Virus West Nile, un caso confermato in Italia: cos’è, rischi e sintomi

Nel periodo tra giugno e il 12 luglio 2022, è stato segnalato un caso confermato in Italia di infezione da virus West Nile chiamata anche Febbre West Nile o Febbre del Nilo. La notizia giunge in data 14 luglio 2022 direttamente dal bollettino dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) che riporta che il caso si è manifestato in Veneto, nella provincia di Padova.

Il paziente, un uomo di 75 anni, sarebbe stato ricoverato nell’ospedale di Baggiovara nella notte tra martedì e mercoledì. La diagnosi è stata effettuata tramite rachicentesi, una puntura lombare. I risultati, poi analizzati in laboratorio, hanno dato esito positivo. Il virus si è manifestato nella sua forma neuro-invasiva e il paziente si trova nel reparto di Neurologia in prognosi riservata.

La cosiddetta febbre del Nilo si trasmette attraverso la puntura di zanzara di specie Culex. Nel 2018 il virus West Nile era circolato in Italia infettando 595 persone, con 238 casi nella forma neuro-invasiva, di cui un caso importato e 237 casi autoctoni nelle regioni Veneto, Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte, Sardegna, Friuli-Venezia Giulia (fonte).

Scopriamo di più sulla febbre del Nilo: cos’è, da cosa è causata, e soprattutto quali sono i suoi sintomi e conseguenze.

Virus West Nile: cos’è?

Il virus West Nile fu individuato per la prima volta in Uganda nel 1937 tramite l’analisi del sangue di una donna con sintomatologia febbrile. La sua circolazione in Europa viene fatta risalire al 1958.

Il virus West Nile appartiene alla famiglia dei Flavivirus, che comprende ad esempio la febbre gialla e alcune forme di encefaliti. I serbatoi del virus sono principalmente gli uccelli selvatici e le zanzare, le cui punture sono il principale mezzo di trasmissione del virus all’uomo. Il West Nile tuttavia non è in grado di trasmettersi da uomo a uomo che infatti è ritenuto scientificamente “ospite accidentale a fondo cieco”.

Sono stati documentati altri mezzi di trasmissione del virus, sebbene molto più rari, come i trapianti di organo, le trasfusioni di sangue e la trasmissione madre-feto in gravidanza.

Febbre West Nile: i sintomi

Secondo quanto riportato nella scheda dedicata alla Febbre West Nile sul sito del CDC, la maggior parte dei pazienti affetti dal virus West Nile non presenta sintomi. Solo un paziente su cinque sviluppa:

  • febbre,
  • mal di gola,
  • dolori articolari,
  • rash cutaneo,
  • dolori addominali,
  • diarrea.

La forma neuro-invasiva del virus, che dunque prevede un coinvolgimento del sistema nervoso centrale con rischio di encefaliti, meningiti o paralisi, riguarda 1 persona su 150. Generalmente il virus colpisce in forma non grave.

Nei bambini è più frequente una febbre leggera, nei giovani febbre mediamente alta, arrossamento degli occhi, mal di testa e dolori muscolari.

Negli anziani e nelle persone immunodepresse, invece, la sintomatologia può prevedere l’insorgere di paralisi o sintomi neurologici e dunque richiedere il ricovero in ospedale.

Terapie e cure

Non esiste al momento una terapia specifica né un vaccino testato ad uso umano contro il virus West Nile. Per la prevenzione dell’infezione dei cavalli, è disponibile un vaccino veterinario (Equilis West Nile) contenente il virus del Nilo occidentale inattivato (fonte). Il periodo di incubazione va dai 2 ai 14 giorni dalla puntura della zanzara infetta. In genere i sintomi febbrili scompaiono nel giro di pochi giorni, mentre la sensazione di affaticamento può perdurare anche per diverse settimane. Nei casi più gravi, come riporta una nota dell’Iss, può essere necessario il ricovero in ospedale e la terapia di cura prevede spesso respirazione assistita o fluidi intravenosi.

Come evitare la Febbre West Nile: le raccomandazioni del Ministero della Salute

In un comunicato del Ministero della Salute pubblicato nel 2021 si trovano alcune raccomandazioni utili per prevenire il virus. In primis si ricorda che il modo più efficace per tutelarsi dal contagio è evitare le punture di zanzara, quindi utilizzando repellenti cutanei, oppure soggiornando in ambienti domestici protetti.

Vengono in seguito elencate alcune soluzioni pratiche per evitare il contatto con le zanzare e la loro riproduzione.

  • Utilizzare i repellenti anti-zanzare
  • Apporre delle zanzariere alle finestre
  • Indossare camice e pantaloni a maniche lunghe all’alba o al tramonto
  • Svuotare di frequenti vasi da fiori o altri contenitori (come piscinette) che contengono acqua stagnante
  • Cambiare con assiduità l’acqua in piscine o ciotole per animali

La prevenzione del Virus West Nile

Merita infine un occhio di riguardo la specie equina, per cui si raccomandano vaccinazioni veterinarie e la disinfestazione periodica degli ambienti delle stalle. Dopo le zanzare gli equini sono i principali serbatoi del virus West Nile. Nel 2008 il contagio si diffuse in Toscana in seguito ad alcuni cavalli infetti, come riporta una nota dell’Iss. Proprio la sorveglianza veterinaria su alcune specie di cavalli e uccelli selvatici, in questi giorni ha confermato l’attuale presenza del virus in Veneto, Emilia Romagna, Lombardia e Sardegna.

Non esistendo un vaccino in grado di proteggere l’essere umano dalla West Nile Disease, il Ministero della Salute invita i cittadini ad attuare tutte le misure necessarie per proteggersi dal contatto con le zanzare infette.  I Comuni interessati dal contagio in ambito veterinario sono invitati a mettere in atto pratiche di disinfestazione.

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