Uno studio recente ha sviluppato una pillola in grado di emulare gli effetti dell’esercizio fisico aprendo nuove prospettive nel campo della salute e del benessere.
In questo articolo parliamo di:
Una pillola al posto dell’esercizio fisico: di cosa si tratta?
Questo farmaco è stato presentato al congresso primaverile 2024 dell’American Chemical Society da un gruppo di ricercatori e ha suscitato un enorme interesse per la sua capacità di attivare proteine che sono coinvolte nei cambiamenti metabolici associati all’attività fisica.
I ricercatori coinvolti nel progetto hanno chiarito che sebbene l’esercizio fisico rimanga fondamentale per il mantenimento di un corretto livello di salute, questa pillola potrebbe offrire un’opzione preziosa per coloro che non hanno possibilità di praticarlo in maniera regolare.
L’azione del farmaco, nella fattispecie, mirerebbe a migliorare il metabolismo e la crescita delle cellule del tessuto muscolare mimando di fatto il risultato di una sessione di allenamento.
I risultati di questa scoperta possono avere impatti rilevanti per diversi stati come quelle legati a condizioni neurodegenerative, malattie cardiache o atrofia muscolare.
Gli esperimenti che hanno permesso di raggiungere questi risultati sono stati condotti su topi grazie ai quali è stato anche dimostrato che il composto sviluppato riesca ad aumentare la resistenza muscolare ed implementare le prestazioni durante l’attività fisica.
Come sono stati ottenuti i risultati osservati nello studio?
Un gruppo di 10 topi maschi è stato selezionato per la somministrazione del principio attivo “SLU-PP-332” per 28 o 12 giorni.
Un gruppo dei topi è stato trattato con il controllo per i quali è stato somministrato un finto farmaco.
Ai fini di osservare l’attività del composto sulla forma fisica dei topi, è stata precedentemente indotta l’obesità, nutrendo i topi di 20 settimane con una dieta ad alto contenuto di grassi per 8 settimane. Dopo il raggiungimento di livelli di grasso corporeo soddisfacenti è stato somministrato SLU-PP-332 per 28 giorni.
Inoltre per osservare gli effetti sulla glicemia è stato effettuato anche un test per il glucosio. I topi sono stati fatti digiunare per 6 ore dopodiché è stato iniettato loro del glucosio e misurato il livello di glicemia per le seguenti due ore.
Sono stati misurati anche i livelli di lipidi e osservato, tramite tecniche di biologia molecolare, quali fossero i geni più attivi.
Cosa hanno permesso di dedurre i risultati?
I risultati hanno rivelato che il principio attivo SLU-PP-332 induce l’attivazione dei geni che sono attivi durante l’esercizio fisico aerobico. Non sono stati osservati cambiamenti nel peso corporeo totale, ma una diminuzione dei livelli di accumulo di grasso.
Inoltre il farmaco è riuscito ad aumentare il metabolismo ossidativo degli acidi grassi e l’energia spesa.
Per quanto riguarda i livelli di glucosio ematico e insulina, non ci sono differenze tra i topi trattati e quelli non trattati. Il trattamento con il principio attivo SLU-PP-332 non ha portato, in questo caso, a cambiamenti nei parametri dell’iperglicemia.
Un cambiamento è stato osservato invece a livello dei grassi del fegato e nei tessuti adiposi dove è stata notata una riduzione dei livelli di lipidi.
Nei topi su cui era stata indotta l’obesità è stata ottenuta una perdita di peso e di grasso, migliorando anche il metabolismo dei lipidi e la tolleranza al glucosio.
Gli effetti sopracitati si sono verificati sia nei topi obesi in cui la condizione di sovrappeso è stata indotta, sia in quelli geneticamente obesi.
Quali sono i risultati più promettenti?
Il trattamento con SLU-PP-332 ha determinato un aumento del livello di ossidazione degli acidi grassi e una riduzione dell’accumulo di lipidi nel fegato.
Questo dato potrebbe suggerire un futuro ruolo di questo farmaco nella gestione farmacologica delle malattie metaboliche.
Quali sono le prospettive future?
Il principio farmacodinamico che permette l’attività di questa pillola risiede nell’attivazione dei recettori correlati agli estrogeni a livello delle cellule muscolari.
Gli scienziati stanno esplorando la possibilità che questa molecola possa essere utile anche nell’insufficienza cardiaca e anche nel declino cognitivo associato all’invecchiamento.
Alcuni dei composti correlati a questo principio attivo, attualmente in fase di sviluppo, sembrano essere in grado di agire anche a livello del sistema nervoso centrale. Questo apre la strada per una valutazione riguardo una potenziale attività in patologie neurodegenerative come l’Alzehimer
I risultati di questo studio rappresentano un significativo passo avanti nel campo della medicina delle malattie metaboliche, offrendo nuove prospettive per la cura e la gestione farmacologica di una vasta gamma di condizioni.
Fonti
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/37739806/
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