Mal di schiena: 8 falsi miti da sfatare

Tutti almeno una volta nella vita abbiamo avuto a che fare con il famigerato mal di schiena, in particolar modo con il dolore lombare (low-back-pain). Molti dei pazienti che tratto quotidianamente nella mia attività di fisioterapista riferiscono infatti di un forte dolore nella fascia lombare che non permette loro di svolgere al meglio le proprie attività di vita quotidiane.

Si discute molto in ambito medico e riabilitativo su quali siano i giusti approcci per affrontare e risolvere questo problema così fastidioso.

Grazie all’aiuto degli studi effettuati dal Professor O’Sullivan, un vero guru per quanto riguarda il trattamento del dolore lombare, andremo oggi a sfatare i miti più diffusi sul mal di schiena.

1. Per far passare il mal di schiena, bisogna allenare gli addominali

Assolutamente NO! Gli esercizi definiti di “core stability” non sono utili e necessari per risolvere il mal di schiena. È vero che i muscoli addominali hanno diverse funzioni importanti, come quella respiratoria o quella di contenere i visceri, ma il loro rinforzo non ha nessuna correlazione con la cura del mal di schiena.

 2. Mal di schiena: colpa di uno strappo muscolare?

Raramente il mal di schiena è dovuto a un danno muscolare, in ogni caso questo può essere scongiurato facilmente sottoponendosi a un’ecografia. Il mal di schiena solitamente correla maggiormente con la fatica, lo stress, l’esecuzione di movimenti innaturali o con l’inattività.

 3.  Il mal di schiena nasconde frequentemente gravi condizioni    

Spesso il paziente si allarma in caso di mal di schiena, soprattutto se invalidante e persistente. È importante sapere, invece, che nella norma il mal di schiena non è una condizione grave. Ovviamente ogni buon professionista in fase valutativa deve escludere le cosiddette Red Flags, ovvero tutti quei campanelli d’allarme riconosciuti dal fisioterapista che richiedono quindi un approfondimento medico.

 4. Da anziani bisogna convivere con il mal di schiena

È una comune convinzione che lombalgia o dolore lombare peggiorino e si cronicizzino con l’aumentare dell’età. In realtà non ci sono studi che confermino la convinzione che da anziani non si possa più intervenire e che quindi si sia condannati a peggiorare fino a che il mal di schiena non diventi cronico; anzi è dimostrato che una corretta riabilitazione porta a buoni risultati   in qualsiasi momento della vita.

5. Per risolvere il mal di schiena, bisogna mettersi a letto a riposo 

Assolutamente no! Un vecchio protocollo sul mal di schiena prevedeva interruzione di qualsiasi attività motoria, ricorso a miorilassanti e in alcuni casi allettamento. Nella maggior parte dei casi, però, si è visto che questo prassi può essere addirittura nociva, in quanto potrebbe sopraggiungere un indebolimento dei muscoli paravertebrali. L’esercizio fisico, esercizi di movimento propriocettivo ed esercizi a carico protetto sono assolutamente indicati sin dai primi momenti dall’insorgenza del mal di schiena. Un vecchio detto dice “Il letto t’alletta”.

6.  Il sollevamento pesi causa il mal di schiena

In realtà gli esercizi di carico, se eseguiti in maniera progressiva e correttamente, non creano alcun danno ai tessuti. La colonna vertebrale ha una struttura resiliente rispetto agli stimoli ricevuti, tanto che in qualsiasi libro di biomeccanica viene descritta l’alterazione fisiologica delle curve all’RX in base al tipo di attività fisica svolta.

7. Per capire la causa del mal di schiena è sempre necessario fare un esame diagnostico

In realtà l’esame diagnostico (che sia RX, risonanza magnetica o ecografia in base a quale tessuto si vuole indagare) permette di fare una precisa diagnosi solo in una minoranza di pazienti. Possono esserci immagini radiografiche terribili ma non sintomatiche, quindi l’esame diagnostico nei casi di lombalgia permette raramente di poter stabilire una prognosi o di valutare i risultati  della fisioterapia, ma ci dà esclusivamente una “fotografia” della situazione.

8. L’operazione è risolutiva per il mal di schiena

Il falso mito dell’operazione risolutiva è forse uno dei più diffusi. Per molto tempo si è operato con facilità per poi scoprire negli anni che si ricadeva sempre in recidive. Oggi si opera solo in situazioni particolari, mentre è preferito un lavoro di equipe fatto da medico, fisioterapista, psicologo e nutrizionista che prendono in carico i pazienti andando a definire un progetto riabilitativo che promuova una mentalità positiva, un giusto regime alimentare e i corretti esercizi fisici.

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