Uno studio italiano pone le basi per progressi nella diagnosi del tumore all’ovaio

Quando si parla di tumore all’ovaio stiamo usando una terminologia generica che al suo interno comprende diversi sottotipi di tumori con caratteristiche biologiche differenti.

Tra questi vi sono i carcinomi epiteliali, che originano dalle cellule che rivestono la superficie esterna dell’ovaio, e i tumori germinali e stromali, che hanno origine rispettivamente dalle cellule uovo e dalle cellule di sostegno dell’ovaio. La diversità dei tipi di neoplasie impone anche scelte terapeutiche diverse oltre che differenti analisi prognostiche.

Questa patologia, spesso diagnosticata in fasi avanzate, presenta sfide significative nel suo riconoscimento precoce e nel trattamento efficace.

La diagnosi in fase avanzata permette di agire in tempo e evitare la progressione del tumore: una ricerca condotta da un gruppo italiano ha posto le basi per lo sviluppo di nuovi approcci diagnostici del tumore all’ovaio; vediamo di approfondire insieme l’argomento.

Tumore all’ovaio, quali sono i sintomi? Come viene diagnosticato?

La sfida diagnostica è sicuramente quella principale. I sintomi di questa patologia sono spesso non specifici e, in una prima fase, non riconducibili a stati patologici particolarmente allarmanti.

Possono presentarsi come dolore addominale o pelvico, gonfiore, cambiamenti nella minzione o nell’intestino e stanchezza. La mancanza di sintomi distintivi porta spesso a una diagnosi tardiva, quando il tumore è già avanzato e più difficile da trattare.

Quali sono gli approcci terapeutici nei confronti del tumore all’ovaio?

Il trattamento del tumore all’ovaio dipende dallo stadio della malattia e dalla sua tipologia. La chirurgia è spesso un componente fondamentale della terapia, mirando a rimuovere il tumore e, se possibile, preservare la funzione ovarica. La chemioterapia e la radioterapia possono essere utilizzate come terapie complementari, ma spesso il tumore ovarico è resistente a queste forme di trattamento.

Ci sono dei fattori di rischio per il tumore all’ovaio? In che modo può essere attuata la prevenzione?

Ci sono alcuni fattori che possono aumentare il rischio di sviluppare il tumore all’ovaio. Come in molti tipi di neoplasie, la componente ereditaria è molto rilevante, in quanto alcune mutazioni genetiche possono contribuire alla formazione del tumore all’ovaio, nello specifico la mutazione genetica BRCA1 o BRCA2.

Nonostante non sia possibile prevenirlo completamente, l’uso di contraccettivi orali può ridurre il rischio. Inoltre, le pazienti con elevato rischio genetico possono considerare interventi preventivi.

In che direzione si sta muovendo la ricerca sul tumore all’ovaio?

La ricerca nel campo del tumore all’ovaio è in costante evoluzione. Gli sforzi si concentrano sulla scoperta di marcatori molecolari precoci che possano facilitare una diagnosi tempestiva e sullo sviluppo di terapie più mirate e innovative.

La comprensione dei meccanismi molecolari sottostanti al cancro ovarico sta portando a nuove strategie terapeutiche, tra cui la terapia genica e l’immunoterapia, che stanno mostrando promettenti risultati in studi preliminari.

Nell’ambito della ricerca per il miglioramento delle strategie diagnostiche del cancro all’ovaio, sono degni di nota i risultati di uno studio condotto dai ricercatori dell’istituto Humanitas di Milano che hanno evidenziato come alche caratteristiche genetiche delle cellule ovariche possono rivelarci in anticipo la presenza di un fenotipo tumorale e quindi poter agire in maniera tempestiva con le cure.

Uno studio italiano getta le basi per nuove strategie diagnostiche: in che modo?

La ricerca è stata condotta analizzando i tamponi di Pap test di 113 donne che successivamente avrebbero sviluppato il tumore dell’ovaio. Il gruppo ha scoperto che l’instabilità genomica era rilevabile molti anni prima – fino a nove – della diagnosi di tumore. “Oggi sappiamo che già nelle prime fasi del processo di trasformazione tumorale, il Dna delle future cellule neoplastiche è caratterizzato da profonde anomalie nella sua struttura e organizzazione. L’instabilità genomica è quindi una caratteristica primitiva e non condivisa con le cellule sane, e quindi un’ottima base di partenza per sviluppare un test di diagnosi precoce. Ora servono studi più ampi per confermare questi risultati.

Fonti

American Cancer Society. (2022). Ovarian Cancer.(https://www.cancer.org/cancer/ovarian-cancer.html)

 

National Cancer Institute. (2022). Ovarian Cancer. [https://www.cancer.gov/types/ovarian] (https://www.cancer.gov/types/ovarian)

 

Mayo Clinic. (2022). Ovarian Cancer. [https://www.mayoclinic.org/diseases-conditions/ovarian-cancer/symptoms-causes/syc-20375941](https://www.mayoclinic.org/diseases-conditions/ovarian-cancer/symptoms-causes/syc-20375941)

“Genomic instability analysis in DNA from Papanicolaou test provides proof-of-principle early diagnosis of high-grade serous ovarian cancer” Paracchini et Al. https://www.science.org/doi/10.1126/scitranslmed.adi2556

 

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