Dolore al Polso: Cause, Sintomi e Rimedi

Il polso è un’articolazione dell’arto superiore piuttosto complessa, costituita da una componente ossea (quindi dalle ossa del carpo), che si connette alle ossa dell’avambraccio (radio ed ulna) per mezzo di tendini, legamenti, muscoli, nervi e vasi sanguigni, permettendo nell’insieme l’esecuzione dei movimenti quali rotazione, flessione, estensione, abduzione ed adduzione.

L’insieme di questi movimenti permette di portare a termine tutte le attività quotidiane, sia semplici che complesse, che riguardano l’ambito lavorativo, sportivo o personale.

Fatte queste premesse si intuisce quanto il polso sia un’articolazione soggetta a continui stress e carichi di lavoro, e quanto un dolore al polso possa limitare e condizionare il regolare svolgimento delle attività quotidiane.

Nella maggioranza dei casi il dolore al polso sia destro che sinistro è da imputare a fenomeni di scarso rilievo clinico, dovuti a lievi traumatismi, piccole contusioni, affaticamento dovuto all’atto di sollevare pesi, e soprattutto all’esecuzione di movimenti ripetuti (scrivere al computer, usare il mouse), che sul lungo periodo possono però determinare ripercussioni di maggior rilievo.

Talvolta il dolore al polso è conseguente a traumi di maggior impatto, ma in genere i sintomi algici e funzionali non lasciano dubbio sul fatto di rivolgersi con prontezza all’intervento di un medico. In un minor numero di casi invece il dolore al polso è collegato a fenomeni cronici di infiammazione o di degenerazione. Pertanto, riassumendo, il dolore al polso può essere ricollegato principalmente a tre tipi di cause: traumi, infiammazione e malattie degenerative.

Quali sintomi si associano al dolore al polso? Il dolore può manifestarsi ad un solo od entrambi i polsi, può essere localizzato o estendersi alla mano o al braccio, e può associarsi a gonfiore, edema, limitazioni o impossibilità nei movimenti, rigidità articolare, senso di formicolio ed intorpidimento cutaneo, deformità, diminuzione della forza, lesioni cutanee e rossore.

Fornite le principali nozioni sulla struttura del polso, sulle sue funzioni, sulle modalità di insorgenza del dolore e sui sintomi che si accompagnano, possiamo approfondire il discorso illustrando le principali cause che scatenano il disturbo.

Quali sono le cause più comuni di dolore al polso?

Movimenti errati e/o ripetuti

Si può dire che siano tra le cause più diffuse di dolore al polso, insieme a quei piccoli traumatismi di ogni giorno dovuti ad una lieve contusione con una superficie dura, l’esecuzione di movimenti improvvisi o dovuti ad un eccessivo sforzo (quali sollevare pesi piuttosto gravosi).

Scrivere sulla tastiera del computer o maneggiare il mouse è un’azione comune a tutti, pertanto si sottovalutano i possibili risvolti negativi. Se, infatti, questi movimenti vengono ripetuti ed eseguiti per molte ore al giorno possono dare esito ad affaticamento, quindi a dolori cronici e predisposizione per patologie più di rilievo quali la sindrome del tunnel carpale.

Sindrome del tunnel carpale

Condizione piuttosto diffusa e che coinvolge principalmente le donne in età adulta e avanzata. Il meccanismo alla base del problema è legato a fenomeni di compressione e di intrappolamento del nervo mediano (che origina dal plesso brachiale).

Il sintomo maggiormente avvertito è il dolore, intenso e acuto, che si manifesta tipicamente nelle ore notturne, a cui si associa la sensazione di formicolio alle mani e di intorpidimento. Le possibili cause del tunnel carpale sono molteplici, dall’esecuzione di movimenti ripetuti (usare la tastiera del computer o il mouse per molte ore al giorno), all’assunzione di farmaci quali alcuni antibiotici ed anestetici.

Artrite

Processo di infiammazione che segue ad un trauma, una malattia autoimmune o ancora ad un’infezione. L’artrite reumatoide invece è una patologia autoimmune che interessa tutte le articolazioni e viene molto avvertita a livello del polso e delle mani, sedi in cui si manifestano dolori molto intensi, riduzione della forza, limitazioni nei movimenti e deformità ossee.

Artrosi

Patologia cronica e degenerativa in cui si assiste al progressivo assottigliamento delle cartilagini articolari e dunque successiva rigidità articolare e limitazione dei movimenti.

Fratture

Le fratture rientrano nelle possibili conseguenze di un trauma, e costituiscono un grande capitolo nello sviluppo di dolori molto acuti al polso. Si evidenziano principalmente due tipi di fratture, ovvero quella di Colles e la frattura dello scafoide. Vediamole nel dettaglio:

  • Frattura di Colles: si tratta di una frattura scomposta della regione distale dell’osso radio del braccio, che determina una caratteristica deformità del polso che assume l’aspetto di un “dorso di forchetta”. È un fenomeno che interessa maggiormente i soggetti anziani ed è conseguente ad eventi traumatici piuttosto tipici, ossia ad una caduta in avanti in cui si cerca di attutire il colpo scaricando tutto il peso sulle mani. L’energia della caduta si scarica sul polso causandone la frattura e la conseguente deformità. Prima di procedere con l’ingessatura bisogna effettuare una manovra di riduzione della frattura, e questo avviene per mezzo di sistemi di trazione usando dei pesi calibrati sul paziente, tenendo il braccio flesso ad un angolo di 90°. Una volta ridotta la frattura si applica il gesso per circa 4-5 settimane;
  • Frattura dello scafoide: le modalità con cui si instaura la frattura sono del tutto simili a quelle della frattura di Colles, quindi una caduta in avanti in cui viene scaricata tutta l’energia sul polso, senza però causarne la deformità. La mancanza di segni visibili porta in molti casi il paziente a sottovalutare il trauma, che può avere anche ripercussioni sulla vascolarizzazione dello scafoide, e quindi a non trattare adeguatamente la frattura con esiti negativi sul lungo periodo.

La frattura dello scafoide determina un forte dolore al polso che viene acutizzato esercitando una pressione sulla tabacchiera anatomica, ossia in quella fossetta situata tra la radice del pollice ed il polso.

Spesso, in pronto soccorso, una delle manovre eseguite dal medico è proprio quella di esercitare una forza su questa zona come segno preliminare per orientare le indagini. Il dolore causa poi difficoltà o impossibilità di svolgere movimenti che prevedono afferrare e stringere oggetti. Il trattamento prevede l’immobilizzazione del polso per un periodo di 6-8 settimane, tramite ingessatura che coinvolge il polso ed il pollice, e poi l’uso di un tutore dopo la rimozione del gesso.

Algoneurodistrofia

Condizione in cui si instaura un danno a carico dei tessuti molli del polso, quindi legamenti, tendini, nervi e muscoli, a seguito di un trauma di lieve entità. Il sintomo principale è il dolore, molto acuto, al punto di essere esagerato rispetto all’entità del trauma subito (per esempio un piccolo urto), dovuto all’eccessiva stimolazione delle terminazioni nervose periferiche.

Oltre al dolore intenso al polso si manifestano rigidità articolare, limitazione dei movimenti, edema e gonfiore, sensibilità cutanea ed ancora demineralizzazione ossea (osteoporosi) dovuta all’immobilità prolungata del polso.

Sclerosi multipla

Si tratta di evento più raro, ma il dolore al polso può manifestarsi anche in relazione a questa patologia neurologica. Si tratta di una malattia neurodegenerativa che porta alla distruzione della guaina mielinica che riveste i nervi, guaina che permette la corretta trasmissione dell’impulso nervoso ai muscoli. Il risultato è una limitazione progressiva dei movimenti fino alla disabilità, e disturbi sensitivi tra cui dolore, sensazione di formicolio e di intorpidimento.

Diagnosi e trattamenti: cosa fare nel caso di dolore al polso?

In buona sostanza l’atteggiamento da adottare cambia a seconda della complessità del problema.

Dolore non intenso

Fino ad ora abbiamo avuto modo di vedere come nella maggior parte dei casi il dolore al polso sia un fenomeno passeggero e di breve di durata, conseguente ad una piccola contusione o ad un affaticamento, magari dopo avere sollevato pesi o svolto lavori pesanti.

In questi casi non c’è alcun motivo di preoccuparsi, in genere per dare sollievo in breve tempo è sufficiente tenere a riposo la mano, il polso e il braccio per qualche giorno, applicando degli impacchi di ghiaccio.

Dolore intenso e duraturo

Quando il dolore al polso è molto intenso, limita la capacità di compiere movimenti, si prolunga nel tempo, e si presentano formicolii o edemi, è necessario sottoporre il problema al proprio medico curante che, valutate le condizioni, potrà richiedere esami più approfonditi e la necessità di rivolgersi ad un medico specialista in ortopedia, o a seconda del caso, ad un neurologo.

In genere la visita si sviluppa in due tempi, una fase di anamnesi, ossia di raccolta delle informazioni ed una fase di ispezione. L’anamnesi prevede una somministrazione di domande mirate a comprendere tutti i sintomi avvertiti dal paziente e sulle sue modalità di insorgenza. Mentre, durante l’ispezione il medico prende visione del polso, valutandone l’integrità cutanea, la capacità di eseguire tutti i movimenti, la forza, segni di edema e gonfiore, e se esistono punti di dolorabilità se stimolati da una leggera pressione.

In base ai dati raccolti l’ortopedico valuta la necessità di prescrivere ulteriori indagini al fine di confermare le ipotesi diagnostiche. Nel caso del dolore al polso le indagini più utilizzate coinvolgono la diagnostica per immagini, quindi radiografie per prendere visione dell’integrità delle strutture ossee, risonanza magnetica (RM) per valutare lo stato dei tessuti molli dell’articolazione, TAC ed elettromiografia per verificare lo stato dei muscoli del polso.

Le terapie per la cura del dolore al polso sono in funzione della causa scatenante il problema, pertanto ogni trattamento deve essere indicato esclusivamente da un medico specialista, l’unico a possedere le conoscenze necessarie per valutare le reali necessità su cui intervenire.

Si diffida in ogni modo dal seguire le indicazioni trovate su internet o di intraprendere una qualsiasi iniziativa basata sulle proprie convinzioni, perché le ripercussioni potrebbero essere irreversibili, compromettendo negativamente la funzionalità del polso.

Di norma le terapie sono di natura farmacologica e prevedono l’assunzione di antinfiammatori non steroidei (FANS), corticosteroidi e antidolorifici.

Quando invece il dolore al polso è conseguente ad un trauma da caduta o da colpo diretto, e si associa a limitazioni o impossibilità di eseguire movimenti, deformità ossee, gonfiore e rossore, è necessario rivolgersi quanto prima al pronto soccorso e sottoporsi ai trattamenti indicati che potranno prevedere un’ingessatura, manovre correttive od un intervento chirurgico, oltre alla somministrazione di antidolorifici ed antinfiammatori.

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