Noduli Polmonari, al Collo, alle Corde Vocali e al Fegato: Cosa Sono e Come Riconoscerli

I noduli sono formazioni solide, ben circoscritte e di piccole dimensioni che possono formarsi in numerosi organi del corpo, sono noti in particolare quelli alla tiroide, ma tra le altre sedi possono manifestarsi anche ai polmoni, alle corde vocali, ai reni, al seno, al fegato, e al collo.

Nella maggior parte dei casi non sono rilevabili al tatto, se non quelli al seno, al collo o in minor parte quelli alla tiroide, e ci si rende conto della loro presenza casualmente durante accertamenti medici di controllo o di prevenzione (specie se ci si sta sottoponendo ad un’ecografia).

Il termine nodulo spesso assume un significato distorto, scatenando immediatamente paure, angosce e timore che si tratti di un sinonimo di tumore. Ma non è così, se non per un minor numero di casi, difatti si tratta per lo più di formazioni benigne.

In ogni caso quando si individua la presenza di un nodulo ci si deve accertare della sua natura, per cui, dopo aver valutato le dimensioni, il numero, la localizzazione e la sua evoluzione (ossia crescita), si procede analizzando la sua composizione per mezzo di un agoaspirato, ossia un prelievo del contenuto del nodulo e successiva indagine microscopica.

In base a quanto emerso dalle indagini il medico valuta la necessità di asportare chirurgicamente il nodulo (in una minore percentuale dei casi), oppure, più comunemente la necessità di eseguire esami di controllo a cadenza regolare.

Il concetto che deve essere chiaro è che la presenza di un nodulo non significa automaticamente tumore, se non in una piccola percentuale dei casi, e che i controlli vengono eseguiti proprio per scongiurare o per limitare questo pericolo.

Fornite le principali nozioni su cosa si intende per nodulo, dove si localizzano principalmente e del perché debbano essere sottoposti a controlli, possiamo ampliare il discorso relativo ad alcune delle principali localizzazioni dei noduli: i polmoni, il collo, il fegato e le corde vocali.

Cosa sono i noduli polmonari? 

Sono spesso delle formazioni che vengono individuate casualmente nel corso di un’indagine diagnostica di prevenzione o di controllo eseguita per un’altra patologia, questo perché non possono essere avvertiti al tatto e perché in genere non danno sintomi.

Quando i sintomi sono presenti includono tosse cronica, difficoltà respiratorie e presenza di espettorato (catarro) con tracce di sangue. I noduli risultano bene evidenti ad una radiografia del torace, apparendo di aspetto denso, ben circoscritti e di piccole dimensioni, che possono manifestarsi in uno solo o ad entrambe i polmoni.

Una volta individuati non è necessario spaventarsi eccessivamente, difatti i noduli hanno un significato maligno in una piccola percentuale di casi, e spesso sono legati a fattori di rischio quali fumo, casi familiari del tumore al polmone e pregresse neoplasie che possono avere dato origine a metastasi.

Nella maggior parte dei casi invece i noduli hanno un significato benigno e si ricollegano ad infezioni polmonari (tubercolosi, polmonite) o all’esposizione a sostanze (polveri e fibre) irritanti che una volta inalate vanno a depositarsi nei polmoni creando stati di infiammazione, come nel caso del talco, del carbone e del silicio (che esista in silicosi).

Cosa sono i noduli al collo?

Statisticamente i noduli al collo sono tra quelli (come nel caso del seno e del cavo ascellare), che vengono maggiormente individuati al tatto. Si avvertono come formazioni nodulari in rilievo, solide e ben circoscritte che possono non dare alcun tipo di sintomo oppure possono associarsi a dolore, sensazione di bruciore, difficoltà nella deglutizione, prurito, ed ancora, a sintomi diffusi quali stanchezza e febbre.

Come per gli altri noduli, percepirne la presenza può generare una forte preoccupazione, ma le cause alla radice possono essere molteplici e, nella maggior parte dei casi, si tratta di un fenomeno passeggero e relativo ad un’infezione o un’infiammazione. Talvolta però possono essere un segnale da dover sottoporre ad indagini approfondite.

Quando si possono manifestare i noduli al collo?

  • In caso di infezione (dal semplice raffreddore ad una tonsillite), si ha l’ingrossamento dei linfonodi del collo che appaiono in rilievo e ben palpabili. In questo caso, una volta risolta l’infezione i linfonodi tornano alle loro normali dimensioni;
  • Il nodulo può essere la conseguenza di un processo di infiammazione a carico delle ghiandole salivari (per sede anatomica ci si riferisce alla ghiandola sottomandibolare e alla ghiandola sottolinguale), oppure alla formazione di una calcolosi salivare, ossia un aggregato di calcio che ostruisce il normale deflusso della saliva nella cavità orale, con conseguente rigonfiamento delle suddette ghiandole. Spesso una formazione dura e circoscritta nel collo è da riferire ad un nodulo della tiroide. Anche in questo caso la presenza del nodulo non indica necessariamente un tumore, tuttavia è fondamentale sottoporre la formazione alla valutazione medica;
  • In una piccola percentuale di casi un nodulo al collo può essere indice di un tumore del glomo carotideo, situato a livello della biforcazione della carotide, oppure di un linfoma, od ancora di una metastasi.

Le terapie devono essere indicate necessariamente da un medico, tuttavia in genere in caso di infezione e/o infiammazione prevedono la somministrazione di farmaci antibiotici e antinfiammatori, e nel caso di calcolosi salivare possono essere utili massaggi per aiutare a far defluire il calcolo salivare, o se questo è di dimensioni importanti, si procede con la rimozione chirurgica.

In caso di tumore le terapie vertono su trattamenti chemioterapici o radioterapici, oppure prevedono l’asportazione del nodulo tramite intervento chirurgico (non sempre possibile, specie in caso di metastasi, per il pericolo di diffusione delle cellule maligne).

Approfondiamo le caratteristiche dei noduli alle corde vocali e quelli al fegato.

Noduli alle corde vocali

Sono detti anche semplicemente noduli vocali e sono un ispessimento della mucosa che riveste le corde vocali, che spesso si manifesta in modalità bilaterale (quindi interessando entrambe le corde) e simmetrica.

I noduli si manifestano prevalentemente nel sesso femminile e nelle categorie considerate a rischio per via dell’ampio utilizzo ed abuso della voce, quindi nei cantanti e negli insegnanti. Il nodulo impedisce il normale avvicinamento delle corde vocali durante la fonazione (ossia la produzione di suoni, quindi della voce), le quali non riescono ad accostarsi lasciando uno sfiato di aria anche quando si emette la voce.

Questo impedimento determina disfonia, ossia un’alterazione della voce, che nelle prime fasi del disturbo si presenta soltanto in seguito ad affaticamento per poi manifestarsi come condizione permanente.

Quando si manifestano disturbi della voce il medico di riferimento è lo specialista in otorinolaringoiatria, il quale dopo un’accurata analisi del disturbo, diagnostica il nodulo facilmente per mezzo di un’indagine endoscopica, ossia tramite una laringoscopia, attraverso cui risulta ben chiara dalle immagini riportate dalla sonda la presenza dell’ispessimento sulle corde vocali.

Per quanto riguarda la terapia, se individuato nelle sue fasi iniziali il nodulo alle corde vocali può regredire da sé, a patto che si corregga l’uso della voce e quindi non la si sforzi più. Nel caso in cui, invece, la condizione sia in fase avanzata si procede con una rimozione chirurgica a cui segue un periodo di riposo assoluto della voce, pertanto rimanendo in silenzio per qualche giorno. A questo periodo fa seguito una rieducazione funzionale della voce, al fine di insegnare come usare le corde vocali senza affaticarle.

Il nodulo vocale quindi è una condizione curabile, tuttavia se tornano a persistere le condizioni che ne hanno determinato la formazione, il problema tenderà a ripresentarsi.

Noduli al fegato: perché si formano e come si identificano

In una piccola percentuale di casi i noduli al fegato sono individuati al tatto, nel caso raggiungano dimensioni notevoli come per esempio nell’adenoma epatocellulare, ma nella gran parte dei casi vengono scoperti durante l’esecuzione di controlli di routine, spesso in occasione di un’ecografia dell’addome.

Un nodulo al fegato può avere diversi significati, e ovviamente non è sempre sinonimo di cancro o di pericolo per la vita. Difatti nella maggioranza dei casi si tratta di formazioni benigne, certo, da tenere sott’occhio regolarmente dietro l’indicazione medica. Tuttavia in una percentuale molto bassa rispetto alla totalità dei casi si tratta di noduli maligni. Vediamone qualche esempio:

Noduli benigni

Tra questi la forma più diffusa è l’emangioma, e vi è una probabile relazione con l’assunzione della pillola anticoncezionale, pertanto il sesso femminile risulta più interessato rispetto al maschile. Spesso i noduli sono multipli e si associano a stati patologici preesistenti del fegato, quale la cirrosi.

Nell’adenoma epatocellulare si ha la formazione di noduli che possono raggiungere dimensioni piuttosto notevoli, al punto da causare dolore addominale e risultare evidenti al tatto. In questo caso le indicazioni terapeutiche variano a seconda delle dimensioni e dello stato del soggetto, talvolta l’indicazione si limita ad eseguire esami di controllo regolari per tenere sotto osservazione l’evoluzione del nodulo, talvolta invece viene indicata un’asportazione chirurgica, specie se sussiste il pericolo di emorragie.

Nell’iperplasia nodulare nella variante “ricorrente” i noduli possono essere multipli ed in genere l’indicazione terapeutica prevede la rimozione chirurgica.

Noduli maligni

In genere i sintomi sono più netti ed includono dolore persistente all’addome, presenza di masse rilevabili al tatto, ittero (che si manifesta con colorazione giallastra della pelle e delle cornee) e febbre.

Si tratta di una condizione spesso legata ai pazienti che hanno contratto i virus dell’epatite B o C (HCB e HCV) e sviluppato epatite o cirrosi, condizioni di infiammazione cronica e sovvertimento cellulare. Le terapie a disposizione sono in funzione delle dimensioni e delle caratteristiche del paziente, e prevedono un trattamento farmacologico nei casi trattabili, oppure un’asportazione chirurgica, od ancora un trapianto.

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