Puntini Bianchi sul Glande: Principali Cause e Rimedi

La comparsa di puntini bianchi o di macchie bianche sul glande o sul suo contorno (corona) è una condizione che può portare chi ne è colpito ad un forte stato di ansia e preoccupazione. Questo sia a causa della delicatezza della zona genitale che per via delle implicazioni psicologiche annesse.

Qualsiasi inestetismo visibile sulla superficie dei genitali può determinare forti ripercussioni psicologiche, sia perché il soggetto riconduce quella lesione alla manifestazione di una malattia sessualmente trasmissibile (abbreviata come MST), quale l’AIDS causata dal virus HIV o al segno manifesto di un cancro, sia perché l’alterazione può portare il paziente ad uno stato di vergogna, di forte imbarazzo e di isolamento.

Lascia stare l’imbarazzo, la tua salute vale molto di più! Grazie a questa guida acquisirai maggiore consapevolezza del problema e siamo certi che ti aiuterà a fare il giusto passo per sconfiggere il problema.

Iniziamo subito.

Evitiamo allarmismi!

Sembra doveroso, dunque, fare qualche precisazione sfatando quelle opinioni comuni che non si basano su dati oggettivi e che creano inutili ansie. La presenza di puntini bianchi sul glande, nella maggior parte dei casi, non ha un significato patologico.

Può essere, infatti, causato da molteplici fattori legati ad una non corretta igiene, a manifestazioni fisiologiche o para-fisiologiche o ancora di natura infiammatoria (come vedremo in seguito le macchie bianche possono essere dovute a semplici follicoliti, ossia lo stesso processo che porta alla formazione di brufoli su viso, collo e schiena).

Talvolta il significato dei puntini bianchi o delle macchie può avere un’origine patologica, ma nella maggior parte dei casi si tratta di processi infettivi (sia a trasmissione sessuale che non). Ciò che deve essere ridimensionato è l’associazione delle macchie ad una manifestazione legata ad un tumore, infatti questa probabilità si riscontra in una minima percentuale di casi.

Un’altra rassicurazione deve giungere dal fatto che la comparsa di puntini bianchi sul glande è un’evenienza molto più diffusa di quanto si possa pensare. Inoltre, per il fatto che non si parli frequentemente di questo disturbo il soggetto precipita in uno stato di imbarazzo e vergogna, come se questa condizione fosse un vero tabù.

Come ribadito, quindi, questi puntini bianchi sul glande possono avere un significato del tutto innocuo e risolvibile ma, talvolta, anche un significato di interesse clinico più grave. Pertanto la raccomandazione è quella di rivolgersi in ogni caso alla visita di un medico con la massima tempestività.

Nel caso si provi un forte imbarazzo nel rivolgersi al proprio medico di base, per paura che ne parli con gli altri familiari in cura o per l’imbarazzo che si presenterebbe ad ogni successiva visita, si consiglia di farsi controllare presso i numerosi centri specializzati in malattie sessualmente trasmissibili (MST) o presso un medico specialista in andrologia.

L’importante, come ribadito, è di pensare alla propria salute e a quella del proprio partner sessuale, rivolgendosi in ogni caso all’intervento di un medico evitando di affidarsi esclusivamente ai consigli leggi su internet senza consultare un medico.

I puntini bianchi sul glande non sono tutti uguali. Nel paragrafo successivo ci occuperemo di stilare una lista delle principali tipologie di questi inestetismi che possono comparire sull’organo genitale in questione.

Come distinguere i puntini bianchi sul glande? perché compaiono?

Non esiste un’unica tipologia di puntini bianchi che può comparire sul glande ma diverse manifestazioni che differiscono per forma e contenuto delle eruzioni. Vediamole nel dettaglio.

1. Papule Perlacee Peniene 

Si tratta di lesioni di piccole dimensioni e ben delineate che si presentano come una vera e propria bolla sul pene, per lo più di natura benigna. Le forme più diffuse sono le papule perlacee peniene (PPP) che si manifestano prevalentemente nella zona periferica del glande (corona) e si presentano come piccole protuberanze estroflesse di colore bianco perlaceo (come suggerisce il nome).

Se nel corso di una visita medica, l’andrologo vi diagnosticasse una papula peniena raramente vi dirà di rimuoverla a meno questa non vi causi ansia e stress. In questi casi le possibilità di rimozione possono essere:

  • chirurgia di rimozione: il medico userà un piccolo bisturi per rimuovere le papule;
  • crioterapia: il medico utilizzerà l’azoto liquido per congelare le papule e favorire il loro distaccamento;
  • chirurgia laser: il medico utilizzerà il laser per rimuovere le papule.

Le papule, lo ribadiamo ancora una volta, sono lesioni benigne, non dovute a infezioni trasmesse per via sessuale e spesso insorgono nei soggetti di età adulta e non circoncisi. Non comportano alcuna sintomatologia dolorosa e non rappresentano un pericolo per la salute del paziente, pertanto in genere non vengono trattate.

2. Macchie di Fordyce

Le macchie di Fordyce sono ingrossamenti che riguardano le ghiandole sebacee che sono presenti sulla superficie della pelle per svolgere una funzione molto importante, ovvero quella di produrre il sebo per mantenere la pelle idratata e proteggerla dall’attacco di patogeni.

Le macchie di Fordyce, dette anche grani di miglio, sono assolutamente innocue e possono formarsi in tutte le parti del corpo incluso il prepuzio. In genere, si ha fin dalla nascita la tendenza a formarli ma ci si accorge della loro presenza alla pubertà.

Anche in questo caso il medico non consiglia mai la rimozione, ma esistono delle metodiche di cura:

  • Utilizzo del laser per rimuovere i tessuti e minimizzare l’aspetto dei puntini bianchi;
  • Chirurgia micro-punch grazie al quale il medico utilizzerà un dispositivo per sondare la pelle e rimuovere il tessuto che è responsabile della formazione di queste macchie.

3. Mollusco contagioso

Il mollusco contagioso è un’infezione virale che colpisce la pelle e può essere diffusa attraverso il contatto con la pelle infetta. Le principali vie di trasmissione riguardano i rapporti sessuali, l’uso promiscuo di biancheria e l’utilizzo di altri oggetti per la cura personale.

Puntini bianchi sul pene e pomfi rappresentano il sintomo caratteristico di questa condizione che si manifesta prima con macchie piccole bianche o color carne fino a diventare più rosse e più grandi. In genere, queste manifestazioni regrediscono senza trattamento ma se esse sono molto grandi e dolorose il medico può consigliare una di queste strategie terapeutiche:

  • criochirurgia;
  • chirurgia laser;
  • utilizzo di acidi per uso topico;
  • chirurgia del curettage.

Ad oggi, il mollusco contagioso è diffuso soprattutto nella popolazione adulta essendo comunque di natura contagiosa per via sessuale. Nei soggetti affetti da HIV il mollusco costituisce un punto di particolare interesse clinico, in quanto può divenire una malattia progressiva e cronica a causa della forte debilitazione del sistema immunitario.

4. Follicolite e brufoli

Questo tipo di manifestazioni non costituisce affatto un pericolo per la salute del paziente e la comparsa dei brufoli sul pene è assolutamente normale.

Si tratta di una banale infiammazione del follicolo pilifero dovuta all’eccesso di produzione di sebo: la stessa che porta alla formazione dei brufoli sul viso. In questi casi si raccomanda sempre di non schiacciare il brufolo e di applicare delle creme antibiotiche per disinfettare la zona. Mai applicare le creme per l’acne sul pene: sono molto aggressive e possono causare danni molto gravi.

5. Ulcere

Queste sono causate principalmente dal virus Herpes simplex. È una delle principali cause all’origine della comparsa di puntini bianchi sul glande, che spesso si possono estendere anche alla cute dello scroto e del pene. In genere costituiscono il primo sospetto diagnostico da parte del medico quando si presente un paziente con macchie bianche su glande, pene e scroto.

L’Herpes simplex è un virus, pertanto può dare altre manifestazioni quali febbre, dolore e rossore, in ogni caso queste lesioni sono infettive pertanto è necessario ricorrere ad un trattamento con antivirali specifici.Vi sono anche altri agenti infettivi a causare ulcere. Tra questi il batterio Treponema pallidum che causa la sifilide.

Si tratta di una malattia sessualmente trasmissibile (MST) che dapprima determina la comparsa di papule che poi degenerano in ulcere. La lesione provoca dolore ed al suo interno si trova dell’essudato altamente infettivo.

Con il tempo le manifestazioni cutanee tendono a regredire per poi sparire, ma attenzione che questo non indica affatto la risoluzione del problema, anzi, giunto a questo stadio della malattia il batterio si diffonde a livello sistemico andando a colpire il sistema nervoso.Più raramente le ulcere possono essere la manifestazione di un carcinoma a cellule squamose, dunque di un tumore. Come detto evenienza rara e che colpisce in genere gli uomini sopra i 50 anni.

6. Verruche

Questo tipo di lesione è causato dal Papilloma virus (HPV), lo stesso che nella donna causa cancro della cervice uterina. In una fase iniziale, le verruche non rappresentano un pericolo, ma se non trattate possono sfociare in un secondo momento in un cancro. I segni caratteristici sono delle protuberanze bianche o rosse che possono apparire intorno alla corona, al prepuzio o su tutta l’area genitale.

Nel caso sospettassi di avere un’infezione da HPV si consiglia di consultare il medico per una corretta diagnosi.

7. Balanite

La balanite è l’infiammazione che fa diventare la pelle del prepuzio irritata e gonfia. Inoltre, può essere accompagnata dalla presenza di puntini bianchi o macchie che ne confermano la diagnosi.

Altri sintomi caratteristici sono:

  • rossore;
  • dolore durante la minzione;
  • dolore al pene e prurito;

Se la balanite è causata da un’infezione batterica o fungine, potresti avere fuoriuscita di pus come segno appunto della presenza di batteri. In questi casi, è assolutamente sconsigliato il fai da te ed è preferibile consultare quanto prima un medico.

Come si esegue la diagnosi?

La diagnosi deve essere effettuata esclusivamente da un medico e nel caso specifico di malattie a trasmissione sessuale si consiglia di rivolgersi ad una struttura specializzata.

Si diffida, pertanto, in ogni modo dall’effettuare auto-diagnosi basate sul confronto di foto trovate su internet o sulla lettura di qualche articolo sul web. Una corretta diagnosi permette nella maggior parte dei casi di trattare il disturbo con efficacia e di risolvere il problema in modo radicale.

La diagnosi prevede l’osservazione delle macchie bianche sul glande, e già il colore permette di effettuare una prima diagnosi differenziale con altre cause piuttosto diffuse (per esempio la candida da esito a macchie e puntini rossi).

Oltre al colore, si valuta la loro estensione sulla cute del pene e dello scroto e la loro forma. Ha poi fondamentale rilevanza valutare se il soggetto manifesta altri sintomi quali rossore, bruciore, dolore, prurito, febbre, macchie su altre zone della cute e se ha avuto rapporti sessuali non protetti.

Il medico effettuerà, poi, un tampone sulla lesione o la raccolta di un campione mediante biopsia, al fine di individuare la causa precisa, quindi l’agente infettivo che ha scatenato la comparsa dei puntini bianchi sul glande.

Cosa fare in questi casi?

Abbiamo visto quanto sia importante intervenire con celerità al fine di aumentare il successo delle cure, il ripristino del normale aspetto del glande e diminuire la possibilità di veicolare una possibile infezione ai partner sessuali.

Va da sé che per ogni causa scatenante vi sarà un’opportuna terapia associata e che questa dovrà essere prescritta e somministrata esclusivamente da un medico dopo aver effettuato tutte le analisi necessarie. Vediamo qualche esempio.

Le papule perlacee peniene (PPP) di solito non vengono trattate data la loro natura del tutto asintomatica e benigna, ma se queste comportano un forte disagio psicologico o se sfregano sugli indumenti intimi irritandosi, il trattamento si serve della criogenia o del laser.

Nel caso in cui la causa sia da imputare ad un virus (come per l’Herpes simplex) la terapia prevede la somministrazione di antivirali che andranno ad annientare il virus bloccando anche la comparsa delle manifestazioni associate.

Nel caso di infezioni batteriche la terapia prevede la somministrazione di antibiotici per via sistemica che saranno scelti in base all’agente eziologico che ha scatenato l’infezione.

Inoltre, per prevenire l’infezione da Papilloma virus si consiglia di eseguire l’opportuno vaccino, questo sia come prevenzione personale sia per impedire il contagio nel partner in quanto nelle donne tale infezione può causare cancro al collo dell’utero.

Fonti bibliografiche:

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