendale, dal managment o da uno o più colleghi. Un ambiente di lavoro tossico è un luogo in cui ti senti psicologicamente insicuro. Spesso si percepisce un senso generale di negatività, competizione malsana e aggressività.
Un ambiente di lavoro tossico si riconosce attraverso diversi elementi che si possono suddividere in macrocategorie:
- Assenza di intelligenza emotiva
Avviene quando, ad esempio, il capo o i colleghi hanno atteggiamenti passivo-aggressivi, o cercano di sabotare o screditare il lavoro altrui. Un responsabile che non supporta i propri sottoposti, ma anzi, li mette in condizioni di fallire genera un clima pesante. Anche chi fa micromanaging, ovvero vuole controllare ogni singolo passo nel lavoro effettuato dai dipendenti, soprattutto se è personale con esperienza. Infine, il pettegolezzo e l’emarginazione di uno o più componenti del gruppo di lavoro sono situazioni che capitano di frequente in ambienti di lavoro tossici. - Mancanza di rispetto
Responsabili o colleghi che non sono in grado di avere un rapporto sereno e professionale con gli altri, ma criticano in modo non costruttivo, discriminano e minacciano il licenziamento creano un ambiente malsano. Inoltre, molestie e comportamenti inappropriati, che non sempre vengono puniti, rendono l’ambiente di lavoro non sicuro per le persone che si ritrovano a subirli. - Mal gestione del lavoro
Una cattiva gestione del lavoro accade quando chi è a capo dell’azienda, e a scendere i vari responsabili, non propone opportunità di crescita, ma richiede carichi di lavoro irrealistici e orari imprevedibili. Il tutto per uno stipendio non adeguato alle mansioni o alle qualifiche del dipendente. In alcuni ambienti è addirittura a rischio l’integrità personale per condizioni di lavoro non sicure.
Straining e mobbing, non sono la stessa cosa
Quando si parla di straining, si fa riferimento ad comportamenti e azioni nell’ambiente di lavoro che causano stress e disagio. Deriva dalla parola inglese “to strain” che significa “tendere” e con un significato più ampio “sfibrare”. Lo straining si verifica quando i soprusi o gli atteggiamenti discriminatori si verificano, ma in modo discontinuo. Un esempio è il demansionamento, ma anche l’esclusione dal flusso delle informazioni lavorative o l’isolamento.
Invece, il mobbing fa riferimento a tutte quelle azioni e atteggiamenti vessatori sistematici e prolungati, frutto di una strategia di azione precisa, verso un componente del gruppo di lavoro. Lo si emargina, si danneggia la sua reputazione fino a che la persona viene indotta ad andarsene. Anche il termine mobbing deriva dall’inglese “to mob” che significa “assalire in massa”.
Consigli per affrontare un ambiente di lavoro tossico
Sapere come affrontare un posto di lavoro che crea ansia e stress è fondamentale. Soprattutto quando non è possibile cambiare velocemente la propria posizione lavorativa. Ecco alcuni suggerimenti:
- Valutare la responsabilità
Sì a mantenere sempre un atteggiamento positivo e collaborativo sul luogo di lavoro. Questo permette di agevolare alcune situazioni, ma se le circostanze sono determinate da una cultura aziendale tossica non sarà possibile cambiare totalmente l’ambiente. - Fare la pausa pranzo altrove
Il momento della pausa pranzo può essere molto stressante, soprattutto se si creano gruppetti o persone che contribuiscono al pettegolezzo. Per questo una buona strategia, se possibile, è di pranzare lontano dal luogo di lavoro: un parco o un giardino, oppure portarsi il pasto da casa e poi uscire a fare due passi o scegliere un un ambiente tranquillo in cui consumarlo. - Impostare dei limiti
Spesso, in un ambiente di lavoro tossico viene richiesto di saltare la pausa pranzo o a lavorare oltre l’orario (non pagati). E’ fondamentale imparare a mettere dei limiti a questo tipo di richieste perché le pause e il tempo libero sono essenziali per ricaricarsi e lavorare bene. Inoltre, verificare sempre a livello contrattuale quali sono gli obblighi e i diritti del lavoratore ad esempio la lunghezza delle pause, come chiedere i periodi di ferie e come vengono pagati gli straordinari. - No al gossip
E’ bene evitare di essere coinvolti in situazioni in cui si creano pettegolezzi o conflitti. Anche se ci sono ambienti in cui fare gossip è un modo per essere inclusi nel gruppo, sono situazioni che possono generare incomprensioni, pregiudizi e isolamento, aumentando lo stress. - Focus sugli obiettivi
Bisogna cercare di mantenere la concentrazione sul proprio lavoro e sui propri obiettivi. A volte ci vuole tempo per trovare una alternativa lavorativa, per questo è essenziale rimanere positivi e professionali. Per poter essere in grado di cogliere opportunità migliori. - Creare una routine post-lavoro
Dopo il lavoro in un ambiente tossico, una buona strategia è quella di scegliere una routine rilassante, che aiuti a decomprimere la tensione. Potrebbe essere una passeggiata nella natura, ascoltare musica, una doccia calda, una telefonata ad un amico, leggere un libro. - Gestire lo stress al lavoro
Se la situazione sta mettendo pressione alla propria salute mentale, un buon modo è prendersi una breve pausa. Fare un giro alla toilette, andare a prendere un bicchiere d’acqua, un tè o una tisana, verificare la presenza di carta nella stampante comune o riordinare la propria scrivania sono attività che possono aiutare. Inoltre, praticare meditazione, yoga o esercizio fisico quotidiano contribuiscono a gestire lo stress cronico. - Chiedere aiuto
Non vergognarsi a chiedere aiuto. Può essere un collega affidabile con cui ci ci può confidare o il proprio responsabile se lo si ritiene opportuno. Oppure chiede supporto all’ufficio delle risorse umane fino al proprio sindacato o al proprio rappresentante all’interno dell’azienda. In ogni caso, è possibile anche rivolgersi ad uno psicoterapeuta per gestire situazioni che non ci fanno sentire a nostro agio e non sappiamo come affrontarle. - Raccogliere le prove
Nel caso di situazioni come molestie, minacce o se ci fosse il dubbio di essere sottoposti a mobbing è bene tenere traccia di mail e messaggi. Rivolgersi poi ad esperti del settore o, se le circostanze lo richiedono, alle Forze dell’Ordine. - Trovare un altro lavoro
Nel caso in cui l’ambiente di lavoro continui ad essere tossico e non ci siano miglioramenti di alcun tipo, valutare di cercare un nuovo posto. Mantenersi concentrati sugli obiettivi e capire quali aggiornamenti per la propria professione possono essere utili per un cambio di ambiente.
Fonti:
Health Line – Toxic work enviroment
Sant’Agostino – Ambiente di lavoro tossico