Virus respiratorio sinciziale umano: perché è pericoloso e come riconoscere l’infezione nei più piccoli

Il virus respiratorio sinciziale umano (anche denominato “hRSV“) è un agente patogeno molto diffuso nei mesi invernali ed estremamente contagioso. Negli adulti sani, l’infezione da hRSV non provoca grandi complicazioni e si può contrastare senza ricorrere a trattamenti particolari. Nei bambini però questo virus è in grado di causare gravi malattie dell’apparato respiratorio, come bronchiolite e polmonite, che possono richiedere anche il ricovero in ospedale dei più piccoli.

Premesso ciò, vediamo quali sono i sintomi dell’infezione da hRSV, come accorgersi di difficoltà respiratorie nei neonati e lattanti osservando i segni esterni e in che modo si può prevenire il contagio.

Virus respiratorio sinciziale umano: caratteristiche e trasmissione

Virus respiratorio sinciziale umano
Il virus respiratorio sinciziale umano (o hRSV) appartiene all’ordine delle Mononegavirales. Il suo genoma è costituito da RNA a singolo filamento.

Il virus respiratorio sinciziale umano è un virus a RNA a singolo filamento negativo che appartiene all’ordine delle Mononegavirales. Scoperto nel 1956, inizialmente lo si considerava erroneamente un agente patogeno degli scimpanzé, ma poi si scoprì che era stato trasmesso a questi primati da alcuni custodi. Questo virus presenta delle affinità con altri agenti virali responsabili di malattie respiratorie nei bovini o nei primati.

Non solo hSRV è estremamente contagioso, ma in determinati casi può determinare il decesso del paziente non adeguatamente trattato, nonostante nelle economie più avanzate siano molto rari i decessi imputabili a questo agente patogeno. Nei bambini con meno di 2 anni l’infezione da hRSV può determinare la bronchiolite (in circa il 70% dei casi è causata da hRSV) e la polmonite virale, specialmente se si tratta di neonati con meno di 6 mesi di vita che presentano anche solo una delle seguenti condizioni:

  • Nascita prematura;
  • Malattie croniche a carico del sistema respiratorio;
  • Cardiopatie congenite;
  • Fibrosi cistica;
  • Sieropositività;

Il virus si trasmette ciclicamente nel corso delle epidemie invernali. Di solito i luoghi che presentano un elevato rischio di contagio sono gli asili e altri luoghi in cui è facile per i bambini entrare in contatto tra loro. Il virus si trasmette per via aerea mediante la saliva espulsa mediante starnuti o colpi di tosse. Si stima che un individuo infetto possa trasmettere il virus anche a 25 individui sani.

Anche gli anziani o i soggetti immunocompromessi o che soffrono di malattie polmonari croniche sono soggetti a rischio. Bisogna inoltre precisare che è possibile essere infettati da questo virus più volte nel corso della vita.

Virus respiratorio sinciziale umano: quali sono i sintomi?

I primi sintomi dell’infezione da hRSV si manifestano solitamente dopo 3-5 giorni dal contagio. Bisogna differenziare la sintomatologia dell’infezione primaria (vie aeree superiori) con quella legata all’infezione secondaria (vie aeree inferiore). Nei bambini la sintomatologia dell’infezione primaria si presenta simile a quella di una comune influenza stagionale e comprende:

  • Iniziale raffreddore con rinorrea (naso che cola);
  • Febbre, non sempre e anche bassa;
  • Tosse secca;
  • Mal di gola;

Quando invece a essere interessate dall’infezione sono le basse vie respiratorie, il bambino presenta i seguenti segni:

  • Difficoltà ad alimentarsi, dopo circa 3-5 giorni dall’inizio della malattia;
  • Respiro sibilante;
  • Dispnea (problemi a respirare);
  • Apnea (tipica dei neonati sotto i 6 mesi d’età);
  • Aumento della frequenza respiratoria;
  • Cianosi periferica;

Come accorgersi di difficoltà respiratorie nei bambini di pochi mesi?

I genitori devono fare attenzione qualora il bambino, oltre a raffreddore, mostri segni come:

  • difficoltà ad alimentarsi: è il primo segno che si osserva nei più piccoli, in particolare per i lattanti allattati al seno, e che spesso porta alla visita dal medico o al pronto soccorso
  • aumento della frequenza respiratoria: un bambino di età inferiore ai 12 mesi fa circa 44 respiri al minuto, che possono aumentare in caso di pianto. Se a riposo e in assenza di pianto, si osservano più di 60 atti respiratori al minuto, siamo in presenza di difficoltà respiratoria.
  • alitamento delle pinne nasali: le narici si allargano durante l’ispirazione per immettere più aria
  • rientramenti intercostali e diaframmatici: durante l’atto respiratorio, si vede rientrare il costato durante l’inspirazione
  • rientramenti al giugulo: rientra/aumenta la dimensione della fossetta tra lo sterno e il collo
  • respiro sibilante o presenza di gemiti
  • apnea

Contattare sempre il pediatra nel caso di uno anche solo di questi segni o recarsi subito al pronto soccorso in presenza di apnea e in caso di lattanti a rischio di complicazioni per la bronchiolite:

  • nati prematuri, in particolare prima delle 32 settimane
  • di età inferiore ai 3 mesi
  • immunodepressi
  • con patologie congenite cardiache o polmonari

Per approfondimento, ecco i consigli dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma.

Come proteggersi dal virus 

Le misure da seguire per prevenire la trasmissione del virus respiratorio sinciziale umano sono le medesime messe in atto nei confronti di altri agenti patogeni:

  • Lavare spesso le mani;
  • Evitare il contatto con saliva o muco di altri soggetti;
  • Igienizzare bene le superfici;

Se un bambino dovesse manifestare sintomi riconducibili all’infezione da hRSV è consigliabile tenerlo lontano da neonati, soggetti molto anziani o che presentano un quadro clinico compromesso da patologie respiratorie preesistenti. Come abbiamo già riferito nei paragrafi precedenti, questo virus può causare la polmonite virale anche negli adulti che presentano un sistema immunitario compromesso.

Cure per bronchiolite e infezione da virus sinciziale respiratorio

Al giorno d’oggi non esiste ancora un vaccino contro hRSV, nonostante negli anni si sia cercato di realizzarne diversi. Esiste però un anticorpo monoclonale denominato palivizumab che si è mostrato efficace nel prevenire il ricovero in ospedale e lo sviluppo della malattia in forma grave nei bambini e neonati che soffrono di malattie congenite che coinvolgono l’apparato respiratorio.

I trattamenti per i bambini con bronchiolite o polmonite da hRSV sono solitamente di supporto. Il ricovero in ospedale si vede necessario qualora il bambino sviluppi un’infezione alle vie aeree inferiori con difficoltà respiratorie tali da richiedere ossigeno supplementare, al quale può aggiungersi anche una terapia farmacologica. Premesso ciò, si riporta che nella maggior parte dei casi non è necessario il ricovero ospedaliero.

Le cure domiciliari sono incentrate sul mantenimento dell’idratazione del bambino e il monitoraggio delle sue capacità respiratorie. Per liberare le vie aeree superiori si possono praticare lavaggi nasali con soluzioni fisiologiche e/o utilizzare degli aspira-muco. Il medico saprà valutare la necessità di prescrivere broncodilatatori o cortisonici, ma non antibiotici, dato che l’infezione in questione ha natura virale e non batterica.

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